Incontri

Gli incontri avvengono sempre nei momenti in cui la mente è molto libera o molto affollata: nel primo caso avvengono per donare alla nostra anima qualcosa di nuovo, nel secondo per liberare la nostra vita da qualcosa di sbagliato. Osho

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Ci sono incontri che ci aspettano da sempre: con un’idea, con una persona, con un luogo, con una passione. Incontri che si fanno attendere e  l’attesa, in qualche modo, ci sfianca. Altri che invece non sono ancora nati in modo consapevole nei nostri pensieri. Ma ci sono. E no, non dirò “poi ci sono gli incontri che non avverranno mai”: questi  evidentemente non ci stavano aspettando. Ci sono piuttosto gli incontri che non ci accorgiamo di avere già fatto e ancora ci guardiamo attorno cercando qualcosa che già era con noi da molto tempo. Se stai aspettando uno di questi incontri, qualunque  esso sia, ti auguro di riconoscerlo, quando avverrà.

Incontro

Queste dure colline che han fatto il mio corpo
e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio
di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.

L’ho incontrata, una sera: una macchia più chiara
sotto le stelle ambigue, nella foschia d’estate.
Era intorno il sentore di queste colline
più profondo dell’ombra, e d’un tratto suonò
come uscisse da queste colline, una voce più netta
e aspra insieme, una voce di tempi perduti.

Qualche volta la vedo, e mi vive dinanzi
definita, immutabile, come un ricordo.
Io non ho mai potuto afferrarla: la sua realtà
ogni volta mi sfugge e mi porta lontano.
Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:
mi sorprende, e pensarla, un ricordo remoto
dell’infanzia vissuta tra queste colline,
tanto è giovane. È come il mattino, mi accenna negli occhi
tutti i cieli lontani di quei mattini remoti.
E ha negli occhi un proposito fermo: la luce più netta
che abbia avuto mai l’alba su queste colline.

L’ho creata dal fondo di tutte le cose
che mi sono più care, e non riesco a comprenderla

Cesare Pavese,  da Lavorare stanca (1936).

 

Dall’ondeggiante oceano, la folla

Dall’ondeggiante oceano, la folla, venne teneramente a
me una goccia,
mormorando Io ti amo, tra non molto morirò
ho fatto un lungo viaggio solo per guardarti, toccarti,
perché non potevo morire sinché non ti avessi guardato,
perché temevo di poterti poi perdere.

Ora ci siamo incontrati, ci siamo guardati, siamo salvi,
ritorna in pace all’oceano mio amore,
anch’io sono parte di quell’oceano amore, non siamo così
separati,
considera il grande globo, la coesione di tutto, quando è
perfetta!
Ma per me, per te, il mare irresistibile deve separarci,
e se per un’ora ci tiene lontani, non può tenerci lontani
per sempre;
non essere impaziente – un istante – sappi che io saluto
l’aria, l’oceano e la terra,
ogni giorno al tramonto per amor tuo, amore.

Walt Withman, da Children of Adam, in Foglie d’erba, traduzione di Giuseppe Conte.

 

Nessuno potrà
vedermi né chiedermi
qualcosa – In sogno
verrò da te stanotte,
non chiudere la porta del sogno.

Kakinomoto No Hitomaro, (660 ca. – 708 ca.).

 

* Io ascolterei: Elisa – L’anima vola; Francesco Guccini – Incontro; Marillion – This Train is My Life.

Incontriultima modifica: 2016-03-30T16:27:22+02:00da irenesettanta
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