Chissà se esiste…

Che cosa sei sicur* di aver visto, una volta (eppure nessuno mai ti crederà)?

***

Sirena

La prima volta è stato qui e non era
forse neppure la vera prima volta
che la vedeva. Abbracciavano la rada
le luci fra tenerezze di pioggia
e non c’era una stella una luna.
Andava piano con la sua lampara
un vecchio di barba fiorita
e dall’acqua lucendo
gli uscì di verde e di rosa
una lunga sirena. Non ha età
l’amore: ora col mare
il vecchio parla tutte le sere

Daria Menicanti, da Ferragosto (1986), in Il concerto del grillo, Mimesis Edizioni, 2013

°ascoltando Claude Debussy – Preludes, Book 1: No. 8. – “La fille aux cheveux de lin”: Tres clame et doucement expressif https://www.youtube.com/watch?v=Tu_qCpmTGZU

 

Fissando una stella

star

Prova a fissare (per alcuni minuti e senza distrarti) una stella:
che pensieri vengono a farti compagnia?

 

invece è una stella quella che sembra
un aereo. Fissa splende stasera
davanti al balcone di casa mentre
fumo la sigaretta di fine giornata.
Sai che se la continuo a guardare
di colpo m’assale come una fretta
di morire?
Così, per capire che succede
là dietro quando tutto fa buio.
Cosa si vede, in cosa si crede.

Marco Balzano, da Nature morte, Einaudi, 2022

 

°ascoltando Pink Floyd – Night Light https://www.youtube.com/watch?v=3YyGkAJ6C6A

… “dove il tempo s’arresta”…

(Giugno è il mese dei gigli)

 

Il giglio della sabbia

il giglio della sabbia, lo conosci?
fragile più di ogni altro,
s’alza solo dove il tempo s’arresta,
lì, presso la scogliera immensa,
più d’un giorno non dura,
breve come il miraggio
della maga anche lei sola,
le bestie la cerchiano e le rupi,
brune ancelle nella sosta
tra il gioco della palla e i panni stesi
del fiore e di parole riempirono i canestri,
anche al naufrago appare
e lo consola

oggi che le nubi mi cerchiano
e i pensieri,
bloccato dentro l’auto
sull’Appennino
la grandine che scorre
contro i vetri,
donna a quel giglio
io ti vorrei accanto,
stenderci presso il fiore,
fissare il mare,
sull’acqua che ci fascia
il gabbiano non vola
non scorre il tempo

Umberto Piersanti (Urbino, 1941), da L’albero delle nebbie, Einaudi, 2008

°ascoltando Cat Stevens –  Lilywhite https://www.youtube.com/watch?v=qwp_8Rc0naM

Limpido

(L’aria limpida, dopo una notte di pioggia, per un momento fa sembrare tutto possibile)

Dopo una notte di pioggia

Il mattino è limpido, fresco.
Le ciminiere sembrano lontane.
Sembra caduto
ogni muro, ogni rete metallica.
C’è anche
qualche fiore lucido
nel pugno di terra martoriato
che ancora è rimasto.
La nostra carne, il nostro cuore
ora ritornano a essere
quel sogno guerrigliero
di uccelli e cieli inimmaginabile.

Ferruccio Brugnaro (Mestre, 1936), da Un pugno di sole – Poesie per sopravvivere, 2011
 

°ascoltando Electric Light Orchestra – Mr. Blue Skyhttps://www.youtube.com/watch?v=aQUlA8Hcv4s&t=44s

Non dimenticare di…

… capovolgere la clessidra.

 

La clessidra è una capriola,
con la testa nelle mani, amica,
capovolgi questa bolla
di vetro e altra sabbia
sui nostri giorni acrobati
scivoli segreta.

Filippo Strumia (Roma, 1962), da Pozzanghere, Einaudi, 2011

°ascoltando Yann Tiersen – Sur le fil (violino) https://www.youtube.com/watch?v=gKqHjFtX7iE

Probabilmente

L’amore,  probabilmente, è quando cerchi di non fare male,  pur sapendo che puoi fare (e farti) male.
Fare male involontariamente può ancora essere amore.
 Fare male consapevolmente no, non può essere amore.

Esempi di amore

Amo quello che unisce, l’ago, il filo,
ricuciono le labbra di una camicia, di una ferita.
Amo il sentiero di montagna inciso dai passi,
che collega villaggi, baite, rifugi, malghe.
Amo il piccolo schermo illuminato
dove posso vedere il tuo sbadiglio lontano
e la mappa del mondo alle tue spalle.
Amo la congiunzione e, perché congiunge,
la penna sul quaderno che riunisce
la mano che ti scrive agli occhi tuoi che sfiorano le righe.

