Curriculum aggiornato

Dorothea Lange - blog di poesia

Professione: una persona
Anni di esperienza: dalla nascita ad oggi
Obiettivi a breve termine: vivere

***

 

Curriculum vitæ

Non sono né pietra né nuvola
né campana e neppure liuto
percosso da angelo o demone
Fin dall’inizio non sono stato che un uomo
e non voglio essere altro

Sono cresciuto come uomo
ho subìto il torto
talvolta ho fatto il torto
e talvolta il bene

Come uomo mi indigno
per l’ingiustizia e mi rallegro
per ogni barlume di speranza
Come uomo sono desto e stanco
e lavoro e ho apprensioni
e sete di comprendere
e d’essere compreso

Come uomo provo piacere per i miei amici
e provo piacere per la donna e i figli e i nipoti
e temo per loro e ho nostalgia della sicurezza
e voglio stare con gli uomini e talvolta solo
e compiango ogni notte trascorsa senza amore

Come uomo sono malato e vecchio
e morirò
e non sarò né pietra
né nuvola né campana
ma terra o cenere
ma questo non importa

Erich Fried (Vienna, 1921-1988), in Dimmi un verso anima mia – Antologia della poesia universale, traduzione di Gio Batta Bucciol, Crocetti editore, 2023

°ascoltando JFDR – My Workhttps://www.youtube.com/watch?v=pnyrC6sO07g
 

 

 

 

Che cosa cerchi in una poesia?

ciao

Va bene, è vero: la poesia non si mangia.
Ma io preferisco averne in casa sempre una cassetta.

Ma tu, che cosa cerchi in una poesia? (Se adesso stai leggendo in questo “posto dove si parla di poesia” probabilmente non detesti la poesia, perciò mi permetto di farti questa domanda; se invece sei capitato qui per caso… comunque la domanda ormai l’ho fatta!)

Leggere poesie

Chi
da una poesia
si aspetta la salvezza
dovrebbe piuttosto
imparare
a leggere poesie

Chi
da una poesia
non aspetta alcuna salvezza
dovrebbe piuttosto
imparare
a leggere poesie

°°°

Gedichte lesen

Wer
von einem Gedicht
seine Rettung erwartet
der sollte lieber
lernen
Gedichte zu lesen

Wer
von einem Gedicht
keine Rettung erwartet
der sollte lieber
lernen
Gedichte zu lesen

Erich Fried, da È quel che è. Poesie d’amore di paura di collera, Torino, Einaudi, 1988, traduzione di Andrea Casalegno

*ascoltando Cecco Angiolieri cantato da Fabrizio de Andrè – S’i fossi foco https://www.youtube.com/watch?v=L88kjOnBdEY

Non dimezziamoci

unmezzo

Te

Te
lasciarti essere te
tutta intera

Vedere
che tu sei tu solo
se sei
tutto ciò che sei
la tenerezza
e la furia
quel che vuole sottrarsi
e quel che vuole aderire

Chi ama solo una metà
non ti ama a metà
ma per nulla
ti vuole ritagliare a misura
amputare
mutilare

Lasciarti essere te
è difficile o facile?
Non dipende da quanta
intenzione e saggezza
ma da quanto amore e quanta
aperta nostalgia di tutto –
di tutto
quel che tu sei

Del calore
e del freddo
della bontà
e della protervia
della tua volontà
e irritazione
di ogni tuo gesto
della tua ritrosia
incostanza
costanza

Allora
questo
lasciarti essere te
non è forse
così difficile 

°°°

Dich

Dich
dich sein lassen
ganz dich

Sehen
dass du nur du bist
wenn du alles bist
was du bist
das Zarte
und das Wilde
das was sich losreißen
und das was sich anschmiegen will

Wer nur die Hälfte liebt
der liebt dich nicht halb
sondern gar nicht
der will dich zurechtschneiden
amputieren
verstümmeln

Dich dich sein lassen
ob das schwer oder leicht ist?
Es kommt nicht darauf an mit wieviel
Vorbedacht und Verstand
sondern mit wieviel Liebe und mit wieviel
offener Sehnsucht nach allem –
nach allem
was du ist

Nach der Wärme
und nach der Kälte
nach der Güte
und nach dem Starrsinn
nach deinem Willen
und deinem Unwillen
nach jeder deiner Gebärden
nach deiner Ungebärdigkeit
Unstetigkeit
Stetigkeit

Dann
ist dieses
dich dich sein lassen
vielleicht
gar nicht so schwer. 

