Da qualche parte

candela

(Speriamo)

Se anche la sera è fredda e triste
e scroscia la pioggia,
canto per questo giorno la mia canzone,
non so chi stia in ascolto.
 
Se anche il mondo rimane senza fiato per la guerra e la paura, 
 
da qualche parte insiste
in segreto a bruciare, benché nessuno lo veda
l’amore.

Hermann Hesse (1877-1962), da Poesie d’amore, Mondadori, 2011, traduzione di Anna Ruchat

°ascoltando  Pink Floyd – Obscured by Cloudshttps://www.youtube.com/watch?v=16V-wNwlTw0

Abracadabra?

brcdbr

L’amore è sicuramente (anche) magia.
Ma ha per forza bisogno di trucchi, formule e incantesimi?

 

Valse brillante

Una danza di Chopin irrompe nella sala,
una frenetica, scatenata danza,
Le finestre riflettono aria di tempesta,
una corona appassita orna il pianoforte.

Il pianoforte tu, il violino io,
così suoniamo e non finiamo mai
ed aspettiamo ansiosi, tu ed io,
chi romperà per primo l’incantesimo.

Chi si fermerà per primo in mezzo al ritmo
e spingerà via da sé i lumi,
e chi per primo farà la domanda
alla quale risposta non c’è.

Hermann Hesse (1877, Calw, Germania 1962), da Sämtliche Werke

*ascoltando Steve Miller Band – Abracadabra https://www.youtube.com/watch?v=rnqV3syGMU8

Una parola che fugge

felicitàParlando di felicità…

Come dici?

Sì, hai ragione, meglio viverla, quando arriva.

(…) Ora so che la felicità è un sentimento segreto, esclusivo, inquisitorio, dolcissimo e supremamente crudele. Vi si sta arroccati come in un palazzo di ferro e cemento dalle grandi vetrate; nello stesso tempo è un riflesso sull’acqua che non solo la brezza ma anche l’ombra di un passante può alterare (…) Accade quando qualcosa di esterno si inserisce dentro la nostra sfera. Il mondo ci è addosso, ci costringe a ritirare il filo dell’aquilone su cui navighiamo… E un’altra cosa so della felicità, che essa è muta (…)

Vasco  Pratolini, da La costanza della ragione

 

Farfalla azzurra

Piccola e azzurra, incerta vola
una farfalla, portata dal vento;
è un brivido di madreperla,
brilla, scintilla, passa e va.
Così, in un lampo fugace,
così, mentre vicina fuggiva
vidi la felicità farmi un cenno;
brillò, scintillò e passò via.

Hermann Hesse (1877-1962), da Farfalle, Stampa Alternativa

Felicità

C’è qualcosa di speciale nella felicità
puoi essere davvero contento
quando lo senti
ma anche ansioso
ti blocchi per un secondo
poi lentamente avanzi con cautela
come in un campo minato
e ogni volta che metti giù un piede
senza saltare in aria
o dimentichi di goderti la felicità
o ti arrabbi perché non sai
quanto durerà
così quando infine appare l’avversità
è un sollievo
come se fossi tornato al sicuro
è un peccato
perché c’è qualcosa di speciale nella felicità
che altrimenti non incontrerai
forse questo è il problema
non lo sappiamo abbastanza bene
dovremmo saperne di più
penso sia questione di allenamento.

Benny Andersen (poeta e cantautore danese, 1929-2018), da L’interno della bombetta, 1964 (fonte https://cantosirene.blogspot.com/)

*ascoltando Lucio Dalla, Felicità https://www.youtube.com/watch?v=AJuKYqtf3Vo

E comunque ci sono i fiori

Che ci sia la luna
sul sentiero notturno
di chi porta fiori.  (Takarai Kikaku)

fioriii

I fiori non sono presenze retoriche: sono semplici, sono veri. E sono belli.  Consolano e fanno compagnia: se ci perdiamo a guardarli mentre ancora respirano nel loro prato o sul loro albero, la consolazione di solito è doppia (sia per noi che per loro!), ma anche due fiori di campo nel vaso vuoto della marmellata possono illuminare un angolo (di una stanza, di una giornata, di un groviglio di pensieri…).
E in ogni caso, regalare un fiore non potrà mai essere sbagliato.

 

Mughetto fiore piccino
calice di enorme candore
sullo stelo esile
innocenza di bimbi gracile
sull’altalena del cielo

Giuseppe Ungaretti, da Poesie disperse, in Giuseppe Ungaretti – Vita d’un uomo – Tutte le poesie,  Mondadori

 

Concessione

Buttate pure via
ogni opera in versi o in prosa.
Nessuno è mai riuscito a dire
cos’è, nella sua essenza, una rosa.

Giorgio Caproni, in Res Amissa

 

La fiorita rama

Col vento, contro il vento,
s’agita sempre la fiorita rama;
sempre tra giorni chiari e giorni oscuri,
tra volere e svolere,
simile a un bimbo s’agita il mio cuore.
Finché, caduti i fiori,
la rama è ferma, carica di frutti;
finché il cuore, di fanciullezza sazio,
ha la sua pace, e sa:
pien di gioia e non vano
era l’inquieto gioco della vita

 
Hermann Hesse,  versione di Diego Valeri in Poesie scelte, da  Heman Hesse – Saggi e poesie, Mondadori.


