Ma dove sei?

minuta creatura

Ancora sugli incontri necessari (http://lapoesianonsimangia.myblog.it/2017/10/03/un-appuntamento-insolito/): oltre il filo (più o meno) spinato delle nostre esistenze adulte e complicate c’è quella “creatura minuta”  e libera che eravamo noi, tanto tempo fa. E forse ci aspetta.

Lo  specchio

Con i tuoi nei tuoi occhi
è quando ti guardi guardarti
che qualcosa si alza e non si posa più.
 
Da bambino mi posavo sui verdi spenti di novembre,
gli occhi spalancati su un silenzio che baciava dentro,
era leggero ascoltarsi così, cielo nel cielo, paura nella paura.
E portami insieme allora la tua forza e la tua paura,
nascita pura, bambino mio, ombra luminosa.
 
Ti ascolti ancora laggiù laggiù, creatura minuta?
Ma dove sei tu, dove sei tu,
ma veramente?
 

Il spieli

Cui tiei tai tiei vôi
al è cuan’ che tu cjalis cjalâti
che alc a si alce e no si torne a poiâ
 
di frut mi poiavi sui verts distudâts in novembar
i vôi spalancâts ‘tun cidin ch’al bussave par dentri
al jere lizêr scoltâsi cussì, cîl tal cîl, poure ta poure
e partimi insiemit aore la tô farce e la tô poure
pûr nassiment, frut gno, ombre luminose
 
lajù lajù ti scoltistu inmò, creature minude?
ma ‘ndolà sestu tu, ‘ndolà sestu tu
ma veramentri?
 

Pierluigi Cappello, da Inniò, in Azzurro elementare – Poesie 1992-2010, Bur, 2013

 
* ascoltando Jimmy Page, Robert Plant – When I Was A Child https://www.youtube.com/watch?v=F98JnHZ__ng

Fischi per fiaschi

fischi per fiaschi

A chi non è mai capitato di “prendere fischi per fiaschi”, di vedere carrozze ed erano solo zucche, di vedere fiori ed erano solo grovigli di erba matta?  Ma, in certi momenti, sono comunque belli quei fiori inesistenti, fiori  solo per noi, lì, nella nostra fantasia (io, i miei, non li butterò via).

Quando si è scarsi di ragione o senno
càpita che si scambino
fischi per fiaschi
– fa’ che càpiti –
nei sereni di maggio
di’ pure che un usignolo più un usignolo
sommato a un altro usignolo
è una manciata di spiccioli d’oro
gettata nell’aria chissà da chi
chissà per chi
magari fra i tanti per te
quando sei solo

Pierluigi  Cappello, da La misura dell’erba, in Azzurro elementare, Bur, 2013

* ascoltando Traffic – Dear Mr Fantasy https://www.youtube.com/watch?v=pSQ1akE2CcM

Un po’ più soli

Poesia di Pierluigi Cappello, in Mandate a dire all'imperatore, Crocetti Editore

Poesia di Pierluigi Cappello, in Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore

Addio a Pierluigi Cappello, poeta friulano dalla parola nitida, quieta ma viva, incantata ma anche concreta: niente rabbia tra i suoi versi, ma tanto cielo e luce. Aveva 50 anni e ci lascia pagine da leggere e rileggere, e  poi dire –grazie-.

Una rosa

Che cos’è quella rosa sul tavolo
ferma nella sua freschezza come un lago alpino
alta nel suo silenzio piú del fragore
dei quotidiani affastellati lí accanto
piú del disordine dei notiziari,
la concitazione delle chiavi di casa.
Che cos’è questa parola verdeggiante d’amore
se non il suolo dove lasciarsi cadere
la penombra di un bosco da attraversare
e la mano che si apre e prende la mia
e mi conduce a me.

Pierluigi Cappello, da Dediche a chi sa  in Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010

***

Da lontano

Qualche volta, piano piano, quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio
e non c’è più posto per le parole
e a poco a poco ci si raddensa una dolcezza intorno
come una perla intorno al singolo grano di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo un nome amato
per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo
nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo, spezzato.
 
Pierluigi Cappello, da Dediche a chi sa, in Mandate a dire all’imperatore, Crocetti Editore, 2010

***

XXVI
O ài daviert i miei vòi
tai vòi color trist timp
dal cil; lassù Donzel
nus menarà tampieste
 
tampieste e po tampieste
sul trimula dai flors:
inte prime sgoriade
di vint sore dai verts
 
o ài nasat cu l’odor
da lis jerbis di ploie
l’odor penc da l’amor
 
come che amor mi fos
il pes intir di un cil
sore il tanar di un flor.

