Carezze senza un dove

edera

In questo tempo di distanze e di odio dichiarato,
esisterà ancora un luogo per scambiarci una carezza?

Inventario  di luoghi propizi all’amore

Sono pochi.
La primavera gode di molta considerazione,
ma è meglio l’estate.
E anche quelle crepe che l’autunno
forma quando intercede presso le domeniche
in alcune città
gialle di per sé, come banane.
L’inverno esclude molti luoghi:
i battenti delle porte orientate a nord,
le rive dei fiumi,
le panchine pubbliche.
I contrafforti esterni
delle vecchie chiese
a volte lasciano degli spazi
praticabili anche quando nevica.
Ma siamo sinceri: le basse
temperature e i venti umidi
rendono tutto difficile.
Le ordinanze, inoltre, bandiscono
la carezza (esonerando
certe zone epidermiche  —di nessun interesse—
nei bambini, nei cani e in altri animali)
e il «non toccare, pericolo di ignominia»
si può leggere in milioni di sguardi.
Dove scappare, allora?
Ovunque, occhi strabici,
cornee torturate,
pupille implacabili,
retine reticenti che vigilano,
diffidano, minacciano.
Rimane forse la possibilità di stare da soli,
di svuotare l’anima di tenerezza
e di riempirla di disgusto e indifferenza,
in questo tempo ostile, propizio all’odio.

Ángel González (Oviedo, 1925-2008), da Tratado de urbanismo, 1967

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Inventario  de lugares propicios al amor

Son pocos.
La primavera está muy prestigiada,
pero es mejor el verano.
Y también esas grietas que el otoño
forma al interceder con los domingos
en algunas ciudades ya de por sí amarillas como plátanos.
El invierno elimina muchos sitios:
quicios de puertas orientadas al norte,
orillas de los ríos,
bancos públicos.
Los contrafuertes exteriores
de las viejas iglesias
dejan a veces huecos
utilizables aunque caiga nieve.
Pero desengañémonos:
las bajas temperaturas y los vientos húmedos
lo dificultan todo.
Las ordenanzas, además, proscriben
la caricia (con exenciones
para determinadas zonas epidérmicas
—sin interés alguno—
en niños, perros y otros animales)
y el «no tocar, peligro de ignominia»
puede leerse en miles de mirada.
¿Adónde huir, entonces?
Por todas partes ojos bizcos,
córneas torturadas,
implacables pupilas,
retinas reticentes,
vigilan, desconfían, amenazan.
Queda quizá el recurso de andar solo,
de vaciar el alma de ternura
y llenarla de hastío e indiferencia,
en este tiempo hostil, propicio al odio.

♥ ascoltando  Bruno Bavota – Amour https://www.youtube.com/watch?v=IeEtIvymhg4

Vicini di casa

la porta accanto porte stanze

Con chi ti senti vicin* nonostante le distanze (adesso più che mai aumentate)?

Non importa
se vi siano da colmare
spazi senza fine
golfi di tempo
e lenti rosari di ore:
io sono la tua vicina di casa

Non senti il mio passo
nella stanza accanto?

Lalla Romano (Demonte [Cuneo], 1906-2001), da Giovane è il tempo, 1974, in Lalla Romano – Opere, I Meridiani, Mondadori, 1991