Luogo e data (da tradurre)

la data

Non avevo mai pensato a questo particolare. La data nelle lettere. L’ho sempre scritta e basta: nelle lettere, nei biglietti d’auguri, sui libri regalati. La prossima volta proverò a tradurre in emozione anche la data…

Strano mettere la data
alle lettere come fossero
valide solo per oggi come
rassicurandosi di non poterle
rileggere domani. strano sapere
che tutto varia indefinitamente
strano mettere il luogo da
cui vengono scritte e non
quello da cui partono
non: dal cuore per un attimo
dall’anima prevedibilmente
per sempre, dal corpo
per una notte che lo riduca
in cenere.

ottobre 96

Chandra Livia Candiani, da Io con vestito leggero, Campanotto, 2005

*ascoltando George Lynch – I Will Remember https://www.youtube.com/watch?v=_j4riYsXQR8

Insoliti fiori

chescrivoafare

Hai mai ricevuto dei fiori di carta?

Giardino d’inverno

La tua busta
con i due francobolli gialli e rossi
l’ho piantata
dentro il vaso dei fiori.
La voglio
innaffiare ogni giorno
allora mi cresceranno le tue lettere
Lettere
belle
e lettere tristi
e lettere
che odorano di te.
Avrei dovuto
farlo prima
non solo
così tardi nell’anno.

Erich Fried (Vienna, 1921- Baden-Baden, 1988), da Liebesgedichte, 1979

*ascoltando Joe Cocker – The Letter https://www.youtube.com/watch?v=VFHA15B8iNI

Lettere ridicole?

ridicole

Forse sì, ha ragione Pessoa: le lettere d’amore devono essere ridicole.
Quanti, nel mondo e in ogni tempo, quelli che hanno scritto lettere ridicole?

(Sms e messaggi WhatsApp non contano!)

Tutte le lettere d’amore sono ridicole

Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.

Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.

Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.

Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.

Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.

La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.

(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente
ridicole).

***

Todas as cartas de amor são ridículas

Todas as cartas de amor são
Ridículas.
Não seriam cartas de amor se não fossem
Ridículas.

Também escrevi em meu tempo cartas de amor,
Como as outras,
Ridículas.

As cartas de amor, se há amor,
Têm de ser
Ridículas.

Mas, afinal,
Só as criaturas que nunca escreveram
Cartas de amor
É que são
Ridículas.

Quem me dera no tempo em que escrevia
Sem dar por isso
Cartas de amor
Ridículas.

A verdade é que hoje
As minhas memórias
Dessas cartas de amor
É que são
Ridículas.

(Todas as palavras esdrúxulas,
Como os sentimentos esdrúxulos,
São naturalmente
Ridículas.)

Fernando Pessoa (Lisbona,  1888 – 1935)

– Ascoltando  Joe Cocker – The Letter https://www.youtube.com/watch?v=VFHA15B8iNI

(Di altre lettere se ne parla qui https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/08/02/lettere-scarabocchi-canzoni/ e qui https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2017/10/23/cera-posta-per-te/)

C’è(ra) posta per te

c'è posta

Tanto tempo fa c’erano le lettere di carta, con la loro anima da toccare: chi se le ricorda più? Ma, tutto sommato, le parole di queste tre poesie-lettere si leggerebbero volentieri ovunque.

 

Ti scrivo per dirti
qualcosa che non so,
un tocco,
qui nevica
la neve è evidente
nevica e te lo dico
neve sottile.
Ti regalo città bianca
di mollica
la neve vede tutti
ogni filo d’erba
contro i muri
ha un piccolo berretto
ghiaccioli al collo dei semafori
la neve vede tutti
ed è evidente
non so dirti nulla
quello che conta è il filo
questo filo di voce,
di scrittura
per dirti quello che non so,
ti voglio un bene
evidente.

Chandra Livia Candiani, La bambina pugile o la precisione dell’amore, Torino, Einaudi, 2014

 

La tua lettera sul lenzuolo, sotto la lampada odorosa
Azzurra come la camicia nuova che il giovanotto si liscia
Canticchiando, come il cielo e il mare e il mio sogno
La tua lettera. Il mare ha il suo sale, e l’aria il latte il pane il riso, dico il suo sale
La vita ha la sua linfa, e la terra il suo senso
Il senso di Dio e il suo moto.
La tua lettera. Senza di lei la vita non sarebbe vita
Le tue labbra mio sale e mio sole, aria mia fresca e mia neve.

Léopold Sédar Senghor (1906-2001, è stato tra i più importanti poeti africani del ‘900 e il primo Presidente Della Repubblica Senegalese dal 1960 al 1980), tratta da Poesie d’amore nel Novecento, Crocetti Editore, 2007, traduzione di Marcella Glisenti

Se (Lettera al figlio)

Se riesci a non perdere la testa quando tutti
Intorno a te la perdono, dandone la colpa a te.
Se riesci ad avere fiducia in te stesso, quando tutti dubitano di te,
Ma anche a tenere nel giusto conto il loro dubitare.
Se riesci ad aspettare senza stancarti dell’attesa,
O essendo calunniato, a non rispondere con calunnie,
O essendo odiato, a non abbandonarti all’odio
Pur non mostrandoti troppo buono, né parlando troppo da saggio.

Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni,
Se riesci a pensare, senza fare dei pensieri il tuo fine;
Se riesci, incontrando il Trionfo e la Sconfitta
A trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare il sentire le verità che hai detto
Travisate da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi,
O vedere le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E chinarti e ricostruirle con i tuoi strumenti logori.

Se riesci a fare un cumulo di tutte le tue vincite
E a rischiarlo tutto in un solo colpo a testa o croce,
E perdere, e ricominciare dall’inizio
Senza dire mai una parola su ciò che hai perso.
Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi tendini
A sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più
E di conseguenza resistere quando in te non c’è niente
Tranne la tua Volontà che dice loro: “Resistete!”

Se riesci a parlare con le folle mantenendo la tua virtù
O a passeggiare con i re senza perdere il senso comune,
Se né nemici, né affettuosi amici possono ferirti;
Se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo,
Se riesci a riempire l’inesorabile minuto
Con un momento del valore di sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E, quel che più conta, sarai un Uomo, figlio mio!

Rudyard Kipling, da Ricompense e Fate – Rewards and Fairies, traduzione di G. Carro

 
* Ascoltando: Nat King Cole – I’m Gonna Sit Right Down and Write Myself a Letter https://www.youtube.com/watch?v=UDF9Fmn4-dE
The Cure – A Letter To Elise https://www.youtube.com/watch?v=-AUCSkHCrwY
Enzo Jannacci – Lettera da lontano https://www.youtube.com/watch?v=zAWKuoTc3zs