Erri De Luca, da Raccolto diurno, Crocetti Editore, 2020

°ascoltando Ludovico Einaudi, Nuvole bianchehttps://www.youtube.com/watch?v=PhXEL2FRSag

Da 1 a 10…

gattoscazz

… quanta “cattiveria” ti servirebbe?

La cattiveria

Sono molto avvilito
perché mi manca la cattiveria.
Bisogna che butti via
quelle leccate di roba dolce
che coprono le mie parole.
Voglio dir male di tutto.
Anche della vita? Della vita
no, è sempre bella
anche quando piango.

Tonino Guerra (Santarcangelo di Romagna, 1920-2012), da L’infanzia del mondo – Opere 1946-2012, a cura di Luca Cesari, Bompiani

°ascoltando Tonino Guerra – Quattro Poesie https://www.youtube.com/watch?v=Ybm0blZmyQI

Febbraio da vivere

Nel mio calendario mentale, febbraio è sempre scritto un po’ così: con un inchiostro azzurrino e immerso in una nebbia che ne sfuma i contorni. Dopo un gennaio sempre lunghissimo e pieno di buoni propositi, già mi aspetto marzo con chissà quale primavera! Così febbraio passa un po’ in sordina, una specie di (breve) corridoio verso un altrove. Che poi, se non stiamo attenti, tutta la vita ci diventa così: un corridoio da attraversare verso una non ben definita fioritura (ma… ehi, ci sono fiori anche a febbraio!).

 

Come tutto scompare

 
Come tutto scompare veloce
quando viene sera, e il sole se ne va
oltre le colonne d’Ercole
a fare capriole sull’Atlantico.
Il Mar Ligure si appiattisce in una lastra
che non lo diresti nemmeno più un mare
e una muraglia nebbiosa di rosa
sporco si disfa come la scia luminosa
dell’aereo, unica traccia rettilinea in cielo
che sembra averlo bucato per andarsene
più in là.
 
Come tutto scompare, come breve
è il giorno per chi ne ama l’essenza
come breve la notte che si preannunzia
nitida di luna a gobba crescente
come tutto ritorna e ritorna
al niente.
 
Come è corto Febbraio
come è corta la vita
per chi ne ama l’essenza
incessabile, infinita.
 
Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da Ferite e rifioriture, Mondadori, 2006

♣ ascoltando Pink Floyd – Untitled (“The Endless River”) https://www.youtube.com/watch?v=WPOaP18_I8U

Voce del verbo amare

 

(amare sempre)

 

L’amour toujours
                               A Giuseppe Ungaretti e a Henry Miller

Amare sempre
amare tutto
l’alba e il tramonto
il seme e il frutto
le onde quando infuriano
la geometria delle stelle
le api dentro i calici
gli sciami delle farfalle
le nuvole che volano
e si addensano in cielo
il vento e la siccità
la grandine ed il gelo
il vino dentro la botte
lo sperma della notte
amare sempre
amare tutto
la rovina e la crescita
la gioia e il lutto
la carne che ti scardina
l’angelo che ti sfiora
la giovinezza torbida
l’esitante vecchiaia
il dio dell’invisibile
dovunque egli ti appaia
amare nei suoi contrasti
la vita tutta intera
e amarla sino alla fine
cercando la primavera.

Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da Ferite e rifioriture, Mondadori, 2006

Allacciare le cinture!

Niente paura: le turbolenze sono molto comuni e sono gestibili,
però è meglio allacciare le cinture…

Che cosa sei in essenza

La voce della hostess
sul volo Parigi-Atlanta
–  quella voce inflessibile
mai felice, mai affranta –
annuncia che stiamo entrando
in un’area di turbolenza.
 
Dall’oblò vedo nuvole correre
a capofitto sotto la veemenza
di un vento che le assottiglia
le ammassa, le sfilaccia.
Siamo sull’Atlantico, sospesi
dentro un universo di biacca.
 
Mia vita, aree così
quante tu ne attraversi
quanto oscillare, stridere, saltare
quante aritmie, quanti pericoli
di perder quota e cadere.
 
E quando tu vai per poco
sicura e come Dio vuole,
vita, meglio lo indichi
che cosa sei in essenza:
un’area di turbolenza
con rari spazi di sole.

 
Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da  Canti della vita, in Ferite e rifioriture, Mondadori, 2006