Quotidianamente

2023

Qual è la tua poetica quotidiana? Come la scrivi, la tua vita?

Poetica

La poesia non nasce.
È lì, a portata
di ogni bocca
per essere raddoppiata, ripetuta, citata
completamente e testualmente.
Tu, svegliandoti stamattina,
hai visto cose, qua e là,
oggetti, per esempio.
Sul tuo comodino
diciamo che hai visto una lampada,
una radio portatile, una tazza blu.
Hai visto ogni cosa da sola
e nel suo insieme.
Tutto ciò aveva già un nome.
L’avresti scritta così.
C’era bisogno di un’altra lingua,
di un’altra mano, di un altro paio di occhi, di un altro flauto?
Non aggiungere. Non distorcere.
Non cambiare
la musica del luogo.
La poesia è ciò che si vede.


Joaquin Giannuzzi (Buenos Aires, 1924-2004), da
Señales de una causa personal, 1977

***

Poética

La poesía no nace.
Está allí, al alcance
de toda boca
para ser doblada, repetida, citada
total y textualmente.
Usted, al despertarse esta mañana,
vio cosas, aquí y allá,
objetos, por ejemplo.
Sobre su mesa de luz
digamos que vio una lámpara,
una radio portátil, una taza azul.
Vio cada cosa solitaria
y vio su conjunto.
Todo eso ya tenía nombre.
Lo hubiera escrito así.
¿Necesitaba otro lenguaje,
otra mano, otro par de ojos, otra flauta?
No agregue. No distorsione.
No cambie
la música de lugar.
Poesía
es lo que se está viendo.

°ascoltando Ebb &Flod – Cordis gravitashttps://www.youtube.com/watch?v=7dliosa7pBs

Cadendo

 (e cercando di non farsi troppo male)

***

Si deve cadere e non si può scegliere dove.
Ma c’è una forma del vento nei capelli,
una pausa del colpo,
un certo angolo del braccio
che possiamo piegare mentre cadiamo.

È soltanto l’estremo di un segno,
la punta impreveduta di un pensiero.
Ma basta ad evitare il fondo avaro di alcune mani
e la miseria azzurra di un Dio deserto.

Si tratta di piegare un po’ di più una virgola
in un testo che non possiamo correggere.

Roberto Juarroz (Argentina, 1925-1995), da Poesia verticale, traduzione di Stefano Bernardinelli, in “Poesia” n. 288 Dicembre 2013, Crocetti ed.

°ascoltando Ben Harper – Joshua Treehttps://www.youtube.com/watch?v=CiqsQrjm5og

Quando saremo alberi

alberi(Se un giorno, passato il nostro tempo, diventeremo alberi, allora, forse, capiremo molte cose)

Sulla pelle

Lontano, fuori,
cade
una pioggia
che solamente annuso, una pioggia
che ancora non è arrivata.
Qui
sulla pelle, come su una pagina
in bianco,
attendo che l’acqua, la pioggia,
ciò che vive e trema,
mi sia un giorno rivelato.

***

En la piel

A lo lejos, afuera,
cae
una lluvia
que tan solo huelo, una lluvia
que aún no ha llegado.
Aquí
en la piel, como en una página
en blanco,
espero que el agua, la lluvia,
lo que vive y tiembla,
me sea alguna vez revelado.

Hugo Mújica (Buenos Aires, 1942), da Y siempre después el viento (E sempre dopo il vento), traduzione di Alessandro Ghignoli, Raffaelli Editore, 2013

♣ ascoltando Gordon Lightfoot – Rainy Day People https://www.youtube.com/watch?v=x2Sb1gtzmsc

Non importa

abcd

 

Non importa quanto vai piano, l’importante è che non ti fermi (Confucio)

Vivere è percorrere il mondo

Vivere è percorrere il mondo
attraversando ponti di fumo;
quando si è giunti dall’altra parte
che importa se i ponti precipitano.

Per arrivare in qualche luogo
bisogna trovare un passaggio,
e non fa niente se scesi dalla vettura
si scopre che questa era un miraggio.

Juan Rodolfo Wilcock (Buenos Aires, 1919-1978), da Poesie, Adelphi, 1980

°ascoltando  Camel – Stationary Traveller https://www.youtube.com/watch?v=HA_h5iJbrPs

Suono di madreperla

zero

 

I sonagli a vento di madreperla… quelli che si appendono ai balconi: producono un suono dolcissimo, starei ad ascoltarlo  per ore. La stessa musica dolce sembra uscire da questi versi di Alfonsina Storni. Versi che però sono attraversati anche da una grande tristezza (Alfonsina si suicidò proprio gettandosi in mare).
Voglio comunque leggere questa poesia come se descrivesse un rifugio calmo, magico e amico…

Io sul fondo del mare

In fondo al mare
c’è una casa
di cristallo.
A una strada
di madreperle
conduce.
Un grande pesce d’oro,
alle cinque
mi viene a salutare.
Mi porta
un ramo rosso
di fiori di corallo.
Dormo in un letto
un poco più azzurro
del mare.
Un polipo
mi fa l’occhietto
attraverso il cristallo.
Nel bosco verde
che mi circonda
– din don… din dan… –
dondolano e cantano
le sirene
di madreperla verdemare.
E sulla mia testa
ardono, al crepuscolo,
le ispide punte del mare.

°°°

Yo en el fondo del mar

En el fondo del mar
hay una casa
de cristal.
A una avenida
de madréporas
da.
Un gran pez de oro,
a las cinco,
me viene a saludar.
Me trae
un rojo ramo
de flores de coral.
Duermo en una cama
un poco más azul
que el mar.
Un pulpo
me hace guiños
a través del cristal.
En el bosque verde
que me circunda
-din don… din dan…-
se balancean y cantan
las sirenas
de nácar verdemar.
Y sobre mi cabeza
arden, en el crepúsculo,
la erizadas puntas del mar.

Alfonsina Storni (Argentina, 1892 –1938), traduzione di Alessio Brandolini

*ascoltando Vangelis – La petite fille de la mer https://www.youtube.com/watch?v=a01L_Web_z0 e Mercedes Sosa – Alfonsina y el mar (canzone scritta  per ricordare la poetessa argentina) https://www.youtube.com/watch?v=cNMhgC1yg_U