Terapia naturale (ops… bisogna dire “green therapy”)

tantoilmondoèpienodifiori

Che cosa vuoi dimenticare o ricordare? fatti aiutare da un fiore (fortunatamente il mondo è  pieno di fiori… anche se non ancora per tanto).

***

Ipnosi

fatti ipnotizzare da un fiore
– scegli tu il suo colore – guardalo
da vicino e sempre più vicino
guardalo vivere e carezzarti
mentre cadi nel tuo sonno e perdi
la paura di essere un errore
guardalo perché ogni venatura
di petalo respira anche per te

Irene Marchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022

°ascoltando  Damien Rice – Hypnosis https://www.youtube.com/watch?v=4TXy2i036LU

Torneremo

takecareofyourself

… prima o poi, ad ascoltare la musica dal vivo.
Nell’attesa, la musica resta comunque un’ottima cura per (quasi) tutto, proprio come si legge  nella poesia qui sotto.

(Per questo le inserisco – musica e poesia –  nello spazio “Rimedi e cure – farmacia alternativa”, qui  https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/rimedi-e-cure-farmacia-alternativa/)

 “(…) La musica non si può toccare – esiste solo nell’istante in cui viene percepita – e tuttavia è in grado di mutare profondamente il modo in cui vediamo il mondo e il nostro posto al suo interno. La musica può aiutarci a superare i momenti difficili della vita trasformando la percezione di noi stessi e di ciò che ci circonda. È roba forte”.

David Byrne, da Come funziona la musica

***

Canzone d’amore

Le montagne sono spietate
la pioggia sta sciogliendo la neve
gelerà di nuovo.

Nel caffè due forestieri
suonano la fisarmonica
e una sala piena di uomini canta.

I motivi riempiono
i sacchi del cuore
il cavo degli occhi.

Le parole riempiono
gli stalli
che mugghiano tra le orecchie.

La musica rade le guance
scioglie le giunture
unica cura per i reumatismi.

La musica pulisce le unghie
ammorbidisce le mani
strofina i calli.

Una stanza piena di uomini,
venuti dal bestiame fradicio
dalla nafta, dall’eterno badile,

accarezza
l’aria di una canzone d’amore
con mani addolcite.

Le mie hanno lasciato i polsi
e stanno oltrepassando le montagne
per ritrovare il tuo seno.

Nel caffè due forestieri
suonano la fisarmonica
la pioggia sta sciogliendo la neve.

John Berger (Londra, 1926 – 2017), da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, Il Saggiatore, 2020

  • ascoltando Listen to the Music – Playing For Change feat. Tom Johnston (The Doobie Brothers) https://www.youtube.com/watch?v=t4sK8d48Exs
  • Te li ricordi gli animali?

    disegni di marta

     Un rimedio per l’insonnia e una bella domanda:

    I.

    A notte fonda, se non funziona
    la pastiglia, guardo gli animali
    sullo schermo del computer.
    Mi calmano le ali, la savana,
    lo sterno carenato degli uccelli.
    Aspetto gli sbadigli dei felini
    quelli docili dei gatti soprattutto.
    Dopo sbadigliando torno a letto.

    2.

    Come mai di colpo poi spariscono
    senza dare spiegazioni, come mai
    nessuno vuole più sentire il verso
    del cavallo, nessuno dice più nitrito,
    raglio, nessuno vuole più un barrito.
    Sono grandi glaciazioni, gli animali
    se ne vanno dalle case nottetempo.
    Ci si sveglia e non c’è più l’infanzia.

    Andrea Bajani, da Dimora naturale, Einaudi, 2020

    Per fortuna…

    voglio scendere e sparire

    Ci sono giorni (un po’ storti) in cui mi dico per fortuna ho cominciato a leggere poesia (ho cominciato tardi, sì, prima credevo fosse troppo difficile, ma mi sbagliavo)… per fortuna, mi dico, c’è quel luogo chiamato poesia, dove puoi entrare senza paura di disturbare e senza dover essere quello che non sei. Per fortuna.

    D’accordo: non vale niente.
    È meno del fumo
    assai meno del vino.
    Ma uno non può morire
    senza un briciolo di poesia
    è come pulire un vetro
    e vedi cose sapute
    ora più esatte e nuove.

    Pieraldo Marasi  (1932-1986), da Pieraldo Marasi – Antologia, Samuele Editore 2010, a cura di Ludovica Cantarutti

    La terapia

    coffeeflowerstherapyjpg

    Qual è la tua terapia contro la “botta di malinconia”?

    Il caffè è sopravvalutato? Non credo:
    una tazza calda tra le mani, adesso,
    mi fa pensare a ciò che ho
    e non a quello che mi manca

    poi guardo i ciclamini comprati ieri
    – come lo sanno i signori del marketing
    che i fiori vanno messi proprio vicino
    alle mele?– e penso che no, un buon caffè
    non è mai sopravvalutato, e i fiori?
    I fiori nemmeno, che sciocca!

    IreneMarchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022

    Rimedi officinali

    f a r m a c i a

    Quali sono le tue medicine alternative?

    Rimedi officinali

                                                a Emi

    Ho deciso, amica mia,
    mi curerò con il colore dei fiori:
    ogni mattina a digiuno guarderò
    negli occhi una rosa
    e ogni sera ascolterò il canto
    azzurro della lavanda.
    Se gli incubi urleranno ancora
    berrò foglie di edera

    così, notte dopo notte, imparerò
    a resistere contro ogni veleno

    (se funziona ti passerò le ricette).

