Un complice

(Come si chiama il tuo complice?)

***

Abbiamo tutti bisogno prima o poi  di un complice
di qualcuno che ci aiuti a usare il cuore
che ci attenda sicuro nelle vecchie soffitte
che denudi il passato e disarmi il dolore

prodigioso / semplice / padrone del suo silenzio
qualcuno che sia del quartiere dove siamo nati
o che per lo meno prenda su di sé i nostri rimorsi
fino a che la coscienza non conceda il suo perdono

complice dell’immaginario ci difende dal mondo
dalla sciabolata del raggio e dalle fiamme del sole
tutti abbiamo bisogno qualche volta di un complice
di qualcuno che ci aiuti a usare il cuore

***

Todos necesitamos alguna vez un cómplice
alguien que nos ayude a usar el corazón
que nos espere ufano en los viejos desvanes
que desnude el pasado y desarme el dolor

prodigioso / sencillo / dueño de su silencio
alguien que esté en el barrio donde nacimos o
que por lo menos cargue nuestros remordimientos
hasta que la conciencia nos cuelgue su perdón

cómplice del trasmundo nos defiende del mundo
del sablazo del rayo y las llamas del sol
todos necesitamos alguna vez un cómplice
alguien que nos ayude a usar el corazón

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009), da Adioses y bienvenidas, 2005

 

°ascoltando Pink Floyd (Feat. Stéphane Grappelli) – Wish You Were Here – https://www.youtube.com/watch?v=Bm4sDyCW0k8

Le rughe?!

 

Ill. tratta da Jimmy Liao, “Incontri disincontri”, Terre di Mezzo, 2017

Ill. tratta da Jimmy Liao, “Incontri disincontri”, Terre di Mezzo, 2017

Che cosa ti dice lo specchio?
(Se ti dice che stai invecchiando non dargli retta: stai “soltanto” vivendo.)

 

Sono stati giovani i vecchi
ma la vita è andata
dipanandosi nello specchio

e saranno vecchi i giovani
ma non riveliamolo
perché anche i muri hanno orecchie.

Mario Benedetti, da Inventario. Poesie 1948-2000, Le Lettere, 2001, traduzione di L. M. Canfield

°ascoltando Jethro Tull – Too Old to Rock ‘n’ Roll: Too Young to Die! https://www.youtube.com/watch?v=ddhjgxk4zL0

Un mistero

mistero

Chi non ha almeno un mistero da risolvere?

Misteri

Tutti abbiamo un mistero
e come è logico ignoriamo
quale sia la chiave il segreto
ne sfioriamo i confini
ne collezioniamo le spoglie
ci smarriamo negli echi
e lo perdiamo nel sonno
proprio quando stava per svelarsi
 
e anche tu hai il tuo
misteriuccio così semplice
che le imposte non lo nascondono
né lo eliminano i presagi
è nei tuoi occhi e li chiudi
è nelle tue mani e le sposti
è nei tuoi seni e li copri
è nel mio mistero e lo abbandoni

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009), da L’amore, le donne e la vita – Poesie scelte con testo a fronte, Nottetempo, 2019

Pausa per inventario

davL’inventario (personale) è un po’ come il caro vecchio diario segreto:
o ci scrivi le cose come stanno realmente o non serve a nulla. (O no?)

Pausa

Ogni tanto bisogna fare
una pausa
contemplarsi
senza l’abitudine quotidiana
esaminare il passato
dato per dato
tappa a tappa
mattonella per mattonella
e non piangersi le menzogne
ma cantarsi le verità.

Mario Benedetti (Paso de los Toros, Uruguay, 1920-2009), traduzione di F. Guerrini

***
 
Pausa
 
De vez en cuando hay que hacer
una pausa
contemplarse a sí mismo
sin la fruición cotidiana
examinar el pasado
rubro por rubro
etapa por etapa
baldosa por baldosa
y no llorarse las mentiras
sino cantarse las verdades.

 

♦ ascoltando Explosions in the Sky – “Time Stops” https://www.youtube.com/watch?v=2YGZ-_aD888

 

Cinquanta (mila) sfumature di (quasi) tutto

sfumature

Sei mai stato etichettat* con leggerezza? Hai mai dovuto spiegare le sfumature a chi vedeva tutto bianco o tutto nero?
Un sano giro nelle scarpe degli altri è forse quello che servirebbe a tutti (compresi i presenti, ovviamente): perché nessuno sa veramente quello che un’altra persona può aver vissuto o sofferto.

Nemmeno

Non lo sa nessuno
nessuno

né il fiume
né la strada
né il tempo
né la spia
né il potente
né il mendicante
né il giudice
né il contadino
né il papa
non lo sa nessuno
nessuno
nemmeno io.

***

Tampoco

Nadie lo sabe
nadie

ni el río
ni la calle
ni el tiempo
ni el espía
ni el poder
ni el mendigo
ni el juez
ni el labriego
ni el papa
nadie lo sabe
nadie
yo tampoco

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009), da Remontar la noche (in Inventario tres – Poesía 1995-2002), Colección Visor de Poesía

♥ ascoltando Jarabe De Palo – Depende https://www.youtube.com/watch?v=GtujUCURgtM

In cosa credi e in cosa no?

