Il nostro unico mondo

 

il pesce al vecchio liceo sc

Questo è il primo anno  che mi succede: a metà febbraio,  mi ritrovo a raccogliere le ultime foglie che hanno tardato a cadere dagli aceri, mentre tra l’erba già sono fiorite numerose le primule e le pratoline. È una cosa normale? Non credo sia normale, purtroppo (e neppure primule e pratoline lo credono: gliel’ho chiesto e hanno risposto che no, è tutto fuorché normale).

***

 

Io sono dei vostri, alberi, sono dei vostri
animali eleganti, io sono dei vostri. Credetelo.
Sono dei vostri. Ci separa soltanto un fiato infantile,
ma lo so, lo so, sono io tutto quel
manto, sono io il tronco e lo storno e il
falco. Ci separa un niente, colore, capello,
piccolo piccolo nome: l’impianto del
respiro è solo apparente diverso.
Ci guarderemo fraternamente.
Io sarò migliore.
Larga come l’andare d’un fiume
grande, ci capiremo con l’albero e col seme,
capiremo l’insetto e la grandine.
Risplendiamo. Adesso.
Essere il mondo, voglio. Sentirmi
a casa nel cosmo. E le maree saranno
la strada del gonfio cuore. Sarà d’amore
se cresco. Se avanzo o calo. Sarà d’amore.
E luce voglio. Cosi m’impétalo, che mi spensiero,
che rido mentre corro, come la rondine,
mi moltiplico a stelo, gocciolo, mi biforco,
mi alzo e tramonto, mi slargo, mi infaldo,
divento cima e svetto, mi innevo e frano.
Tutto questo io voglio, dolcemente, perché
fuori dell’umano il dolore è uno sparo
minimo e la più gran parte è ridere,
mi pare, il grande canto.
Lo senti il firmamento? Com’è sereno!
Anche noi siamo dentro.
Abbiamo polverine nelle vene, antiche come il cielo,
sono disciolte nel sangue, hanno dentro
l’impronta d’un andare semplice e grande,
come le grandi sfere. Abbiamo sfere nel sangue,
cartine geografiche con strade d’argento
e vedute telescopiche fino ad
Aldebaran. Abbiamo Vega nel sangue
la stella prodigiosa, e istruzioni precise
per il viaggio per l’appontaggio
e coraggio abbastanza per ogni volo.

Mariangela Gualtieri, da Predica ai pesci, in Fuoco centrale e altre poesie per il teatro, Einaudi, 2003

°ascoltando God Is an Astronaut – Fall from the Stars
https://www.youtube.com/watch?v=PUYzG3nEljE

Una poesia consolante

 

stardust

… molto, molto consolante: …“semplicemente umani/con un determinato/numero di giorni/ma siamo esplosi come nove/bruciati attraverso galassie”…

***

Polvere di stelle

dall’argilla
avvertono
cenere alla cenere
intonano

venite dalla terra
e alla terra ritornerete
ammoniscono

ci ricordano
che siamo mortali
e soggetti alla morte
eppure insistono con i loro eterni
demoni e angeli
paradiso o purgatorio

semplicemente umani
con un determinato
numero di giorni

ma siamo esplosi come nove
bruciati attraverso galassie
abbiamo esplorato le lontane distanze della via lattea
cavalcato sulla coda delle comete
danzato sul bordo degli asteroidi
finché
in una vertiginosa
frenesia di passione
siamo precipitati

attraverso l’ozono viscoso
oltre le algide nuvole
per stabilirci nel fango
nutrendo il fondo dell’oceano

fu lì che decidemmo
di farci crescere arti e lingua
pur trattenendo in noi
la verità della nostra origine
magnesio
calcio
ferro

siamo della materia
di cui sono fatte le stelle
è un fatto scientifico
una verità cosmica

in ignoranza
e conoscenza
serbiamo in noi
grani di divino
e lo abbiamo sempre fatto

Devorah Major (Berkeley, 1952), da A braccia aperte, traduzione di Raffaella Marzano, Multimedia, 2019, fonte: https://www.potlatch.it/

°ascoltando Crosby, Stills, Nash (& Young) – Woodstock (We Are Stardust)
https://www.youtube.com/watch?v=Nivr4YZzzME&t=7s