Di qua o di là?

(Sarà facile ritornare al nostro corpo stellare?)

***

 

 

Corpo stellare

Mi segui con un pensiero, sei un pensiero
che non devo nemmeno pensare, come un brivido
mi strini piano la pelle, muovi gli occhi
verso un punto chiaro di luce. Sei un ricordo
perduto e luminoso, sei il mio sogno
senza sogno e senza ricordi, la porta che chiude
e apre sulla corrente di un fiume impetuoso. Sei una cosa
che nessuna parola può dire e che in ogni parola
risuona come l’eco di un lento respiro, sei il mio vento
di foglie e primavere, la voce che chiama
da un posto che non so e riconosco e che è mio.
Sei l’ululato di un lupo, la voce del cervo
vivo e ferito a morte. Il mio corpo stellare.
 

Fabio Pusterla, da Da qualche parte nello spazio: Poesie 2011-2021, Le Lettere, 2022

°ascoltando Pink Floyd –  Interstellar Overdrivehttps://www.youtube.com/watch?v=xaK4r0pQaJ0

 

Apparenze

 

app

 

Al doganiere

Al doganiere dichiaro
una scatola d’ovomaltina,
frutta secca, piselli sottovuoto;
a mio modo solenne, poi,
due bottiglie di vino.
Taccio invece di te, della tua foto
nascosta tra i documenti.
Annuisce contento:
mi crede sano.

Fabio Pusterla, da Concessioni all’inverno, 1985, in Le terre emerse – Poesie scelte 1985-2008, Einaudi

*ascoltando Jeff Beck Group – Shapes Of Things https://www.youtube.com/watch?v=-kaJIynR15s

Che ansia!

Particolare della copertina dell'album In the Court of the Crimson King, King Crimson, 1969

Particolare della copertina dell’album In the Court of the Crimson King, King Crimson, 1969

Il traffico, le convenzioni sociali, gli happy hour, i saldi di fine-inizio-mezza stagione…

che ANSIA!

Stanze del crepuscolo

El más truhán se lleva la mano al corazón,
y el bruto más espeso se carga de razón.

Antonio Machado

 

Crepuscolo. Una donna impellicciata
ne chiama un’altra sull’altro marciapiedi
come da un’altra riva, che cammina
lenta con un bambino per mano costeggiando
le luminarie di quartiere, il traffico, l’opaco
fiume di un martedì. E «No,» risponde
«no grazie, ho appena fatto la merenda di Natale
all’asilo, sono piena come un uovo
di Pasqua», e si allontana ridendo
da sola alla battuta involontaria. Il bambino
la segue con aria candida e paciosa
forse sperando nei cartoni
animati o invece solo
torpidamente digerendo il pandoro.

Per strada, da un giornale abbandonato
urla la faccia del politico di turno,
dichiara:«Sono fiero
di me che rappresento
il bene del Paese. La mia è stata
comunque una grande avventura,
la nostra gente lo sa,
malgrado la stangata che mi sono
beccato. E gli altri,
Raus». «Sembra il Duce»,
ha detto un giorno mia madre
non di lui ma di un suo simile
certo persino peggiore
o più potente e più bieco.

Dicono che in tedesco la parola Angst
copra lo spettro livido che corre
dall’ansia alla paura, con ogni sfumatura
intermedia: cieco timore, angoscia,
presentimento cupo di sventura,
cristalli rotti, roghi e il resto poi,
che consegue. Economia
semantica, riassumere
in cinque lettere tutto il venir meno
della luce. Tutto lo sprofondare
fra di noi.

Fabio Pusterla (Mendrisio, Svizzera, 1957), da Cenere o terra, Marcos y Marcos ed.

*ascoltando CCCP – Stati di agitazione https://www.youtube.com/watch?v=7SU6CIjbBUQ