Erich Fried, da È quel che è, Einaudi, 1983, traduzione di Andrea Casalegno

 

*ascoltando Pink Floyd – Eclipse https://www.youtube.com/watch?v=WZtfsfoKSB0

“Soltanto non sarebbe…”

scie-mi

Qualcuno potrebbe dire “voglio tornare indietro!” o “non t’avessi mai incontrato!”.  In questa poesia, invece, il poeta dice qualcos’altro.

Soltanto non sarebbe

La vita
sarebbe
forse più semplice
se io
non ti avessi mai incontrata

Meno sconforto
ogni volta
che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che ancora verrà

E anche meno
di quella nostalgia impotente
che quando non ci sei
pretende l’impossibile
e subito
fra un istante
e che poi
giacché non è possibile
si sgomenta
e respira a fatica

La vita
sarebbe forse
più semplice
se io
non ti avessi incontrata
Soltanto non sarebbe
la mia vita

Erich Fried (1921-1988), da È quel che è, Einaudi, 1988,  traduzione di Andrea Casalegno

*ascoltando Jason Becker – Taking Me Back https://www.youtube.com/watch?v=q3IQ6j8FQac

Insoliti fiori

chescrivoafare

Hai mai ricevuto dei fiori di carta?

Giardino d’inverno

La tua busta
con i due francobolli gialli e rossi
l’ho piantata
dentro il vaso dei fiori.
La voglio
innaffiare ogni giorno
allora mi cresceranno le tue lettere
Lettere
belle
e lettere tristi
e lettere
che odorano di te.
Avrei dovuto
farlo prima
non solo
così tardi nell’anno.

Erich Fried (Vienna, 1921- Baden-Baden, 1988), da Liebesgedichte, 1979

*ascoltando Joe Cocker – The Letter https://www.youtube.com/watch?v=VFHA15B8iNI

Un curioso attimo di gelosia

gattogeloso

Concorrenza sleale di prima mattina

Quando dissi:
“facciamo l’amore”
dicesti no
spiegandomi:
“Ho appena conosciuto in sogno
un uomo amabile.
Era cieco
ed era un tedesco
Non è buffo?”

Ti augurai sogni d’oro
e scesi da basso
alla mia scrivania
ma geloso
come non mai

°°°
 
Schmutzkonkurrenz am Morgen

Als ich Liebe vorschlug
lehntest du ab
und erklärtest mir:
“Ich habe eben einen
liebenswördigen Mann
kennengelernt
im Traum.
Er war blind
und er war ein Deutscher
Ist das nicht komisch?”

Ich wünschte dir schöne Träume
und ging hinunter
an meinen Schreibtisch
aber so eifersüchtig
wie sonst kaum je

Erich Fried, da È quel che è (Es ist was es ist), Einaudi, 1988
 

* ascoltando John Lennon – Jealous Guy https://www.youtube.com/watch?v=hmTCPVwRi1Q</a

Tu sei tu?

specchiospecchio

Chi è intero, chi è dimezzato, chi è un puzzle, chi non è, e tu (sì, dico a te), sei tu (proprio tu)?

Te

Te
lasciarti essere te
tutta intera
Vedere
che tu sei tu solo
se sei
tutto ciò che sei
la tenerezza
e la furia
quel che vuole sottrarsi
e quel che vuole aderire
Chi ama solo una metà
non ti ama a metà
ma per nulla
ti vuole ritagliare a misura
amputare
mutilare
Lasciarti essere te
è difficile o facile?
Non dipende da quanta
intenzione e saggezza
ma da quanto amore e quanta
aperta nostalgia di tutto-
di tutto
quel che tu sei
Del calore
e del freddo
della bontà
e della protervia
della tua volontà
e irritazione
di ogni tuo gesto
della tua ritrosia
incostanza
costanza
Allora
questo
lasciarti essere te
non è forse
così difficile.

Erich Fried, da È quel che è, Einaudi, 1988, traduzione di Andrea Casalegno

 

Io sono spaccata, io sono nel passato prossimo,
io sono sempre cinque minuti fa,
il mio dire è fallimentare,
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all’essere e non lo so dire, non lo so dire,

io appartengo e non lo so dire
io sono senza aggettivi, io sono senza predicati,
io indebolisco la sintassi, io consumo le parole,
io non ho parole pregnanti, io non ho parole
cangianti, io non ho parole mutevoli, non ho parole perturbanti,

io non ho abbastanza parole, le parole mi si
consumano, io non ho parole che svelino, io non ho
parole che puliscano, io non ho parole che riposino,
io non ho mai parole abbastanza, mai abbastanza
parole, mai abbastanza parole

ho solo parole correnti, ho solo parole di serie,
ho solo parole fallimentari, ho solo parole deludenti,
ho solo parole che mi deludono,
le mie parole mi deludono, sempre mi deludono,
sempre mi deludono, sempre mi mancano
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all’essere e non lo so dire, non lo so dire, io
appartengo e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo all’essere, all’essere e non lo so dire.

