Domande stagionali

another winter

Sta per iniziare un nuovo inverno: che domanda gli faresti?

Stiamo però bene attenti a riconoscere la sua risposta, perché, si sa (ma sarà vero?), l’inverno è un tipo riservato e parla a bassa voce. Alcuni raccontano che non parli nemmeno, casomai lui… nevica. In ogni caso, sa rispondere anche senza parlare.

Una poesia dell’inverno

Ancora inverno.
Ancora notte.
Il sole scappa via
come la cancellatura della gomma sulla carta.
Anche qui ecco cancella tutto!
Cancella proprio tutto!
Poi scrivi ancora una volta.
Consuma la carta, tutto il foglio
però alla fine voglio la tua risposta.

Rolf Jacobsen (Oslo, 1907-1994), traduzione di Luigi Di Ruscio da www.retidedalus.it.

Cose (che forse erano) importanti

fantasmiChe cosa sto/stai/sta/stiamo/state/stanno trascurando?

Io non so cosa sia più importante:
la dolcezza speziata del caffè amaro
mescolata al gusto della prima sigaretta del mattino
o l’odore di pesce e barche verniciate di fresco.
I vestiti sbiaditi sul filo fra i mandorli in fiore
o i monti che li mettono in risalto…
No, nulla di ciò, ma tutte queste cose insieme
rivelano che ho trascurato qualcosa
e che la sua presenza mi tormenterà per il resto della vita
perché l’ho ignorato mentre era qui.

Henrik Nordbrandt (Frederiksberg -Danimarca, 1945), da Vicinanze, in Il nostro amore è come Bisanzio, traduzione di Bruno Berni, Donzelli Poesia, 2000

*ascoltando Lucio Battisti – Ho un anno di più https://www.youtube.com/watch?v=e_kvC8ZI55g