Che cosa vedi allo specchio?

Ti piacciono gli specchi (o tendi a evitarli)?

 

Alterità

Mi piacciono gli specchi
perché osservo
l’altra
che si toglie la maschera e mi sfida.

***

Otredad

Me gustan los espejos
porque observo
a la otra
que se quita la máscara y me reta.

Claribel Alegría (Nicaragua, 1924-2018), da Alterità, traduzione di Daniela Ruggiu

°ascoltando The Velvet Underground & Nico – I’ll Be Your Mirror https://www.youtube.com/watch?v=ZudHYTya-dQ

SpeccHiooiHↄↄɘqꙄ

Che rapporto hai con lo specchio?
(Io, da sempre, pessimo)

 

 
La mia stupida riflessione

non ho mai fatto la pace credimi
con lo specchio così sincero sempre
– bugie, lui, non le sa dire?– la pace
non ho fatto mai con quell’immagine
di vetro e argento – sono quello
che vedo o quello che di me penso?
Litigare con un riflesso dimmi
se questo ha un senso: sono solo
una vera stupida allo specchio

©IreneMarchi2022

♣ ascoltando  God Is an Astronaut – Fragile https://www.youtube.com/watch?v=fh8QtCO-wQ4&t=3s

Quel volto nello specchio

allo specchio

Ti riconosci quando ti guardi allo specchio?

Scroscia l’acqua sincera
fredda calda obbediente
e schizza per il bagno fino agli allegri led.
Care mensole colme di sciocchezze
asciugamani bianchi
dove mi nascondo
a occhi chiusi
e non vedo più niente.
Sono io quel volto nello specchio?
Un sembiante il caso lo dà a ognuno
ma se lo fissi e pensi ‘sono io’
ti fa impazzire.

Anna Maria Carpi, da Quando avrò tempo, Transeuropa, 2013

ascoltando Silhouette – Mike Oldfield https://www.youtube.com/watch?v=_cV5ubyUpxU

Nello specchio

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La memoria degli specchi

Su questo specchio appeso
nel bagno della mia stanza
lei si pettinò una notte
prima di andarsene per sempre

Ora mi chiedo se la sua immagine
non sarà rimasta intrappolata nello specchio
come la giovane che si pettina
nel quadro di Renoir

Giorno dopo giorno la cerco
tra gli angoli argentati
ma l’unica cosa che ritrovo
è il riflesso di quel letto vuoto

Di quella notte mi rimangono
due suoi capelli
arrotolati nella mia spazzola
e la triste constatazione del fatto
che gli specchi non hanno memoria

°°°

La memoria de los espejos

En este espejo que cuelga
en el baño de mi dormitorio
ella se peinó una noche
y después se fue para siempre

Ahora me pregunto si su imagen
habrá quedado presa en el espejo
como la joven que se peina
en el cuadro de Renoir

Día a día la busco
por los rincones del azogue
pero lo único que encuentro
es el reflejo de la cama vacía

De esa noche sólo me quedan
dos cabellos suyos
enredados en mi cepillo
y la triste certeza
de que los espejos no tienen memoria

Oscar Hahn (Iquique, Cile, 1938), da La memoria degli specchi e altre poesie (La memoria de los espejos y otros poemas), Raffaelli Editore, traduzione di Gianni Darconza

*ascoltando Andy Timmons – A Night To Remember https://www.youtube.com/watch?v=Z6SYLV_CVZg

Oltre lo specchio

specchio

Chi vedi quando sei davanti allo specchio?

Alterità

Mi piacciono gli specchi
perché osservo
l’altra
che si toglie la maschera e mi sfida.

°°°

Otredad

Me gustan los espejos
porque observo
a la otra
que se quita la máscara y me reta.

Claribel Alegría (Nicaragua, 1924-2018), da Alterità, traduzione di Daniela Ruggiu

*ascoltando Graham Nash – Be Yourself  https://www.youtube.com/watch?v=5rbGgcGaI6c

Da uno specchio

specchio

La poesia, secondo lo scrittore argentino Jorge Borges,
è un po’ come uno specchio: dovrebbe rivelare il nostro vero volto.

 

Arte poetica

Guardare il fiume fatto di tempo e d’acqua
e ricordare che il tempo è un altro fiume.
Sapere che ci perdiamo come il fiume
e che passano i volti come l’acqua.

Sentire che la veglia è un altro sogno,
sogno di non sognare e la morte
che il nostro corpo teme è questa morte
di ogni notte, che chiamiamo sonno.

Vedere nel giorno o nell’anno un simbolo
dei giorni dell’uomo e dei suoi anni,
trasfigurare l’oltraggio degli anni
in una musica, un rumore, un simbolo,

vedere nella morte il sonno, nel tramonto
un triste oro, questo è la poesia
che è povera e immortale. La poesia
si volge come l’aurora e il tramonto.

Talora nel crepuscolo un volto
ci guarda dal fondo di uno specchio;
l’arte deve esser come quello specchio
che ci rivela il nostro proprio volto.

Ulisse, dicono, stanco di prodigi,
pianse d’amore, scorgendo la sua Itaca
umile e verde. L’arte è quell’Itaca
di verde eternità, non di prodigi.

È anche come il fiume senza fine
che passa e resta; è specchio di uno stesso
Eraclito incostante, uno e diverso
sempre, come il fiume senza fine.

Arte poética

Mirar el río hecho de tiempo y agua
y recordar que el tiempo es otro río,
saber que nos perdemos como el río
y que los rostros pasan como el agua.

Sentir que la vigilia es otro sueño
que sueña no soñar y que la muerte
que teme nuestra carne es esa muerte
de cada noche, que se llama sueño.

Ver en el día o en el año un símbolo
de los días del hombre y de sus años,
convertir el ultraje de los años
en una música, un rumor y un símbolo,

ver en la muerte el sueño, en el ocaso
un triste oro, tal es la poesía
que es inmortal y pobre. La poesía
vuelve como la aurora y el ocaso.

A veces en las tardes una cara
nos mira desde el fondo de un espejo;
el arte debe ser como ese espejo
que nos revela nuestra propia cara.

Cuentan que Ulises, harto de prodigios,
lloró de amor al divisar su Itaca
verde y humilde. El arte es esa Itaca
de verde eternidad, no de prodigios.

También es como el río interminable
que pasa y queda y es cristal de un mismo
Heráclito inconstante, que es el mismo
y es otro, como el río interminable.

Jorge Borges, da L’artefice (El Hacedor), in Tutte le opere, Vol. I,  traduzione di Domenico Porzio, Mondadori

*ascoltando Avishai Cohen – Continuo https://www.youtube.com/watch?v=eK-NuNAXFT8