Piccole frane

azz

I ricordi che “rotolano giù” inaspettati:

Ti liberò dal passato
una discussione davvero irrilevante
sul vento e l’avarizia.
Giorni fa qualcuno parlava
di uomini, di come farsi una vita,
di versi, di Afriche,
e di tifoni.
E là in mezzo, da qualche parte
cadde il tuo nome assente
– da anni in balia dell’oblio –
nell’attimo incustodito.
Cadde, e scegliendo
la più ripida tra tutte le strade
– quella del ricordo – rotolò giù
da Afriche, piantagioni,
da soverchianti soli,
e contro la tua volontà, ti portò,
minuziosamente bello
e meticolosamente immutato
veramente insidioso.
Ti portò davanti al complice autunno
che istiga un Giudizio Universale
nei sogni smarriti.

Kikí Dimulà (Atene, 1931-2020), da L’adolescenza dell’oblio, Crocetti, 2002, traduzione di Paola Maria Minucci

∞ ascoltando Peter Green – Bottoms Up https://www.youtube.com/watch?v=GkHnnEoWY0o&list=PL8a8cutYP7fr_-3h_3npIjvnTnXlxl9T9&index=1

Spazi di espansione

ac cado

In quale spazio senti di vivere pienamente?

Là accado

Mi espando e vivo
illegalmente
in aree che gli altri
non riconoscono reali.
Là mi fermo ed espongo
il mio mondo perseguitato,
là lo riproduco
con amarezza ribelle,
là lo affido
a un sole
senza forma, senza luce,
immobile,
personale.
Là accado.

A volte però
tutto questo s’arresta.
E mi restringo,
a forza rientro
(rassicurante)
nell’area ammessa
e legale,
nell’amarezza terrena.

E mi smentisco.

Kiki Dimulá (Atene, 1931-2020), da L’adolescenza dell’oblio, Crocetti, 2000, traduzione di Paola Maria Minucci

ascoltando The Who – Sparks https://www.youtube.com/watch?v=ah66Jji74Tk

Come si calcola…

01

… come si calcola la superficie di un’area irreale?
(Sogni x Fantasia) : numero iperreale ?

(In ogni caso è un calcolo inutile: qualunque sia la superficie, di solito ci entriamo da soli)

 

Trasgressioni

Mi espando e vivo
illegalmente
in aree che gli altri
non riconoscono reali.
Là mi fermo ed espongo
il mio mondo perseguitato,
là lo riproduco
con amarezza ribelle,
là lo affido
a un sole
senza forma, senza luce,
immobile,
personale.
Là accado.

A volte però
tutto questo s’arresta.
E mi restringo,
a forza rientro
(rassicurante)
nell’area ammessa
e legale,
nell’amarezza terrena.

E mi smentisco.

Kikí Dimulà (Atene, 1931-2020 ), da L’adolescenza dell’oblio, Crocetti, 2000, traduzione di Paola Maria Minucci

*ascoltando Vangelis – Blade Runner Blues https://www.youtube.com/watch?v=ECYLHiXvrBQ

Per mettere un titolo

passeggiataspiaggia

“Di’ qualcosa!”  l’incitazione ricorrente per tentare di definire l’indefinito.

La pietra perifrastica

Parla
Di’ qualcosa, una qualsiasi.
Soltanto non stare come un’assenza d’acciaio
Scegli una parola almeno,
che possa legarti più forte con l’indefinito.
Di’ “ingiustamente” “albero” “nudo”
Di’ “vedremo”
“imponderabile”,
“peso”.
Esistono così tante parole che sognano una veloce, libera, vita con la tua voce

Parla
Abbiamo così tanto mare davanti a noi
Dove noi finiamo inizia il mare
Di’ qualcosa
Di’ “onda”, che non sta, arretra
Di’ “barca”, che affonda se troppo la riempi con periodi
Di’ “attimo”,
che urla aiuto affogo,
non lo salvare,
Di’, “non ho sentito”

Parla
Le parole hanno inimicizie,
hanno antagonismi
se una ti imprigiona,
l’altra ti libera.
Tira a sorte una parola dalla notte.
La notte intera a sorte
Non dire “intera”,
Di’ “minima”,
che ti permette di fuggire.
Minima
sensazione,
tristezza
intera
di mia proprietà
Intera notte

Parla
Di’ “astro”, che si spegne
Non diminuisce il silenzio con una parola…
Di’ “pietra”,
che è parola irriducibile
Così, almeno
che io possa mettere un titolo
a questa passeggiata lungomare.

Kikí Dimulà (Atene, 1931-2020), da Il poco del mondo, 1971, in Antologia della poesia greca contemporanea (Crocetti Editore, 2005)

*ascoltando Cat Stevens – Kypros https://www.youtube.com/watch?v=CXpfzaxgUnY