Ritrovamenti poetici

ghiandaia

Qual è l’ultimo “ritrovamento poetico” che ti è capitato?

“(…) Sulla strada che mi porta a casa, trovo a volte delle piume bluastre di ghiandaia, esplosioni d’azzurro. È molto poco quello che faccio. Cerco di raccogliere delle cose poverissime, apparentemente inutili e di portarle nel linguaggio. Perché credo soffriamo di un linguaggio che è sempre più ridotto, sempre più funzionale. Abbiamo reso il mondo estraneo a noi stessi, e forse ciò che chiamiamo poesia è solo riabitare questo mondo e addomesticarlo di nuovo (…)”.

Christian Bobin, da Abitare poeticamente il mondo  – Le plâtrier siffleur, traduzione di Nerina Sottocornola, AnimaMundi edizioni, 2019

♣ ascoltando The Moody Blues –  Dawn is a Feeling

Solo quattro righe in prosa (fuori tema n.16)

ombre

Sempre, ma più che mai in questo momento in cui ogni distanza si dilata per obbligo, nella realtà e nella percezione, ogni millimetro “buono”  della nostra vita  (e anche l’ombra di quel millimetro) andrebbe tenuto in considerazione. Sei d’accordo?

(…) Benedetti siano gli istanti, i millimetri, e le ombre delle piccole cose, ancora più umili delle cose stesse! Gli istanti, i millimetri: quale impressione di meraviglia e di coraggio mi provoca la loro esistenza, gli uni accanto agli altri così ravvicinati in un metro. A volte soffro e godo per queste cose. E ne sono goffamente orgoglioso.

Fernando Pessoa (Lisbona, 1888-1935), da Il libro dell’inquietudine, Milano, Feltrinelli 1987, a cura di Maria José de Lancastre.

(per altri” fuori tema”, qui: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/fuori-tema/)

Fiammiferi

fiammiferi

Oggetti quotidiani, apparentemente insignificanti.
Potrebbero non ispirare poesia, a guardarli. Eppure…
Perché non esistono oggetti non poetici e oggetti poetici
(ne parlo anche qui).

La poesia che riporto sotto è citata nel film “Paterson” di Jim Jarmusch:
un film sulla poesia delle piccole (ma piccole perché?) cose.

Poesia d’amore

Abbiamo un sacco di fiammiferi in casa.
Li teniamo sempre a portata di mano.
Al momento la marca prediletta è la Ohio Blue Tip,

 anche se prima preferivamo la Diamond.
Prima, cioè, di scoprire gli Ohio Blue Tip.
Sono confezionati magnificamente,

 in scatolette robuste, blu e azzurre con l’etichetta bianca,
e le lettere svasate come un megafono,
per annunciare al mondo, ancora più forte:
“Ecco il fiammifero più bello del mondo,
quattro centimetri di tenero pino sormontati
da una ruvida testolina viola scuro, sobria e irosa
e caparbiamente pronti a prendere fuoco,
ad accendere, forse, la sigaretta della donna che ami,

per la prima volta, e poi non è mai più stato
così. Tutto questo ti daremo”.
Ed è quello che tu mi hai dato, io
divengo sigaretta, tu fiammifero, o io
fiammifero, tu sigaretta, sfavillante
di baci che bruciano piano mentre salgono al cielo.

°°°
Love Poem

We have plenty of matches in our house.
We keep them on hand always.
Currently our favorite brand is Ohio Blue Tip,
though we used to prefer Diamond brand.
That was before we discovered Ohio Blue Tip matches.
They are excellently packaged, sturdy
little boxes with dark and light blue and white labels
with words lettered in the shape of a megaphone,
as if to say even louder to the world,
“Here is the most beautiful match in the world,
its one-and-a-half-inch soft pine stem capped
by a grainy dark purple head, so sober and furious
and stubbornly ready to burst into flame,
lighting, perhaps, the cigarette of the woman you love,
for the first time, and it was never really the same
after that. All this will we give you.”
That is what you gave me, I
become the cigarette and you the match, or I
the match and you the cigarette, blazing
with kisses that smoulder toward heaven.

Ron Padgett (Tulsa, Oklahoma, 1942), da Ho sognato di essere me, Pequod, 2018, traduzione di Damiano Abeni

*ascoltando Sigur Rós-Untitled 3  https://www.youtube.com/watch?v=UeuvegBZFuM

Nelle piccole cose

campofiorigialli

Nelle piccole cose

La gioia è semplice
non ha un abito rosso
non ha un sorriso speciale
non è nelle pieghe sinuose dei  viaggi
nel noioso afferrare ogni cosa,
la gioia è rapida
ha gli occhi bassi
il passo leggero
non sa contare.
È qui spesso,
ma non si nota.

Irene Marchi,  da Fiori, mine e alcune domande, Sillabe di Sale Editore, 2015