L’uomo è(ra) un animale sociale

Ma che cosa sta accadendo? Perché, sempre di più e con rabbia sempre più forte, tutti odiano tutti? È (anche) a causa della pesante intromissione dei mezzi di comunicazione virtuale nella vita reale? E che cosa accadrà, poi, con l’intelligenza artificiale? Che cosa stiamo diventando?

***

Ultimamente, mentre medito anche nel vivere ordinario, quando vedo qualcosa di brutale in me, nodi del cuore, spaventi, invidie, gelosie, menzogne, rabbie e furie, tutto quello che fa parte dei nostri bagagli di tenebre, dopo il primo movimento di paura, vergogna e biasimo, o desiderio di togliere lo sguardo, mi fermo e mi dico: “Magnifico! Sto bruciando la furia, sto bruciando la gelosia…”. E sento il leggero crepitio di carta e ossa che fa uno stato “buio” quando viene visto, accolto e dissolto per autocombustione. Dopo ti senti più intera, più vasta, più ricca di chiaroscuri e soprattutto più leggera.

Chandra Candiani, da Questo immenso non sapere – Conversazioni con alberi, animali e il cuore umano, Einaudi, 2021, p. 75

°ascoltando Hans Zimmer – Timehttps://www.youtube.com/watch?v=va1oiojnGrA

“Nostalgia per una parola umana”

prima dell'alba

(Nostalgia infinita)

Mai come oggi

Mai abbiamo avuto
così profonde poltrone
e così larghi divani attorno ai tavoli.
 
Mai i tecnologi
avevano creato tante meraviglie mondiali
e il cervello è pieno di ansie
e ci nascondiamo dietro le nostre ombre.
 
Mai le parole
furono così gridate e le immagini e i ritmi
devono mescolarsi con le cocacole
per far indietreggiare i pensieri e diventare innocui.
 
Mai abbiamo avuto
così poco tempo. Mai
tanta nostalgia per una parola umana dietro i nostri versi
e verità e calore umano dietro l’urlo dei corvi.

Rolf Jacobsen, da  Aperto di notte (Nattåpent), Lucidamente Edizioni, 2007, traduzione di Randi Langen Moen e Christer Arkefors

°ascoltando Ólafur Arnalds – Woven Song https://www.youtube.com/watch?v=oOsuploHPjk

Sogno/utopia di mezza estate

fiori rari

Se l’umanità fosse tranquilla come nel sogno del poeta…  pensa che pace. Un sogno, appunto:

Sogno un uomo tranquillo
che nulla spiega e nulla
difende, ma solo conosce
dove sbocciano i più rari
fiori selvatici, e va,
e scopre di sorridere
senza volerlo.

***

I dream of a quiet man
who explains nothing and defends
nothing, but only knows
where the rarest wildflowers
are blooming, and who goes,
and finds that he is smiling
not by his own will.

Wendell Berry (Stati Uniti, 1934), da A Timbered Choir: The Sabbath Poems 1979-1997, 1999

°ascoltando  Paul Pritchard – Plan for the Future https://www.youtube.com/watch?v=v0YHUpoz8bE 

“Umanità”

 

autodistruzione

(Che cosa rimane della parola umanità?)

 

Nemmeno le briciole

abbiamo consumato
tutto: i combustibili fossili
la tenerezza lo strato d’ozono la pietà
le spiagge libere il buon senso
il senso di umanità
abbiamo consumato
tutto
non è rimasto nulla, nemmeno le briciole
per le formiche che ad aprile (forse) ritornano

©IreneMarchi-marzo 2023

°ascoltando The Doors-The End
https://www.youtube.com/watch?v=ZeMlQEWEg2Q&t=2s

In cerca di trasparenza

 

Trasparenza: una parola bellissima (ma poco “vissuta”?).

 

Vi invito alla trasparenza
vi invito all’istante di verità
Che vale una vita come la nostra
vi chiedo
Osservate l’infinito delle costellazioni
osservate il lungo cammino
della nostra specie intelligente
immergetevi nel dedalo senza uscita
dell’uomo
ma meditate infine
fermate la macchina infernale
dell’accumulazione
infrangete il tempo
del progresso senza memoria
ricordatevi della vostra infallibile ferita
accettate questo piccolo lotto di smarrimento
Così
voliamo in soccorso del futuro

***

Je vous invite à la transparence
je vous invite à l’instant de vérité
Que vaut une vie comme la nôtre
je vous le demande
Observez l’infini des constellations
observez le long cheminement
de notre espèce intelligente
plongez dans le dédale sans issue
de l’homme
mais méditez enfin
arrêtez la machine infernale
de l’accumulation
brisez le temps
du progrès sans mémoire
souvenez-vous de votre infaillible blessure
acceptez ce petit lot de désarroi
Tels
volons au secours du futur

