Punti luce

(Speriamo non sia un inverno troppo grigio.

Speriamo ci siano tanti punti di luce)

***

 

Su un muro

I pochi giorni
dispersi nella pianura.

Sulla strada
si addensano colori
di cose perdute.

Dicono
che sia in arrivo un’ondata di freddo.

Su un muro
una bacca di luce,
bianca, erratica.

Elisabeth Maylan (Basilea, 1937), in “Poesia”, n.21, settembre/ottobre2023, traduzione di Annarosa Azzone Zweifel

°ascoltando Simon & Garfunkel – A Hazy Shade Of Winter https://www.youtube.com/watch?v=bnZdlhUDEJo&t=8s

Facciamo silenzio…

Shhh… silenzio… “sotto la neve il tempo s’incanta”… dormiamo…

È arrivata la neve. Il bosco è un intrico di rami piegati, bisogna farsi molto piccoli per passare. Ci sono anche i caduti. E i dormienti. La neve è tanta, apre la prospettiva, fa di piombo il passo. Il letargo è una condizione diffusa, solo noi umani stentiamo a riconoscerlo. Sotto la neve il tempo s’incanta.
Un grande airone cinerino si alza in volo da uno stretto ruscello.

Chandra Livia Candiani, da Questo immenso non sapere – Conversazioni con alberi, animali e cuore umano, Einaudi, 2021

Vèstiti!

Avere il cuore allo scoperto potrebbe anche andare bene,
se solo anche tutti gli altri (cuori) fossero quasi nudi.

Crudo e lungo inverno

Mi sono vestito lentamente, una
camicia scura, un paio di jeans;
fa molto freddo e mi metto una giacca
di panno nero con le scarpe grosse;
portafoglio, occhiali, orologio,
e giù in strada, un giorno come gli altri.
Di fronte alla prima vetrina
la vertigine mi assale e capisco
che il freddo da evitare è un altro freddo,
che sono quasi nudo:
sono uscito come tante altre volte
con tutto il cuore allo scoperto.

Enrique Gracia Trinidad (Madrid, 1950), da Todo es papel, 2002, traduzione di Pablo Luque Pinilla, da http://www.filidaquilone.it/

 ***

Crudo y largo invierno

Me he vestido despacio, una camisa
oscura, un pantalón vaquero;
hace frío y escojo una chaqueta
de paño negro y los zapatos gruesos;
la cartera, las gafas, el reloj,
y a la calle otro día igual que siempre.
Ante el primer escaparate
el vértigo me asalta y me doy cuenta
de que el frío a evitar es otro frío,
que estoy casi desnudo:
hoy salí como tantas otras veces
con todo el corazón al descubierto.

 

 ascoltando Loreena McKennitt – Snow https://www.youtube.com/watch?v=7HT4dMXIr-o

Hai freddo?

neve nevica cuore a terra acquarelli e gouache

Ovunque ti trovi, spero tu non abbia freddo

Nevica

Se questa carezza
bianca
penetrasse ogni buio
vorrei imparare
a rinascere albero.
I miei capelli
danzerebbero piano
e miei pensieri
con loro,
silenziosi e chiari
finalmente.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 202

 

  • ascoltando Bert Jansch – In the bleak midwinterhttps://www.youtube.com/watch?v=g6pAyGN44ew (Testo: In the bleak midwinter/Long long ago/Earth stood hard as iron/Water like a stone/Snow had fallen/Snow on snow, snow on snow/In the bleak midwinter/A long long time ago/What can I give Him/Poor as I am?/If I were a shephard/I would give a lamb/And if I were a wise man/I’d duly play my part/What can I give him?/I will give my heart/ Earth stood hard as iron/Frosty winds did blow/In the bleak midwinter/A long long time ago)

Domande stagionali

another winter

Sta per iniziare un nuovo inverno: che domanda gli faresti?

