“Nostalgia per una parola umana”

prima dell'alba

(Nostalgia infinita)

Mai come oggi

Mai abbiamo avuto
così profonde poltrone
e così larghi divani attorno ai tavoli.
 
Mai i tecnologi
avevano creato tante meraviglie mondiali
e il cervello è pieno di ansie
e ci nascondiamo dietro le nostre ombre.
 
Mai le parole
furono così gridate e le immagini e i ritmi
devono mescolarsi con le cocacole
per far indietreggiare i pensieri e diventare innocui.
 
Mai abbiamo avuto
così poco tempo. Mai
tanta nostalgia per una parola umana dietro i nostri versi
e verità e calore umano dietro l’urlo dei corvi.

Rolf Jacobsen, da  Aperto di notte (Nattåpent), Lucidamente Edizioni, 2007, traduzione di Randi Langen Moen e Christer Arkefors

°ascoltando Ólafur Arnalds – Woven Song https://www.youtube.com/watch?v=oOsuploHPjk

Domande stagionali

another winter

Sta per iniziare un nuovo inverno: che domanda gli faresti?

Stiamo però bene attenti a riconoscere la sua risposta, perché, si sa (ma sarà vero?), l’inverno è un tipo riservato e parla a bassa voce. Alcuni raccontano che non parli nemmeno, casomai lui… nevica. In ogni caso, sa rispondere anche senza parlare.

Una poesia dell’inverno

Ancora inverno.
Ancora notte.
Il sole scappa via
come la cancellatura della gomma sulla carta.
Anche qui ecco cancella tutto!
Cancella proprio tutto!
Poi scrivi ancora una volta.
Consuma la carta, tutto il foglio
però alla fine voglio la tua risposta.

Rolf Jacobsen (Oslo, 1907-1994), traduzione di Luigi Di Ruscio da www.retidedalus.it.