21 marzo – Giornata Mondiale della Poesia

“… Muoiono i poeti/ ma non muore la poesia/ perché la poesia/ è infinita/ come la vita.”

                     (Aldo Palazzeschi, da Congedo, in Tutte le poesie)

poesiaLa poesia non è per pochi, la poesia è per tutti e di tutti. Basta non crederla irraggiungibile, basta leggerla e seguire le immagini che  ci suggerisce, le domande che ci pone, le verità che ci fa intravedere. E se la si scrive, la poesia è come una macchina della verità: difficilmente sarà possibile mentire scrivendo una poesia. Nessuna finzione, quindi, ma punti di vista differenti sul mondo: vale sempre la pena leggere una poesia.

Voce attiva

Canta, poeta, canta!
Violenta il silenzio conformato.
Acceca con un’altra luce la luce del giorno.
Inquieta il mondo quieto.
Insegna ad ogni anima la sua ribellione.

Miguel Torga (São Martinho de Anta, 1907-1995), da “Poesia”, n. 182, aprile 2004, traduzione di Daniela Di Pasquale.

 

Inutilità de la poesia

La rosa
così inutile è cosa che spaventa.
Anche la poesia: come  la rosa.

1928

Ferdinando Tartaglia, da Esercizi di verbo, Adelphi.

 

La poesia non è

La poesia non è un filtro delle cose
né un raro sortilegio né un consiglio preciso
non è costretta a dare un messaggio profondo
né a strappare all’oblio le parole superflue

non è aurora di fuoco, né sagoma di dee
non sempre sta a descrivere le vetrate del mondo
non è costretta a essere zaino di vagabondo
e di certo non è sentiero di rose

 
tutto ciò che non è riempie una lunga lista
senza precise regole / poco convenzionale
pressappoco una sfida per il collezionista

invece ciò che è incide il suo segnale
e nel nuovo paesaggio proposto dall’artista
la poesia si assume l’invenzione del reale.

Mario Benedetti, da Inventario: poesie 1948 – 2000, traduzione di Martha L. Canfield, Le Lettere, Firenze, 2001.

(Dell’utilità della poesia parlo anche qui)

21 marzo – Giornata Mondiale della Poesiaultima modifica: 2016-03-20T19:36:25+01:00da irenesettanta
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4 pensieri su “21 marzo – Giornata Mondiale della Poesia

  1. Ciao, ho letto tuttodiunfiato il tuo racconto: con la parola sottoportego hai aperto una cascata di ricordi in quanto ho vissuto a Venezia per 4 anni (media e primo liceo). la nebbia che tutto avvolge e ti penetra nelle ossa… il battito lontano di una campana…l’allegra confusione del carnevale..ecc…
    con la frase “l’opprimente chiarezza della solitudine” caspita! mi hai colpito di nuovo; sono figlio unico posso capire.
    Il racconto, per me, fluisce bene e mi ha lasciato con un sorriso.
    La poesia a volte si trangugia e ti fa venire il mal di pancia!!
    Grazie Irene

    • Grazie a te, Ferruccio! Mi fa piacere se il racconto non ti ha annoiato: è un po’ ingenuo, ma ci sono affezionata (tra i vari motivi, anche perché ho dato all’anziana protagonista il cognome della mia carissima nonna: una cosa divertente quando si scrivono racconti è proprio la scelta dei nomi, che non è mai casuale) e poi, appunto, che qualcosa finisca “quasi bene”, ogni tanto! E sì, la poesia a volte non lascia scampo… Grazie mille per esserti fermato nuovamente in questo spazio!

  2. Ciao , la poesia è una ribellione contro la superficialita’ degl’ animi , un ammutinamento mai avvenuto .

    Relia apre la busta con la delicatezza che le dita deformate dall’ artrite le consentono

    Stupendo , quando le parole diventano immagine.

    • Grazie Franco! Sì, anch’ io penso che la poesia debba essere anche un atto di ribellione, uno scavare oltre la superficie, un andare oltre ogni apparenza. Lasciamo quindi che la poesia rivoluzioni i pensieri (in meglio)! Grazie ancora per il tuo commento, ciao!

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