Stiamo però bene attenti a riconoscere la sua risposta, perché, si sa (ma sarà vero?), l’inverno è un tipo riservato e parla a bassa voce. Alcuni raccontano che non parli nemmeno, casomai lui… nevica. In ogni caso, sa rispondere anche senza parlare.

Una poesia dell’inverno

Ancora inverno.
Ancora notte.
Il sole scappa via
come la cancellatura della gomma sulla carta.
Anche qui ecco cancella tutto!
Cancella proprio tutto!
Poi scrivi ancora una volta.
Consuma la carta, tutto il foglio
però alla fine voglio la tua risposta.

Rolf Jacobsen (Oslo, 1907-1994), traduzione di Luigi Di Ruscio da www.retidedalus.it.

Apparizione

bianco

Com’è silenziosa e bianca l’apparizione descritta in questa poesia.
Prova anche tu, scosta la tenda della tua finestra: chi, che cosa o quale ricordo vedi apparire?
Quale colore avvolge la tua apparizione?

 

 

Non ci sarà nessuno a casa,
tranne il crepuscolo. Il solo
giorno invernale in un trasparente spiraglio
di cortine non accostate.

Solo di bianchi biòccoli bagnati
il rapido aleggiante balenìo.
Solo tetti, neve e tranne
i tetti e la neve, nessuno.

E di nuovo arabeschi intesserà la brina,
e di nuovo mi domineranno
lo sconforto dell’anno passato
e le vicende di un altro inverno.

E mi schermiranno di nuovo per una
colpa non ancora perdonata
e una fame di legna avvinghierà
la finestra lungo la crociera.

Ma inaspettatamente per la tenda
scorrerà il trèmito di un’irruzione.
Misurando coi passi il silenzio,
come l’avvenire tu entrerai.

Tu apparirai sulla soglia, indossando
qualcosa di bianco senza stranezze,
qualcosa proprio di quelle stoffe
di cui si cuciono i fiocchi di neve.

1931

Boris Pasternak (Mosca, 1890-1960), da Poesie, Einaudi, 2009, traduzione di Angelo Maria Ripellino

*ascoltando Cream – White Room https://www.youtube.com/watch?v=V5BF1V1pbTs

La magia sta nel mezzo

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Tra l’inverno e la primavera, tra un abisso e l’altro c’è un istante di magia.
Se guardi attentamente lo riconosci.

Gocce

L’inverno e la sua fine
escono da quei monti
nel cielo
alla battaglia,
esitano l’uno
e l’altra, essi, rapiti
a quella luce
di politissimo cristallo,
alla flagranza delle valli,
e ora
un poco si osservano a distanza,
un poco si mischiano e si azzuffano
finché grandine o vento non sbaraglia
l’incertezza dello scontro.
Ci ottenebra, noi stille
sorprese in medio campo
un infittito scroscio,
ci affoga
l’uragano, sgombra
poi il sole
i celesti rimasugli
del furente nubifragio.
È inverno o primavera? Non lo sappiamo,
siamo
e non siamo niente
nella molteplicità delle apparenze,
però dentro la vita, dentro
il meraviglioso istante.

Mario Luzi, da Sotto specie umana, Garzanti, 1999

 

Fili

La poesia vive tra un istante e l’altro
Tra una separazione e l’altra
Tra un legame e un salto
Tra un’attrazione e un declino
Tra un abisso e l’altro
Sinché ti afferra una parola
Un vuoto
Una pietra
Un uccello
Sinché non ti riconduce dove siete tu
E un magico filo colorato…
Allontano delicatamente la mia azzurra nube
E la tesso per te con fili di pioggia
Per poi rannicchiarmi e riscaldarmi dentro di lei.

Nada El Hage (Beirut, 1958), da Veli di passione, Interlinea, 2014, traduzione di V. Colombo

*ascoltando Queen – A Kind of Magic
https://www.youtube.com/watch?v=0p_1QSUsbsM