Karoline koiss

Karoline Kroiß -“Auf den Punkt IV”, 2013, tratto da https://karolinekroiss.allyou.net/

Il poeta, in questa poesia, ci dice ciò in cui ancora crede (ma anche quello in cui proprio non crede).
Ora provo anch’io a scrivere due colonne su un foglio…
Tu l’hai già fatto questo (difficile) elenco?

Credo

Di colpo ci scostiamo
dalle immagini amate
amica
resti fragile all’orizzonte
ti ho lasciato con tanti pensieri
ma chissà se pensi un po’ a me

tu sai
in questo viaggio alla morte
cos’è la vita
mi sento in buona compagnia
mi sento quasi d’aver risposte
quando immagino là dove sei
forse credi nel mio credo prima di dormire
o m’incontri nei corridoi dei sogni

inutile dirti che a questo punto
non credo a predicatori né generali
né alle natiche di miss universo
né al pentimento dei boia
né al catechismo del comfort
né al flebile perdono di dio

a questo punto della vita
credo agli occhi e alle mani del popolo
in generale
e ai tuoi occhi e alle tue mani
in particolare.

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009),  da L’amore, le donne, la vita, Nottetempo, traduzione di Stefania Marinoni, 2019

 

 

Un saluto

 

 

Ciao numero tre (Terzo addio)

Ti lascio alla tua vita
al  tuo lavoro
alla tua gente
ai tuoi tramonti
e ai tuoi mattini

a spargere fiducia
ti lascio con il mondo
a sconfiggere l’impossibile
certa senza certezze

ti lascio davanti al mare
a decifrarti sola
senza le mie domande vane
senza risposte spezzate

ti lascio senza i miei dubbi
poveri e malridotti
senza l’immaturitá
senza la mia esperienza

ma non prendere
tutto alla lettera
non credere mai
a questo falso addio

saró dove meno
te lo aspetti
per esempio,
in un albero annoso
che oscilla oscuro

saró in un lontano
orizzonte senza ore
nell’impronta di un dito
nella tua ombra e nella mia

saró presente
in quattro o cinque giovani
di quelli che guardi
e subito ti seguono

e magari potessi essere
nella rete dei tuoi sogni
ad attendere i tuoi occhi
e guardarti.

Mario Benedetti, da L’amore, le donne e la vita – Poesie scelte con testo a fronte, Nottetempo, traduzione di Stefania Marinoni

______________________________________

Chau número tres

Te dejo con tu vida
tu trabajo
tu gente
con tus puestas de sol
y tus amaneceres

sembrando tu confianza
te dejo junto al mundo
derrotando imposibles
segura sin seguro

te dejo frente al mar
descifrándote sola
sin mi pregunta a ciegas
sin mi respuesta rota

te dejo sin mis dudas
pobres y malheridas
sin mis inmadureces
sin mi veteranía

pero tampoco creas
a pie juntillas todo
no creas nunca creas
este falso abandono

estaré donde menos
lo esperes
por ejemplo
en un árbol añoso
de oscuros cabeceos

estaré en un lejano
horizonte sin horas
en la huella del tacto
en tu sombra y mi sombra

estaré repartido
en cuatro o cinco pibes
de esos que vos mirás
y enseguida te siguen

y ojalá pueda estar
de tu sueño en la red
esperando tus ojos
y mirandoté.

*ascoltando The Smiths – Oscillate Wildly https://www.youtube.com/watch?v=hfADf-PvhKY

 

21 marzo – Giornata Mondiale della Poesia

“… Muoiono i poeti/ ma non muore la poesia/ perché la poesia/ è infinita/ come la vita.”

                     (Aldo Palazzeschi, da Congedo, in Tutte le poesie)

poesiaLa poesia non è per pochi, la poesia è per tutti e di tutti. Basta non crederla irraggiungibile, basta leggerla e seguire le immagini che  ci suggerisce, le domande che ci pone, le verità che ci fa intravedere. E se la si scrive, la poesia è come una macchina della verità: difficilmente sarà possibile mentire scrivendo una poesia. Nessuna finzione, quindi, ma punti di vista differenti sul mondo: vale sempre la pena leggere una poesia.

Voce attiva

Canta, poeta, canta!
Violenta il silenzio conformato.
Acceca con un’altra luce la luce del giorno.
Inquieta il mondo quieto.
Insegna ad ogni anima la sua ribellione.

Miguel Torga (São Martinho de Anta, 1907-1995), da “Poesia”, n. 182, aprile 2004, traduzione di Daniela Di Pasquale.

 

Inutilità de la poesia

La rosa
così inutile è cosa che spaventa.
Anche la poesia: come  la rosa.

1928

Ferdinando Tartaglia, da Esercizi di verbo, Adelphi.

 

La poesia non è

La poesia non è un filtro delle cose
né un raro sortilegio né un consiglio preciso
non è costretta a dare un messaggio profondo
né a strappare all’oblio le parole superflue

non è aurora di fuoco, né sagoma di dee
non sempre sta a descrivere le vetrate del mondo
non è costretta a essere zaino di vagabondo
e di certo non è sentiero di rose

 
tutto ciò che non è riempie una lunga lista
senza precise regole / poco convenzionale
pressappoco una sfida per il collezionista

invece ciò che è incide il suo segnale
e nel nuovo paesaggio proposto dall’artista
la poesia si assume l’invenzione del reale.

Mario Benedetti, da Inventario: poesie 1948 – 2000, traduzione di Martha L. Canfield, Le Lettere, Firenze, 2001.

(Dell’utilità della poesia parlo anche qui)