“The show must go on”? (No, non sempre!)

che merda

Mio padre ha amato profondamente il calcio (quello sano), ha vissuto di e per il calcio (quello del  fair play), e sono certa che questi mondiali indegni e vergognosi (Qatar 2022), questi mondiali che hanno calpestato consapevolmente la dignità e la vita di migliaia di lavoratori sfruttati, non li avrebbe mai guardati, boicottando così uno show che qualche volta si dovrebbe anche fermare.

“(…) Ci sono nel calcio dei momenti esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del “goal”. Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica. Il capocannoniere di un campionato è sempre il miglior poeta dell’anno. In questo momento lo è Savoldi. Il calcio che esprime più goal è il calcio più poetico.

Anche il “dribbling” è di per sé poetico (anche se non “sempre” come l’azione del goal). Infatti il sogno di ogni giocatore (condiviso da ogni spettatore) è partire da metà campo, dribblare tutti e segnare. Se, entro i limiti consentiti, si può immaginare nel calcio una cosa sublime, è proprio questa. Ma non succede mai (…).

Pier Paolo Pasolini, da “Il giorno”, 3 gennaio 1971

°ascoltando Francesco De Gregori – La leva calcistica della classe ‘ 68https://www.youtube.com/watch?v=lETVilXSfNY

Il tempo di scrivere “oggi” ed è già diventato “ieri”

tempova

Buffi questi  giorni che passano lenti fino a una certa età e poi cominciano a correre.
E sicuramente più veloci di noi.
A quale età mentale ci fermeremo mentre questo nostro corpo disubbidiente andrà dietro al tempo?

 

Un giorno di autunno

Eravamo fanciulli
sotto questa tettoja
con questo stesso sole,
e il cuore punto da un’eguale noja.
Noja d’esser vivi
con tanta dolce luce
e colori splendenti.
Noja d’esser fanciulli
con tanto tempo innanzi
più beato e sicuro, vera vita.
Ora torna infinita,
senza futuro, stanca.
O mio corpo invecchiato
in questa giovinezza
serena come il giorno,
scaldati a questo sole
che non ti sembri un sogno
quando in un altro tempo sarai vivo.

(Casarsa, settembre 1944)
Pier Paolo Pasolini, da Carne e cielo, nell’edizione di Salani Editore.

 

Quando mescolata alle mie brune trecce
Ci sarà un’argentea bianca ciocca,
Solo tu, usignolo senza voce,
Saprai comprendere questo tormento.

Col fine udito cogli le voci lontane
E sui rami sottili dei salici,
Tutto arruffato, guardi, e non respiri
Se il canto risuona di un altro.

Adesso, adesso stupivano ancora
I pioppi tutt’intorno,
E riecheggiava, cantava contagiosa
la gioia tua indicibile.

(1912)
Anna Achmatova, da Luna allo Zenit e altre poesie, Passigli Poesia, a cura di Bruno Carnevali.

*ascoltando Queen – Who Wants To Live Forever https://www.youtube.com/watch?v=_Jtpf8N5IDE