La donna

Particolare da Due donne Tahitiane con germogli di mango, di Paul Gauguin, 1899

Particolare da Due donne Tahitiane con germogli di mango, di Paul Gauguin, 1899

Secondo me la donna (testo di Giorgio Gaber)

Secondo me la donna, e l’uomo, sono destinati a diventare uguali. In questa nostra epoca, la civiltà si è data un gran da fare, per attenuare certe differenze che erano causa di profonda ingiustizia. C’è stato un graduale avvicinamento, nel modo, di comportarsi, di sentire, di pensare. Insomma, di vivere. Fino alla tanto sospirata parità. Però, secondo me all’inizio di tutto, c’è sempre una donna. 
Secondo me, la donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai. 
Secondo me una donna è coinvolta sessualmente, in tutte le vicende della vita. A volte persino nell’amore. 
Secondo me, una donna  innamorata imbellisce. Un uomo… rincoglionisce.
Secondo me in un salotto, quando non c’è neanche una donna, è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c’é neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra. 
Secondo me un uomo che dice di una donna, quella  lì la dà via, meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai. 
Secondo me una donna che dice ad un uomo con cui sta facendo l’amore, come con te con nessuno, andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza. 
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore, non si può usare il termine sfigata.
Secondo me gli uomini, si sono sempre occupati del potere sulle cose, le donne, del potere sulle persone. Ma questa è seria, non c’entra niente.
Secondo me le donne, quando ci scelgono, non amano proprio noi, forse una proiezione un sogno, un’immagine che hanno dentro. Ma quando ci lasciano, siamo proprio noi quelli che non amano più
Secondo me, una donna che si offre a un uomo sessualmente ed è respinta, rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma  in genere questa versione non regge. E allora pensa: “Eh già, lui si difende…  ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente … oppure si sente bloccato dall’eccessiva eccitazione”.  Il fatto che lei possa non piacere è un’ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione. 
Donna: l’angelo ingannatore. L’ha detto Baudelaire. 
Donna: il più bel fiore del giardino. L’ha detto Goethe. 
Donna: femina maliarda. L’ha detto Shakespeare. 
Donna: sei tutta la mia vita. L’ha detto un mio amico ginecologo. 
Sì, secondo me la donna e l’uomo, sono destinati a rimanere assolutamente differenti. E contrariamente a molti io credo che sia necessario mantenerle se non addirittura esaltarle queste differenze. Perché proprio da questo scontro incontro, tra un uomo e una donna, che si muove l’universo intero. 
All’universo non gliene importa niente dei popoli e delle nazioni, l’universo sa soltanto che senza due corpi differenti, e due pensieri differenti, non c’è futuro.

Testo  di  Giorgio Gaber e Sandro Luporini, dall’album Un’idiozia conquistata a fatica (tratto da www.giorgiogaber.it/discografia-album)

(e ripropongo le poesie dell’8 marzo 2016, qui  http://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/03/07/donne/).

Un filo

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Cercavo qualcosa per la foto che avrei messo qui sopra. Qualcosa che potesse far pensare all’amore nel suo essere  allo stesso tempo leggerissimo e inevitabile.

Intanto avevo deciso che non avrei allineato le lettere della parola “amore”: avete mai conosciuto un amore che segua regole codificate e linee diritte? Esiste forse un amore uguale a un altro e di cui si possano misurare le estensioni?  Quindi,  per le lettere in disordine nessun dubbio, ma cosa mettere nella foto oltre alle lettere?  Qualcosa che suggerisse l’idea di  due (cuori? anime? menti? mani? corpi? tutto insieme?… scegliete voi) uniti, legati per sempre o anche solo per un attimo? Legare, legare…. un filo!

Filo invisibile? Di solito visibile solo ai due interessati, a volte visibile a tutti meno che ai due interessati, a volte bisogna proprio inciamparci, insomma c’è una grande varietà di fili. Un filo a volte si spezza e allora si prova a riannodarlo: quel nodo potrà assicurare il legame in modo ancora più forte, oppure continuerà a sciogliersi a ogni strattone, forse anche questo fa parte del gioco. L’importante è che sia un  filo e non una catena, ma in questo caso non sarebbe già più amore.