L’inquietudine del rosaio

La fioritura del rosaio inquieto
brucia la linfa che gli dà alimento.
Guarda, le rose cadono, son tante
che di quel male morirà la pianta!
Immaturo è il rosaio, la sua vita impaziente
si estingue per dar fiori precipitosamente.

Alfonsina Storni, da “Poesia”, n. 307, settembre 2015, traduzione di Silvio Raffo.

 

* Io ascolterei: Nick Drake – Blossom Friend; Talking Heads – Nothing but  Flowers.

In viaggio (cercando che cosa?)

Se vuoi vedere le valli, sali in vetta a una montagna,
se vuoi vedere la vetta di una montagna, sali su una nuvola,
se invece aspiri a comprendere la nuvola,

chiudi gli occhi e pensa.
K. Gibran

viaggiare2

Moltissime persone  userebbero la famigerata vincita milionaria per…  viaggiare a lungo,  e viaggiare  è sicuramente uno degli interessi più dichiarati in assoluto quando si tratta di rispondere alla domanda “che cosa ti piace fare?”. Infatti io mi sento “molto strana” perché non sono una grande viaggiatrice (fisica), sono molto gatto in questo senso: ho bisogno dei miei punti di riferimento, però non sono affatto stanziale con i pensieri, anzi, anche troppo in movimento.

In ogni caso, in aereo e con le valigie sempre pronte, o da fermi ma comunque spesso in bilico  sulle nuvole, penso che tutti noi usiamo il viaggio per cercare  un qualcosa che forse non sappiamo nemmeno definire, un “altrove” della nostra anima che possa riempire quello che probabilmente assomiglia molto a un vuoto.

Qui sotto tre immagini di viaggio.
C’è il viaggio come metafora della vita, di  Kostantinos Kavafis:  il poeta afferma che non bisogna avere fretta di giungere a destinazione, alla propria “Itaca”, ma bisogna approfittare del viaggio (e quindi della vita)  per crescere intellettualmente e ampliare il proprio patrimonio di conoscenze:  il senso di Itaca è proprio quello di fungere da stimolo per il viaggio più che da meta da raggiungere fine a sé stessa.
Poi c’è il viaggio di Hermann Hesse: il viaggio come necessità del lontano, quasi come un rimedio alla mancanza di pace interiore.
Infine il viaggio di Octavio Paz, inteso come un continuo camminare sulla strada (ancora la vita). La strada come la reale residenza dell’uomo, che è perennemente in viaggio, perennemente assetato di conoscenza e angosciato dal dubbio del nulla.

Ma adesso, ovunque tu sia e dovunque tu voglia andare, con il corpo o anche solo con i pensieri… buon viaggio!

Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d’incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro,
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente, e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta, più profumi
inebrianti che puoi,
va’ in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Konstantinos Kavafis da Settantacinque poesie, a cura di Nelo Risi e Margherita Dalmati, Einaudi 1992.

Canzone di viaggio

Sole illumina il mio cuore,
vento disperdi le mie pene e i miei lamenti!
Piacere più profondo non conosco sulla terra
se non di andare lontano.

Per la pianura seguo il mio corso,
il sole deve ardermi, il mare rinfrescarmi;
per condividere la vita della nostra terra
dischiudo festoso i miei sensi.

E così ogni nuovo giorno mi deve
nuovi amici, nuovi fratelli indicare,
finché lieto posso tutte le forze celebrare,
e di ogni stella diventare ospite e amico.

Hermann Hesse, da Dal paese di Siddharta, traduzione di Tiziana Prina e Lydia Salerno, Ugo Guanda Editore, 1993.

La strada

È una strada lunga e silenziosa.
Cammino nelle tenebre e inciampo e cado
e mi rialzo e calpesto con passi ciechi
le pietre mute e le foglie secche
e qualcuno dietro di me cammina:
se mi fermo, si ferma;
se corro, corre. Mi volto: nessuno.
Tutto è oscuro e senza scampo,
e svolto e risvolto angoli
che conducono sempre sulla strada
dove nessuno mi aspetta né mi segue,
dove io seguo un uomo che inciampa
e si rialza e dice vedendomi: nessuno.

Octavio Paz, da Il fuoco di ogni giorno, a cura di Ernesto Franco, Garzanti, 1992.

* Ascoltando Lucio Battisti – Sì, viaggiare https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DfSDNJzxuVaw&h=lAQFw5I5N

Nessun vascello c’è…

libri

Quello che leggiamo e che ci colpisce profondamente a volte ci porta lontano, a volte lo ritroviamo in noi, lo riconosciamo, e da lì, comunque, non se ne andrà.

Libri

Tutti i libri del mondo
non ti danno la felicità,
però in segreto
ti rinviano a te stesso.

Lì c’è tutto ciò di cui hai bisogno,
sole stelle luna.
Perché la luce che cercavi
vive dentro di te.

La saggezza che hai cercato
a lungo in biblioteca
ora brilla in ogni foglio,
perché adesso è tua.

Hermann Hesse (da La felicità, versi e pensieri).

 

Nessun vascello c’è che come un libro
possa portarci in contrade lontane
né corsiere che superi la pagina
d’una poesia al galoppo  ̶
Questo viaggio può farlo anche il più povero
senza pagare nulla  ̶
tant’è frugale il carro che trasporta
l’anima umana.

Emily Dickinson (n. 1263, da Tutte le poesie, Einaudi, a cura di Marisa Bulgheroni).