Abdellatif Laâbi (1942, Fés) – da Poesia della migrazione,  A ricomporre il colore dei suoi occhi. Poesie e altri testi scelti, 1966-2014, traduzione di Chiara De Luca

°ascoltando Radiohead – Karma Police https://www.youtube.com/watch?v=1uYWYWPc9HU&t=7s

#quantisecolicivorranno

Ancora non esistono  filtri o musichette (né miracolosi hashtag) in grado di migliorare il nostro “profilo”. Chissà quantisecolicivorranno

***

Soli
 
Dio se esiste
dev’essersi da tanto
ritirato del tutto in sé
per non essere in nessun luogo
di massacro
per lasciarci liberi

di capire il suo e il nostro limite
affidando a noi
la responsabilità del nostro male
per salvarsi non per salvarci.
Ma quanto costerà ancora
e quanti secoli ci vorranno
per diventare uomini
e riscattarci ai suoi occhi?

Edith Bruck (Tiszabercel, 1931), da Tempi, La nave di Teseo, 2021, a cura di Michela Meschini

 

°ascoltando Blowin’ In The Wind (cover by Peter, Paul & Mary) –  https://www.youtube.com/watch?v=BVV0KHJ6Olw

La nostra era geo(priva di)logica

                          (Cercasi giacimento di buon senso)

Suite del Plasticene

Oggetto simil-roccia su spiaggia

Il Paleocene l’Eocene
il Miocene il Pleistocene
e ora siamo qui: il Plasticene.

Guarda, una roccia fatta di sabbia
e una di calce, e una di quarzo,
e una di cos’è questo?

È nero e a strisce  e viscido,
non proprio roccia
o anche no.

Sulla spiaggia, in ogni caso.
Petrolio pietrificato, con una vena di scarlatto,
forse il pezzo di un secchio.

Quando saremo finiti e arriveranno gli alieni
decifrare i nostri fossili:
questa sarà una prova?

Di noi: della nostra storia troppo breve,
della nostra intelligenza, della nostra negligenza,
della nostra morte repentina?

Margaret Atwood, da Moltissimo, traduzione di Renata Morresi, Ponte alle Grazie, 2021

°ascoltando  Gorillaz – Plastic Beach https://www.youtube.com/watch?v=AGM8BMqBcTo

Possibilmente…

… fuori dal centro commerciale:

La poesia salverà il mondo

Un giorno
schiere di analfabeti malvagi
finalmente
declameranno versi
e i boia, pentiti
ricuciranno le teste mozzate.

Risorgeranno gli essiccati
dal vento violento
dei mulini della quotidianità.

Lungo il tempo
(dove affogano i delicati)
la poesia
sboccia in piccoli fiori
stitici
e innocui.

Tuttavia insiste.

Possibilmente
un giorno più scuro del solito
la poesia salverà anche me

me
che guardo
le lunghe colonne d’infelici
impegnati a salire le scale
senza scalini
del centro commerciale.

Massimiliano Damaggio, da Poesia come pietra, Ensemble Edizioni, 2012

 

Da quale pianeta arrivi?

ferrara street

Non ci sentiamo forse tutti un po’ alieni, gli uni rispetto agli altri?

 

Gli uomini, raccogliticci,
confluiti qui da tanti altri pianeti –
macché nascite e registri demografici,
che sono eventi familiari:
l’umanità arriva
da cieli lontani, inimmaginabili,
e per questo per strada
non sappiamo mai
se salutarci o non salutarci.

Cesare Viviani (Siena, 1947), da Infinita fine, Einaudi, 2012

⇔ascoltando David Bowie – Starmanhttps://www.youtube.com/watch?v=sI66hcu9fIs&t=32s

“Sapiens”?

 

Fotografia di reginald-van-de-velde

Fotografia di Reginald Van De Velde

Come darle torto?

Apostrofe all’uomo

(pensando che il mondo sia pronto per un’altra guerra) 

Deprecabile  stirpe, annientati, scompari. 
Produci  più in fretta, avanza, usurpa, canta inni, 
costruisci più macchine  da guerra; continua a blaterare, 
per monumenti, denaro, sfilate; ancora una volta 
trasforma la sbigottita ammoniaca  e la cellulosa perplessa 
in esplosivi; e in putridume gradito alle mosche 
corpi giovani pieni di speranza; esorta, prega, 
sdègnati, scrupolosa, accetta tutto tranne la sconfitta; 
fatti fotografare; consultati, raffina le tue formule; 
metti in vendita batteri nocivi alla pelle, 
metti pure la morte sul mercato; 
produci, avanza, usurpa, espanditi, annièntati e muori, 
‘homo’ cosiddetto ‘sapiens’.

Edna St.Vincent Millay, (Rockland – Maine, 1892 -1950), da Edna St.Vincent Millay – Poesie, traduzione di Silvio Raffo, Crocetti Editore