Un filo, quindi, in questa foto per S. Valentino: ricorrenza che è un’occasione scontatissima ma imperdibile per  pubblicare (con un po’ di anticipo) qualche poesia d’amore (senza troppo timore di risultare mielosa). E allora eccone alcune, di amori felici e meno felici, vicini o lontani, vivi o già finiti… e poi basta parlare d’amore: viviamolo, a qualunque tipo appartenga!

 

Errore

E con l’amore disse lui è
come con la neve: di quando in
quando cade soffice e su tutti
ma non prende piede.

E lei: l’amore è un fuoco
che scalda sul focolare
ti consuma se ti prende
e lo devi spegnere col piede.

Così parlavano lui l’afferrò
lei non rifiutò
e rimase con lui a giacere.

Lui si sciolse lei si consumò
fino alla fine non vollero credere
a un amore che dura fino alla morte.

Ulla Hahn, da rivista “Poesia”, n. 292, aprile 2014, traduzione di Gio Batta Bucciol

 

Ricongiungimento

Se io capissi
quel che vuol dire
– non vederti più –
credo che la mia vita
qui – finirebbe.
ma per me la terra
è soltanto la zolla che calpesto
e l’altra
che calpesti tu:
il resto
è aria
in cui – zattere sciolte – navighiamo
a incontrarci.
Nel cielo limpido infatti
sorgono a volte piccole nubi
fili di lana
o piume – distanti –
e chi guarda di lì a pochi istanti
vede una nuvola sola
che si allontana.

Antonia Pozzi, da Guardami: sono nuda

 

Suono di corda spezzata

Ci incontrammo io tu
e i suoni di chitarra.
La chitarra
aveva mille vibrazioni
il tuo viso
aveva mille vibrazioni.

Ci lasciammo
io, tu e i suoni di chitarra.
Il tuo viso finì
con un riso spezzato
la chitarra finì
con una corda spezzata.

Suono di corda spezzata
ovunque ti ritrovo.
Suono di un riso spezzato
ovunque ti porto con me.

Ci troveremo io tu
e i suoni di chitarra.

Giorgio Gaber, da La libertà non è star sopra un albero, 1961, scritta con Sandro Luporini.

 

Tattica e strategia

La mia tattica è
guardarti
imparare come sei
amarti come sei

la mia tattica è
parlarti
e ascoltarti
costruire con le parole
un ponte indistruttibile

la mia tattica è
fermarmi nel tuo ricordo
non so come né so
con quale scusa
ma rimanere in te

la mia tattica è
essere onesto
e sapere che tu sei onesta
e che non ci vendiamo
simulacri
affinché tra noi due
non ci sia un sipario
né abissi

la mia strategia
invece è
più profonda e più
semplice
la mia strategia è
che un giorno qualunque
non so come  né so
con quale scusa
avrai bisogno di me.

Mario Benedetti (Paso de Los Toros1920-2009) da Inventario. Poesie 1948-2000, traduzione di Martha Canfield.

 

Ti cercherò sempre

Ti cercherò sempre
sperando di non trovarti mai
mi hai detto all’ultimo congedo

Non ti cercherò mai
sperando sempre di trovarti
ti ho risposto

Al momento l’arguzia speculare
fu sublime
ma ogni giorno che passa
si rinsalda in me
un unico commento
e il commento dice
due imbecilli

Michele Mari, da Cento poesie d’amore a Ladyhawke, Einaudi, 2007.

 

 

Il vero amore non lascia tracce

Il vero amore non lascia tracce
Come la bruma non lascia sfregi
Sul verde cupo della collina

Così il mio corpo non lascia sfregi
Su di te e non lo farà mai
Oltre le finestre nel buio
I bambini vengono, i bambini vanno
Come frecce senza bersaglio
Come manette fatte di neve

Il vero amore non lascia tracce
Se tu e io siamo una cosa sola
Si perde nei nostri abbracci
Come stelle contro il sole
Come una foglia cadente può restare
Un momento nell’aria
Così come la tua testa sul mio petto
Così la mia mano sui tuoi capelli

E molte notti resistono
Senza una luna, senza una stella
Così resisteremo noi
Quando uno dei due sarà via, lontano

Il vero amore non lascia tracce
Se tu e io siamo una cosa sola
Si perde nei nostri abbracci
Come stelle contro il sole

Leonard Cohen, da Morte di un libertino, in Leonard Cohen, Stranger Music – Poesie e canzoni scelte, traduzione di Alessandro Achilli, Baldini & Castoldi.

