I di ingenuità

Sì, ma di quale ingenuità?
L’ingenuità un po’ naīf di un disegno a tinte pastello, l’ingenuità dei bambini –richiamata con allegra tenerezza nella poesia che segue– o la nostra stupida ingenuità che solo a ricordarla ci prenderemmo a schiaffi ogni volta?

***

Mi viene in mente quando eri bambina
e per andare dalle zie passavi
in bici accanto alla rete che cinge
i vasti campi dietro il manicomio,
e ogni volta, aggrappato alla rete,
allegramente un pazzo ti gridava
“Bella bionda perché non vieni a letto
con me?”
e tu non ti fermavi,
non rispondevi,
non eri bionda e non avevi
nessuna voglia di andare a dormire.

Giorgio Orelli (Airolo, Canton Ticino, 1921-2013), da Il collo dell’anitra, Grazanti, 2001

 

°ascoltando Cat Stevens – Child for a Day  https://www.youtube.com/watch?v=lS0N0Rm7J6g&t=7s

(Per altre lettere dell’alfabeto: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/alfabeto/)

Sulla soglia

Sulla soglia. Ma dove? Di che cosa?

 

Da dove vieni non conta – chi sei
nemmeno – dove vai non dirmi – e
neppure il tuo nome – Fatti solo
toccare – e rimani
con me sulla soglia
a provare figure – labile soglia
per attraversarla – mutevole
soglia – salvando pietà
e tenerezza ancora
per noi che siamo già stati

Giusi Quarenghi, da Nota di passaggio, Book Editore, 2021

°ascoltando Van Morrison – Dweller On the Threshold https://www.youtube.com/watch?v=0AQtd5LFa38

“Voglia di tenerezza”

bye

“E ricordate anche quella parola poco usata che è ormai quasi sparita dall’uso, sia in pubblico che in privato: tenerezza. Non potrà farvi male. E quell’altra parola: anima – o chiamatela spirito, se preferite. Non scordatevi neanche quella. Fate attenzione allo spirito delle vostre parole, delle vostre azioni”.

Raymond Carver, da Il mestiere di scrivere

°°°

O tenerezza umana
dove sei?

Forse solo
nei libri?

1992

Izet Sarajlić (Doboj, 1930 – Sarajevo, 2002)

°°°

“(…) La tenerezza per me è un sentimento forte. Ci si arriva, è un percorso. Spesso diventiamo teneri dopo che la vita ci ha stagionato ben bene, stanato, sbocconcellato ma anche dopo aver conosciuto il male che facciamo a noi stessi indurendoci.

La tenerezza non c’è dove c’è severità, giudizio, malevolenza. Per me è un po’ come una sorella minore della compassione, meno notevole, meno in prima linea, è un po’ timida la tenerezza, ha il muso di un animale dei boschi, è schiva e delicata.

Quando diciamo di un bambino che è tenero è perché lo vediamo disarmato, senza furbizia, sprovveduto. Anche i vecchi ci muovono queste onde piccole di tenerezza, anche il loro è un disarmo, una vacuità di strategie, un’inadeguatezza a farcela sempre, a essere a livello delle aspettative.

Chi è tenero non vuole farcela a tutti i costi, vuole sentire come sta e sentire come stanno gli altri, è sorella e fratello, non è genitore, non è maestro. La tenerezza sa stare alla pari, fianco a fianco, non è frontale. Così raro oggi, che giri l’angolo e trovi un guru, ma devi girare tutto il mondo per trovare un amico sincero che pianga con te, rida con te e non ti voglia spiegare la vita e risolvere i suoi misteri.

Ecco la tenerezza trova misteri dove gli altri vedono problemi (…)”.

Chandra Livia Candiani, da Tenerezza – Incontro con Chandra Livia Candiani, Edizioni Romena, 2017

*ascoltando Alan Silvestri – Forrest Gump Theme https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=forrest+gump+theme