Comfort Zone

In primo piano

La zona di comfort: questa super citata zona da cui pare ci si debba allontanare spesso e con decisione (dopo il Triangolo delle Bermude, sembra essere la zona più rischiosa per la nostra esistenza). Ma “il massimo comfort”, non è forse il mantra di ogni promessa pubblicitaria? Auto, vacanze, abiti, scarpe, telefoni: tutti i comfort possibili ci vengono “offerti”  (in vendita, ovviamente), però nel frattempo dobbiamo uscire dal nostro comfort mentale. Non lo so, ci devo pensare… e tu?

***

io resterei

 

io invece la vorrei abitare
la comfort zone – additata e disdegnata –
vorrei farci il nido la cuccia il rifugio
il mio saldo castello, sprangare la porta
le finestre richiudere – solo un cambio dell’aria –
non m’interessa più dimostrarmi
contorsionista equilibrista modernissima
navigatrice di sfide autoinflitte
io mi ci vorrei fermare finanche adagiarmi

dove mi sento bene
 
voi, se ne avete voglia
uscite andate evolvete
                      io resterei

©irene.marchi.2024

 

°ascoltando Ludovico Einaudi – Un mondo a parte – https://www.youtube.com/watch?v=A0c7E-CwzME.youtube.com/watch?v=gR4KZjXhoV0

Un complice

In primo piano

(Come si chiama il tuo complice?)

***

Abbiamo tutti bisogno prima o poi  di un complice
di qualcuno che ci aiuti a usare il cuore
che ci attenda sicuro nelle vecchie soffitte
che denudi il passato e disarmi il dolore

prodigioso / semplice / padrone del suo silenzio
qualcuno che sia del quartiere dove siamo nati
o che per lo meno prenda su di sé i nostri rimorsi
fino a che la coscienza non conceda il suo perdono

complice dell’immaginario ci difende dal mondo
dalla sciabolata del raggio e dalle fiamme del sole
tutti abbiamo bisogno qualche volta di un complice
di qualcuno che ci aiuti a usare il cuore

***

Todos necesitamos alguna vez un cómplice
alguien que nos ayude a usar el corazón
que nos espere ufano en los viejos desvanes
que desnude el pasado y desarme el dolor

prodigioso / sencillo / dueño de su silencio
alguien que esté en el barrio donde nacimos o
que por lo menos cargue nuestros remordimientos
hasta que la conciencia nos cuelgue su perdón

cómplice del trasmundo nos defiende del mundo
del sablazo del rayo y las llamas del sol
todos necesitamos alguna vez un cómplice
alguien que nos ayude a usar el corazón

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009), da Adioses y bienvenidas, 2005

 

°ascoltando Pink Floyd (Feat. Stéphane Grappelli) – Wish You Were Here – https://www.youtube.com/watch?v=Bm4sDyCW0k8

Crederci o no?

In primo piano

 

(Passerò ai fondi di caffè)

 

la sfera di cristallo
 

la sfera di cristallo – ebbene sì –
mi sta prendendo in giro predice
eventi senza logici agganci
alla realtà confonde numeri
e colori, con forza la getterei
a terra – in mille pezzi taglienti –
ma poi no, mi trattengo, non vorrei
che si avverasse soltanto questo:
un chiaro improvviso frantumarsi
 
Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

°ascoltando Pearl Jam – Retrograde https://www.youtube.com/watch?v=n9xaDlY2hPE&t=50s

“… mezzo gaudio”?

Non è così un po’ per tutti, la vita?

***

Da ieri da sempre
 
Da ieri da sempre da quando
rappresento una parte nella vita
(vaga incomprensibile parte
come quei personaggi minori
che nei lunghi romanzi non si sa
mai bene come vadano a finire)
da sempre da allora
io vo inseguendo qualcuno o qualcosa
che non vuole saperne di me

Daria Menicanti, da Il concerto del grillo, Mimesis, 2013

°ascoltando God Is An Astronaut – Forever Losthttps://www.youtube.com/watch?v=27NKNgV9_k8&t=7s

Un luogo così

 

Un luogo così: disarmato, franabile, ma vuoto e sereno. Dice che è in ognuno di noi, quindi non dobbiamo cercare lontano, andiamo…

***

 

Non inghiotto piú carboni ardenti
come fossero sorsi d’acqua pura,
ho imparato ad andarmene
prima di bruciare viva,
io qui sto in una comunità di alberi
che mi precede nel silenzio,
e so di un luogo dentro ognuno di noi
piú piccolo della capocchia di uno spillo
disarmato e solo, franabile
ma dove quando hai perso tutti,
come in una nevicata, posata la neve,
non c’è nient’altro che la sorpresa,
il nuovo mondo vuoto e sereno
le mani inoperose la schiena leggera,
e benedetta sia la scoperchiatura che fa la gioia.