 

Ho paura di vederti

Ho paura di vederti
bisogno di vederti
speranza di vederti
dispiacere di vederti

Ho voglia di trovarti
preoccupazione di trovarti
certezza di trovarti
miseri dubbi di trovarti

Ho urgenza d’ascoltarti
allegria di ascoltarti
fortuna di ascoltarti
e timore d’ascoltarti

cioè
riassumendo
sono fottuto
e raggiante
forse più la prima cosa
che la seconda
e anche
viceversa.

Mario Benedetti, (Paso de Los Toros1920-2009).

 

Assenza

Dovrò rialzare la vasta vita
che ancora adesso è il tuo specchio:
ogni mattina dovrò ricostruirla.
Da quando ti allontanasti,
quanti luoghi sono diventati vani
e senza senso, uguali
a lumi nel giorno.
Sere che furono nicchia della tua immagine,
musiche in cui sempre mi attendevi,
parole di quel tempo,
io dovrò frantumarle con le mie mani.
In quale profondità nasconderò la mia anima
perché non veda la tua assenza
che come un sole terribile, senza occaso,
brilla definitiva e spietata?
La tua assenza mi circonda
come la corda la gola
il mare chi sprofonda.

Jorge Luis Borges, da Tutte le poesie, traduzione di Domenico Porzio, Mondadori.

* Dovendo scegliere, io ascolterei queste: Percy Sledge – When a Man Loves a Woman;   Ben E. King – Stand by Me; Otis Redding – I’ve Been Loving You too Long; Dire Straits – Romeo and Juliet; Queen – Somebody to love.

Ali

Ho tanti fratelli che non riesco a contarli e una sorella bellissima che si chiama libertà.

Ernesto “Che” Guevara

 

vololibero

Solo alcune poesie che parlano di libertà  o di chi vuole essere libero: parole libere, quindi. Per la  libertà  di essere e di sognare,  per  la libertà di espressione, di cambiamento e di rivoluzione.
Perché le ali, se noi non vogliamo, non ce le può togliere nessuno.

Catene d’acciaio

Quante volte è stata tolta dalle labbra
la mia canzone e quante volte è stato
azzittito il sussurro del mio spirito poetico!
Il significato della gioia è stato
sepolto dalla febbre della tristezza.

Se con i miei versi tu notassi una luce
questa sarebbe il frutto delle mie profonde immaginazioni.
Le mie lacrime non sono servite a niente
e non mi rimane altro che la speranza.

Nonostante io sia figlia della città della poesia,
i miei versi furono mediocri.
La mia opera è come una pianta priva di cure,
da cui non si può pretendere molto.

Nell’archivio della storia,
questo è tutto ciò che mi rappresenta.

Nadia Anjuman, poetessa e giornalista afghana uccisa dal marito a 25 anni, nel 2005, per aver declamato pubblicamente le sue poesie.

 

Per i morti della resistenza

Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce.

Giuseppe Ungaretti

 

Spazio spazio, io voglio

Spazio spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.

Alda Merini, da Vuoto d’amore

 

La libertà

Vorrei essere libero, libero come un uomo.

Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un’avventura.
Sempre libero e vitale
fa l’amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un’opinione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza.
Con addosso l’entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un’invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione

Giorgio Gaber, da  Dialogo tra un impegnato e un non so, scritta con Sandro Luporini,1972.

* Io ascolterei John Lennon, Imagine, https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.google.it%2Fsearch%3Fq%3Dimagine%2520%2520official%26ie%3Dutf-8%26oe%3Dutf-8%26gws_rd%3Dcr%26ei%3D3BfOVpXUI4fQO6v7gIgC&h=HAQFAAoze