Un seme fiorirà

Nonostante l’orrore che viene messo in atto ogni giorno, nonostante  i passi indietro che la storia compie ogni giorno, voglio continuare a credere nelle nuove generazioni (anche tu?).

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Saluterò di nuovo il sole

Saluterò di nuovo il sole,
e il torrente che mi scorreva in petto,
e saluterò le nuvole dei miei lunghi pensieri
e la crescita dolorosa dei pioppi in giardino
che con me hanno percorso le secche stagioni.

Saluterò gli stormi di corvi
che a sera mi portavano in offerta
l’odore dei campi notturni.

Saluterò mia madre, che viveva in uno specchio
e aveva il volto della mia vecchiaia.
E saluterò la terra, il suo desiderio ardente
di ripetermi e riempire di semi verdi
il suo ventre infiammato,
sì, la saluterò
la saluterò di nuovo.

Arrivo, arrivo, arrivo,
con i miei capelli, l’odore che è sotto la terra,
e i miei occhi, l’esperienza densa del buio.
Con gli arbusti che ho strappato ai boschi dietro il muro.

Arrivo, arrivo, arrivo,
e la soglia trabocca d’amore
ed io ad attendere quelli che amano
e la ragazza che è ancora lì,
nella soglia traboccante d’amore, io
la saluterò di nuovo.

Forugh Farrokhzad (Teheran, Iran, 1934-1967), da La strage dei fiori, traduzione e note di Domenico Ingenito, Napoli, Edizioni Orientexpress, 2007

°ascoltando Tracy Chapman – Talkin’ About A Revolutionhttps://www.youtube.com/watch?v=Xv8FBjo1Y8I

Rinascite

rinascere copia

Una rinascita: non sai quando, ma può arrivare.

Le persone si incontrano
per rinascere.
Nascere
non basta mai a nessuno.

Franco Arminio (Bisaccia, 1960), da Resteranno i canti, Bompiani, 2018

°°°

(…) Io,
conosco una piccola triste fata
che abita in un oceano
e suona, dolcemente,
il suo cuore in un flauto magico.
Una piccola triste fata
che muore di notte con un bacio
e rinasce all’alba con un altro bacio.

Forugh Farrokhzad (Teheran, 1935-1967), (ultimi versi di Rinascita) da Un’altra nascita, 1964

°°°

Specchio

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.

Salvatore Quasimodo (Modica, 1901-1968), da Acque e terre, 1930

*ascoltando Carole King- Goin’ Back https://www.youtube.com/watch?v=cS3SEvW-0dA