Chandra Candiani da Primavera, in Pane del bosco. 2020-2023, Einaudi, 2023

°ascoltando Edvard Grieg, Il mattino, da Peer Gynt – Suite per orchestra, Nr. 1 (Op.46)
https://www.youtube.com/watch?v=IQxMXixxhzI

Forse

blog di poesia area bambini

Potendo, che cosa diresti alla bambina o al bambino che sei stat*? Io, forse (e sottolineo forse), le direi così:

 

brava bimba, bimba bella

se io non fossi così stanca
verrei a prenderti  correndo
lì dove ora ti trovi
e ti darei la mano urlando
dai, che fai? è ora
di svegliarsi, di uscire è l’ora
brava bimba, bimba bella
se io non fossi così stanca
ti rivelerei  il finale, ti risparmierei
l’evitabile l’inutile e l’incerto
e invece
ho troppi anni addosso
e ho smesso di correre da tempo
ormai  ti sei persa
brava bimba, bimba bella
io ti lascio

©irene.marchi.2024

°ascoltando (a ripetizione) Janis Joplin – Little Girl Blue
https://www.youtube.com/watch?v=rX8hOw31wCQ

E intanto il tempo passa

Il tempo che fa? Va, passa, vola… purtroppo (o per fortuna?).

***

Per distrarsi dal tempo bisogna avere molte occupazioni,
obblighi, scadenze, conti da pagare e rimandare
rimandare l’attuazione, finché tutto finisce
e tutto scade naturalmente inevitabilmente.
Restano fogli di carta spiegazzati, guardati
mille volte e poi buttati. Sembra uno scherzo
ma passano gli anni e accompagnati da questa sensazione
di avere qualcosa da fare, molto importante,
molto urgente, si resta sempre
in un eterno l’altro ieri.

Patrizia Cavalli, da Poesie (1974-1992), Einaudi, 1992

°ascoltando Porcupine Tree – Time Flieshttps://www.youtube.com/watch?v=JTEWlSTQ1RI

“Senza esclamativi”

 

(Ci sono cose talmente belle da fare male)

***

 

Senza esclamativi

Com’è alto il dolore.
L’amore, com’è bestia.
Vuoto delle parole
che scavano nel vuoto vuoti
monumenti di vuoto. Vuoto
del grano che già raggiunse
(nel sole) l’altezza del cuore.

Giorgio Caproni, da Il muro della terra  (ora anche in  Dopo la lirica – Poeti italiani 1960-2000, Einaudi, 2005)

°ascoltando Sweet Child O’ Mine (versione per Viggo Mortensen, George MacKay, Kirk Ross, Samantha Isler, Nicholas Hamilton, Annalise Basso, Philip Klein) –https://www.youtube.com/watch?v=Zdh2hot8rjU&t=8s

 

Che cosa rimane?

Alla fine. Che cos’è che rimane?

***

Airone

quello che è rimasto,
quello che resiste,
là sotto, tu lo vedi,
airone, sotto le montagne di macerie,
dentro i crateri delle bombe,
sotto le colline d’immondizia,
lí dove resiste, continua,
rinasce la semplice vita,
ultima, dimenticata, dileggiata
rimossa, ridotta a poltiglia
nella mente degli uomini,
la semplice vita,
il nascere e morire
rinascere e volare via,
aprirsi, amare,
quello che è vivo, amore,
sotto la semina dell’odio

5.8.80

Antonio Porta, da Il giardiniere contro il becchino, in Dopo la lirica – Poeti italiani 1960-2000, Einaudi, 2005, p.196

°ascoltando Bert Jansch- Smokey Riverhttps://www.youtube.com/watch?v=wHssWnQKyao

 

Età percepita

 

crazy seventeen years old
Tu quanti anni ti senti?
(Rispondi senza ascoltare i messaggi che ti invia la tua schiena… )

***

Diciassette

indecisa come davanti alla vetrina
dei dolci, mi chiedo
devo provare a dimenticare
o continuare a ricordarla,
la mia vera età? Forse conviene
ricordarla: se dico di avere
i diciassette anni che mi sento,
potrei anche esser presa per matta.
E ti giuro, ho diciassette anni,
però del tutto matta non lo sono

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine editoriali, 2023

°ascoltando Max Gazzè – Buon Compleannohttps://www.youtube.com/watch?v=IctSIsCuNlY