Gli scherzi della memoria

Mi è capitato, una volta, di perdere temporaneamente la memoria: più o meno a quattordici anni, in gita in montagna con la scuola, catapultata sul ghiaccio da uno slittino in picchiata. All’ospedale, in attesa della radiografia (me l’hanno  raccontato poi, con gran divertimento)  uno dei  professori presenti, il nostro inflessibile e temutissimo professore di  matematica, mi chiese: “Ti ricordi chi sono?” e io candidamente risposi: “Prof, ma come ci si può dimenticare di lei?!”. (La memoria ha più risorse di quello che pensiamo).

Come ci riesci?

Se cerchi la linea
che spieghi un perché
troverai un nodo
e piangere verrà facile
facile come girare
un foglio
come cancellare
un nome.
Ma – dimmi – la memoria,
come la inganni?

Irene Marchi, da L’uso delle parole  e delle nuvole, Cicorivolta, 2020

°ascoltando Avishai Cohen – Remembering https://www.youtube.com/watch?v=o6vptqMYk3g

Disarmonie

La mancanza di armonia tra noi, umani, e l’ambiente che ci ospita  è purtroppo ancora una volta tragicamente evidente in questi giorni di alluvione in Emilia Romagna.  Sono disarmonie che dovrebbero insegnare qualcosa, prima o poi (e speriamo…; intanto speriamo che passi al più presto).

Passando dall’universale al particolare, può capitare a tutti di rotolare e arrancare dentro giorni disarmonici, che possono anche ripetersi ogni anno nello stesso periodo: magari veniamo influenzati dalla temperatura, da una luce particolare o da alcune atmosfere che richiamano in noi dei ricordi poco piacevoli.

Quali sono i tuoi giorni di dissonanza ricorrente?

***

Giugno
 
Torna a soffocarmi
il gelsomino
 
e vorrei rinascere
pietra
per pesare col mio corpo
su un circolo di terra:
insensibile
ai lombrichi
alle parole
al mondo,

finalmente.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

°ascoltando  Ragtime – Igor Stravinsky – https://www.youtube.com/watch?v=DBaAxDhKza0

Se cambiassimo nome

Vuoi bene al tuo nome o vorresti cambiarlo?

Il mio nome

Puoi tenerlo tu
il mio nome,
non lo voglio più:
ogni lettera ride

di me
delle mie parole
dei miei giorni.

Raccoglierò dal fiume
una manciata di sassi
e ricostruirò
 – impermeabile a tutto –
quel gioco di vocali e consonanti
che mi firmerà.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

°ascoltando Hammock – Will You Ever Love Yourself? https://www.youtube.com/watch?v=iuyMFOfXVtw&t=3s

Tu lo sai?

blog poesia dalle nuvole

(Io ancora no)

Tu lo sai?

Forse dalle nuvole, talvolta
̶   li hai visti i raggi di luce scendere leggeri?  ̶
puoi raccogliere
piccoli frammenti di coraggio:
ne basterebbe  uno
a illuminare
                la nostra infinita salita.
Ne basterebbe uno.
Tu lo sai
                dove vanno a cadere?

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

r o e d i n d e r o n i r e o d n i …

… eh?!

Ø di Ordine

Quale ordine insegui
o quale disordine ti culla?

L’accumulo delle foglie
sulla polvere di ogni ottobre,
l’assetto degli uccelli
al margine dei nuovi voli,
il saluto scomposto
dell’erba nel mio giardino,
questo è il solo tipo di ordine
che mi accompagna.
Per cuore, mente, obiettivi
intravedo soltanto l’iniziale
– un po’ storta – della parola ordine:
uno zero
vuoto
il caos primordiale.
(Ma perdonatemi – questo sì – il disordine ribelle dei capelli).
 

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

Cose che si imparano (2)

 miaoouuuuoooouuu

Imparare
 
Saper andare via
è un’arte
che s’impara col tempo
oppure devi essere un gatto:
con un balzo

– elegantissimo e muto –

torni a essere randagio.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

♦ ascoltando Mina – Non gioco più https://www.youtube.com/watch?v=X6Ke4XriXTQ

(Le cose che si imparano – parte prima sono qui:https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2021/06/14/cose-che-si-imparano/)

Istruzioni ne abbiamo?

cose da imparare

Che cosa vorresti (tantissimo) imparare a fare?

Solo domande

Se io sapessi leggere la musica
riuscirei a ritrovare l’armonia
chissà dove perduta?

Se io sapessi amarmi
riuscirei a posare ogni dubbio
lì, accanto a quegli abiti da scena?

Se io sapessi estirpare le parole
piantate male
riuscirei a salvare le vecchie radici?

Quante mancate abilità
dirigono le nostre vite?

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

ascoltando Alice Merton – Learn To Live https://www.youtube.com/watch?v=I51C1GtzRs4

Hai freddo?

neve nevica cuore a terra acquarelli e gouache

Ovunque ti trovi, spero tu non abbia freddo

Nevica

Se questa carezza
bianca
penetrasse ogni buio
vorrei imparare
a rinascere albero.
I miei capelli
danzerebbero piano
e miei pensieri
con loro,
silenziosi e chiari
finalmente.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 202

 

  • ascoltando Bert Jansch – In the bleak midwinterhttps://www.youtube.com/watch?v=g6pAyGN44ew (Testo: In the bleak midwinter/Long long ago/Earth stood hard as iron/Water like a stone/Snow had fallen/Snow on snow, snow on snow/In the bleak midwinter/A long long time ago/What can I give Him/Poor as I am?/If I were a shephard/I would give a lamb/And if I were a wise man/I’d duly play my part/What can I give him?/I will give my heart/ Earth stood hard as iron/Frosty winds did blow/In the bleak midwinter/A long long time ago)

Perché in quell’angolo?

Perché hai rinchiuso i tuoi colori in un angolo?
Che ne dici di riportarli al centro di te stess*?

 

Forse

 
Guariremo
dai pensieri stonati,
nodi sgraziati nella trama della vita
– sempre noi, il filo dal brutto colore?

Guariremo
dalle paure furiose
di stanze chiuse e finestre di pietra
guariremo
dal peso perenne di doverci scusare
dal veleno maledetto di alcune parole
e dal maledetto veleno di troppi silenzi.

Stiamo guarendo:
già ora non ricordiamo
chi siamo
e potremmo non voltarci
quando qualcuno urlerà
il nostro nome.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

*ascoltando Kiko Loureiro – Moment Of Truth  https://www.youtube.com/watch?v=55EOLmh9l0U

Scusa

pnsdvrcpt

Scusa

Che cosa vuol dire la parola scusa?
Questa parola sciocca – come me –
sempre in ritardo, spettinata
uscita da un bosco fitto,
ma vestita di limpido
senza bugie nelle tasche

che cosa vuol dire la parola scusa?

Vuol dire aver letto lo spartito
dalla fine
e aver capito
ogni nota
ogni tempo
ogni movimento.

Pesa,
questa parola,
come un cielo di novembre:
cinque lettere faticose
che a dirle tutte in fila si mastica la terra

s   c     u        s              a

cinque lettere di pioggia
su una pagina di vento.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Edizioni, 2020

*ascoltando Santana, Song Of The Wind https://www.youtube.com/watch?v=XdmevPWZTRg