Mariangela Gualtieri, da Fuoco centrale e altre poesie per il teatro, Einaudi, 2003

*ascoltando  The Who – Who Are You
https://www.youtube.com/watch?v=24wWxeywfZo

(Più o meno la stessa domanda, qui https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/01/20/chi-sei/)

Ricordare per dimenticare?

vqlps

Quando dimentichi che devi dimenticare, forse sei a buon punto.

Forse

Ricordare
è
forse
il modo più tormentoso
di dimenticare
e forse
il modo più gradevole
di lenire
questo tormento

Erich Fried, da Es ist was es ist, 1983,  traduzione di Andrea Casalegno

* qualcosa da ascoltare: Leonard Cohen – I Can’t Forget https://www.youtube.com/watch?time_continue=4&v=zgJt2M7t2CE; Peter Gabriel – I Don’t Remember https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=87yl5pbF-ZI

Ricordi difficili anche qui http://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/01/12/dimenticare-o-ricordare/      http://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/03/13/delete-cancellare/

 

(Comunque) ama!

ama

Senza risparmio, senza convenienza (nessuna economia, nell’amore) e possibilmente senza logica.

L’amore non dà nulla fuorché sé stesso
e non coglie nulla se non da sé stesso.
L’amore non possiede,
né vorrebbe essere posseduto
poiché l’amore basta all’amore.

Khalil Gibran

Sull’Amore
 
Si chiama amore ogni superiorità,
ogni capacità di comprensione,
ogni capacità di sorridere nel dolore.
Amore per noi stessi
e per il nostro destino, affettuosa adesione
a ciò che l’Imperscrutabile vuole fare di noi
anche quando non siamo ancora in grado
di vederlo e di comprenderlo –
questo è ciò a cui tendiamo.

Herman Hesse

È quel che è

È assurdo
dice la ragione
È quel che è
dice l’amore
È l’infelicità
dice il calcolo
Non è altro che dolore
dice la paura
È vano
dice il giudizio
È quel che è
dice l’amore
È ridicolo
dice l’orgoglio
È avventato
dice la prudenza
È impossibile
dice l’esperienza
È quel che è
dice l’amore.

Erich Fried, da È quel che è, Einaudi, 1988.

* ascoltando Frankie Goes To Hollywood – The Power Of Love

“Un bacio, insomma, che cos’è mai un bacio?”

“E c’è una sola saliva e un solo sapore di frutta matura, e io ti sento tremare stretta a me come una luna nell’acqua.” Julio Cortázar

 bacio-hotel-de-ville

Un bacio, insomma, che cos’è mai un bacio?” si chiede Cyrano. E tanti altri si sono posti la stessa domanda. Tra le mille definizioni di bacio che la letteratura ci regala, ne riporto una,  pacata e lucida, che trovo molto vera: “I baci non sono anticipo d’altre tenerezze, sono il punto più alto” (lo scrive Erri De Luca nel libro Il contrario di uno).

 

Prolungamento di un bacio

Ieri ti ho baciato sulle labbra.
Ti ho baciato sulle labbra. Intense,
rosse. Un bacio così corto
durato più di un lampo,
di un miracolo, più ancora.
Il tempo
dopo averti baciato
non valeva più a nulla
ormai, a nulla
era valso prima.
Nel bacio il suo inizio e la sua fine.

Oggi sto baciando un bacio;
non solo con le mie labbra.
Le poso
non sulla bocca, no, non più
– dov’è fuggita? –
Le poso
sul bacio che ieri ti ho dato
sulle bocche unite
dal bacio che hanno baciato.
E dura questo bacio
più del silenzio, della luce.
Perché io non bacio ora
né una carne né una bocca
che scappa, che mi sfugge.
No.
Ti sto baciando più lontano.

Pedro Salinas, da La voz a ti debida (La voce a te dovuta).

 

La signora ed i baci

Una signora voleva tanto dargli dei baci,
non dico troppi, anche solo sette, otto mila.
Invece era proibito, perciò non glieli dava.
Se però non fosse stato proibito
glieli avrebbe dati tutti,
dal primo all’ultimo.
A cosa servono i baci se non si danno?

Vivian Lamarque, da Poesia d’amore del Novecento, Milano, Crocetti Editore, 1996.

 

Quando ti bacio

Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo
che bacio
io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso.

Erich Fried, traduzione di Riccarda Novello.

 

*Qualche bacio nelle canzoni: Carmen Consoli – L’ultimo bacio; Elisa – L’anima vola; Bruce Springsteen Then She Kissed Me.