 

Ho aperto i miei occhi
negli occhi color tempocattivo
del cielo; lassú, Donzel,
ci porterà tempesta

tempesta e poi tempesta
sul tremolio dei fiori:
nella prima frustata
di vento sopra i verdi

ho annusato con l’odore
delle erbe di pioggia
l’odore denso d’amore

come se amore mi fosse
il peso intero di un cielo
sulla tenerezza di un fiore.

Pierluigi Cappello, da Il me Donzel . Poesie 1992-2010, in Azzurro elementare, Bur, 2013

C’è un senso?

un senso

A casa, in macchina, in coda a uno sportello… capita, a volte,  di staccare il pensiero dall’attività che in quell’istante ci tiene occupati e di domandarci: “C’è un senso in tutto questo?” Non sono bei momenti… forse per questo tendiamo a non fermarci mai?

Sosta

Il sole splende sulla colonna ferma al semaforo
rimbalza da lunotto a lunotto, i riflessi abbagliano,
le macchine ronfano calme.
Scopre, oltre il finestrino, l’allegria
imposta delle insegne, dei cartelloni.
Tanto simile, tanto adeguata, ai disegni dei lungodegenti
esposti negli ospizi.
Si va tutti insieme, lungo il rettilineo, si è tutti insieme fermi,
tutti insieme soli.

 
Pierluigi Cappello, da Stato di quiete. Poesie 2010-2016, BUR

 

MATTINE DISASTRATE,
sola in casa,
avanti e indietro scalza dal computer al frigo
per trovare una frase
nel rhum nel whisky, e non so mai quanto,
scrivo anche mail, confondo
i destinatari
e dico ciò che non dovrei mai dire
perché il mondo ha i suoi usi
e una decenza. Io non l’ho appresa.
Non mi contengo come fanno gli altri,
io cerco di spiegargli
la mia rovina e so che non si spiega,
e quando è mezzogiorno trasalisco,
devo tornare all’ordine,
vestirmi, mascherare
il caos in cui mi è parso di danzare – ma se è l’unica
felicità che ormai conosco!
Sei… sei in te? osserva gentilmente
il mio compagno a tavola.
Non è severo, solo non capisce. Lui non si chiede
che senso abbiano i giorni –
ovvero sì: nessuno.
Ma io non posso crederci.

 
Anna Maria Carpi, da L’asso nella neve – Poesie 1990-2010, ed. Transeuropa Nuova Poetica

 

*ascoltando Vasco Rossi – Un senso https://www.youtube.com/watch?v=StRtFh01XUo

 

Coraggio

coraggio1

Oggi sono dovuta rimanere, per un po’ di tempo, in un luogo molto triste, non devastante e devastato come le macerie di un terremoto, ma un luogo dove comunque traballa ogni certezza. In un posto così non ti immagini di poter trovare qualcosa di poetico, e invece è arrivato anche lì un attimo di poesia, inaspettato e forse per questo ancora più bello. È arrivato grazie a  Marco, che si è seduto vicino a me e a chi era con me e ci ha detto: “Io scrivo canzoni, posso cantarvene una?”  E lì, in quel luogo senza alcuna bellezza, tra rumori e silenzio, che lì, in quel luogo, sono entrambi sgraziati, Marco ha cantato sottovoce una canzone d’amore che  somigliava molto a una poesia e che terminava con una speranza. Marco deve fermarsi in quel luogo ancora per un po’ e ha un cognome e anche una pagina/blog dove scrive le sue canzoni, ma non sono sicura di  poterlo citare per cui non lo farò, però voglio dire coraggio, Marco! Coraggio a te, coraggio a chi ce la fa e a chi non ce la fa, coraggio a chi combatte e coraggio  a chi vorrebbe arrendersi, coraggio  a chi trema come la terra e con la terra, coraggio a chi crolla ogni giorno dentro di sé, coraggio a chi si ricostruisce e a chi aiuta a ricostruire. Coraggio

Attieniti alla misura dell’erba

di questo prato che è largo

quanto si stende di verde

è qui che sei approdato, adesso;

ti sei svegliato

hai inforcato gli occhiali

hai calzato le scarpe

hai camminato, perfino:

per questo è plausibile

che ogni soffio di brezza

sia un bacio di Armida

che il prato sorrida

com’è scritto nei libri

Pierluigi Cappello, da La misura dell’erba

 

* Sto ascoltando: Alanis Morissette – You Learn