    Irene Marchi,  in PoetareQuaderno 2021, a cura di La scuola di Editoria,   Samuele Editore, 2021

    *ascoltando Il teatro degli orrori – Benzodiazepina https://www.youtube.com/watch?time_continue=69&v=LFF2GVCEyfI&feature=emb_title

     

    Consigli utili

    sani!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Altri buoni consigli in questo brano tratto dall’ultimo libro di Franco Arminio: già il primo verso ne contiene uno fondamentale, secondo me. Resta imperfetto. Già, perché la perfezione non esiste e incaponirsi a volerla raggiungere fa sicuramente male. Poi, come minimo, subentrano tutti quei disturbi psicosomatici… quelli che il dottore imputa al “troppo stress”. Perché è vero: abbiamo tutti un nostro “troppo stress” da mettere a tacere, da  calmare, da lasciar andare. Cercando, una buona volta, di fare pace con la nostra umana imperfezione.

    Anche tutti gli altri consigli sono comunque molto interessanti: tu quale preferisci?

     

    Consigli per ammalarsi poco

    Resta imperfetto.
    Non preoccuparti se ti opprimono. Peggio per loro.
    Resta pronto a cambiare.
    Fatti a pezzi, ma non troppo piccoli, non ti puoi riattaccare.
    Tieni conto dei tuoi difetti, non di quelli degli altri.
    Cerca di conoscere bene il luogo in cui ti trovi.
    Abbaglia, sfavilla senza pensare al risultato.
    Bada all’attimo e all’impressione.
    Non trattenerti troppo, non farti il nido.
    Fai molto sesso, specialmente quando non ti sembra il caso.
    Non confidare troppo nella medicina: ci sono malattie che sono pericolose solo quando sai di averle.
    Sappi che i poeti sono più forti dei politici e anche dei mafiosi, ma non lo sanno, non sanno che può vivere solo chi ha le zanne di un animale nella carne. Noi siamo quello che ci accade mentre veniamo morsi.
    Sappi che si continuerà ancora per un poco con le solite manfrine ma nel complesso è finita, appartieni a una specie stanca, superata.
    Puoi essere sicuro che si muore e su quello che accade prima cerca di rimanere incerto.
    Conduci la tua esistenza al buio e per conto tuo.
    Cerca le tue parole. Chi cerca le sue parole si ammala assai poco.

    Franco Arminio, da La cura dello sguardo – Nuova farmacia poetica, Bompiani, 2020

    *ascoltando Luminescent (Harpe & Handpan) – Nuages https://www.youtube.com/watch?v=R_MXH2pvPdY

    Rimedi più o meno efficaci

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    N.B. Un barattolo di  bicarbonato non deve mai mancare in una casa

    I corpi che hai amato
    ti rimangono conficcati in quella parte di corpo
    dove si radunano le cose che non possono essere più
    stanno lì, pezzi di ginocchi, modi di sorridere
    carichi di dolore potenziale
    come il nervo del dente quell’estate
    prima nulla e poi, all’improvviso
    L’analgesico è il presente
    questa schiena
    questa carezza
    questo respirarsi gli occhi
    E non ditemi che comunque è bello ricordare
    il corpo
    vuole carne viva e capelli
    e che sia morte o vitale allontanarsi, quel qualunque motivo
    per cui è stato sottratto
    quel corpo al mio corpo
    di certo non interessa
    I corpi che hai amato
    ti rimangono conficcati in quella parte di corpo
    dove scivolano le cose che a volte fanno male
    ora, per esempio,
    mi si è infiammato quel modo che avevi di camminare
    ondeggiando
    Un cucchiaio di citrosodina
    non fa nulla
    ma è buona
    ne mangio ancora un po’.

    Alessandra Racca, da L’amore non si cura con la citrosodina, Neo Edizioni, 2013

    *ascoltando  C.C.C.P. Curami https://www.youtube.com/watch?v=RbI5CQ6X5rQ

    Sensazioni incurabili

    incurabile
    Ci sono “malattie” da cui (per onestà verso noi stessi) non sarebbe nemmeno giusto guarire (sempre ammesso che fosse possibile).

    Non mi sono curato
    nessuna malattia, sono tutte qui con me
    assieme a questa contentezza
    che mi visita ogni tanto e poi va via.
    Chiamatela poesia.

    Franco Arminio, da Cedi la strada agli alberi – Poesie d’amore e di terra, Chiarelettere, 2017

     

    *ascoltando Franco Battiato – La cura https://www.youtube.com/watch?v=cLJp-YJeuzc

    “Resta la carta”

    Cimitero dei Burci - Parco Naturale Regionale del Fiume Sile – Casier (TV)

    Cimitero dei Burci – Parco Naturale Regionale del Fiume Sile – Casier (TV)

    La scrittura come mezzo per continuare a vivere e a viversi (giorno per giorno, nel presente), e perché rimanga qualcosa (domani): la nuda ossatura del proprio pensiero (o di una parte di esso). Mentre il resto, a poco a poco, sparisce.

    (Questa poesia di Pierluigi Cappello di sicuro non sparisce ma resta, indimenticabile come gli altri suoi versi).

    Resta la carta mentre mi dileguo
    specchio di me ma che non è me stesso
    rimedio oppure tedio quando intesso
    trame di me scrivendomi e m’inseguo

    Pierluigi Cappello (1967 Gemona del Friuli-2107), da Un prato in pendio, Rizzoli, 2018

     

    *ascoltando Queen – Who Wants To Live Forever https://www.youtube.com/watch?v=_Jtpf8N5IDE