Cuori incisi

cuore

Vecchi cuori e nuove disillusioni: una storia (quasi) universale.

Il cuore

Ormai non s’incide
sui muri
sui tronchi
luigi e maria
carlo e rachele
marta e alfonso
accanto a due cuori
intrecciati

ora una coppia
legge le antiche
faticose tenerezze
sui muri
sui tronchi
e commenta
che sciocchi
prima di lasciarsi
per sempre

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009), da L’amore, le donne e la vita – Poesie scelte con testo a fronte, Nottetempo, 2019 traduzione di Stefania Marinoni

***

Il cuore
Ya nadie graba
en las paredes
en los troncos
luis y maría
raquel y carlos
marta y alfonso
junto a dos corazones
enlazados

ahora las parejas
leen esas vetustas
incómodas ternuras
en las paredes
en los troncos
y comentan
qué ñoños
antes de separarse
para siempre

 

°ascoltando Blink 182 – The Fallen Interludehttps://www.youtube.com/watch?v=glBDrSigNJo&t=4s

Ho perso il saggio

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Siamo così affollati nei nostri pensieri, nel nostro essere, che talvolta perdiamo di vista certe parti di noi (la mia parte saggia, per esempio, – quel caro e venerabile saggio – che fine ha fatto?).

 Anche tu hai un angelo e un buffone (o tutti gli altri citati nella poesia), dentro di te?

Un buffone e un angelo

Abbiamo dentro un buffone e un angelo
un santo e un carnefice
un ubriaco e un saggio
 
abbiamo tutti un addio con pianto
un pioppo incontrollato
due tre benvenuti

tutti guardiamo attraverso il sogno
di vetri opacizzati
o di amori autunnali

la tramontana ci spettina in un attimo
se ancora conserviamo
un fiordo di calvizie

siamo alla mercé delle mercedi
delle parole dette
di quelle mai più dette

c’è una fortuna che ci viene data
e un’altra che noi stessi sviluppiamo
con un po’ di fortuna

quando di notte ci inventiamo
il risultato è così splendido
che non ci riconoscono

***

Todos llevamos un bufón y un ángel
un santo y un verdugo
un borracho y un sabio

todos tenemos un adiós llorado
un álamo nervioso
dos o tres bienvenidas

todos miramos a través del sueño
de cristales con vaho
o de amores de otoño

el cierzo nos despeina en un instante
si es que aún conservamos
un fiordo de calvicie

estamos a merced de las mercedes
de las palabras dichas
y las no pronunciadas

hay una suerte que nos viene hecha
y otra que desplegamos
con un poco de suerte

cuando nos inventamos en la noche
quedamos tan espléndidos
que no nos reconocen.

Mario Benedetti, da El mundo que respiro / Il mondo che respiro, in Inventario, a cura di Martha L.Canfield, ed.Le Lettere.

♦ ascoltando George Gershwin – Rhapsody in Blue

“Società liquida”?

 bau

(…) Nella nostra epoca il mondo intorno a noi è tagliuzzato in frammenti scarsamente coordinati, mentre le nostre vite individuali sono frammentate in una successione di episodi mal collegati fra loro (…)

Zygmunt Baumann, da Intervista sull’identità

 

Lei che passa

Passo che passa
volto che passavi
che vuoi di più
ti guardo
poi mi scorderò
poi e solo
solo e poi
di certo mi scordo.
 
Passo che passi
volto che passavi
che vuoi di più
ti amo
ti amo solo due
o tre minuti
per amarti di più
il tempo manca.
 
Passo che passi
volto che passavi
che vuoi di più
ah no
ah non mi tentare
che se ci tentiamo
non potremo scordarci
addio.

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009),  da L’amore, le donne, la vita, Nottetempo, traduzione di Stefania Marinoni, 2019

*ascoltando Stevie Ray Vaughan – Scuttle Buttin’ https://www.youtube.com/watch?v=IUsvRaRk9Fs

Se avessimo un manuale di istruzioni…

ricciocast

Se potessimo andare in giro con un manuale di istruzioni su come “funzioniamo”, nel mio scriverei anche questa poesia. (E forse non sarei la sola…)

 

Ballata del malumore

 

Ci sono giorni in cui provo un’indolenza
per me, per te, per tutto ciò che insiste a credersi
e mi scopro solidamente cretino
pronto a far vacillare in me i rancori
e niente mi sembra un augurio accettabile.

Giorni in cui apro il giornale con il cuore in gola
come se aspettassi davvero che il mio nome
compaia tra gli annunci funebri
seguito dalla lista di parenti e amici
e di tutto l’indocile personale ai miei ordini.

Ci sono giorni che non sono neanche cupi
giorni in cui perdo il filo della mia pena
e risolvo i cruciverba
con una rabbia fatta per altre occasioni
per esempio, per le notti d’insonnia.

Giorni in cui uno sa che un tempo era buono
mah forse non da molto è spuntata la luna
limpida come dopo un bagno profumato
e quella sì era autentica malinconia
e non questo malsano, dolce tedio.

Bene, questa ballata è solo per avvisarti
in questi giorni non darmi retta.

Mario Benedetti (Uruguay, 1920-2009),  da L’amore, le donne, la vita, Nottetempo, 2019

*ascoltando J.J. Cale – Durango https://www.youtube.com/watch?v=3G_msX9iHwg

Il messaggio

ciao in the bottle

Che cosa scriveresti nel tuo messaggio nella bottiglia?

Bottiglia nel mare

Affido questi sei versi alla mia bottiglia nel mare
con il segreto proposito che un giorno
giunga ad una spiaggia quasi deserta
e un bambino la trovi e la stappi
e invece che versi estragga piccole pietre
e aiuti e ammonimenti e lumache.

°°°

Bottella al mar

Pongo estos seis versos en mi botella al mar
con el secreto designio de que algún día
llegue a una playa casi desierta
y un niño la encuentre y destape
y en lugar de versos extraiga piedritas
y socorros y alertas y caracoles.

Mario Benedetti (Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), traduzione di Raffaella Marzano

*ascoltando The Police – Message In A Bottle https://www.youtube.com/watch?v=MbXWrmQW-OE; Mario Benedetti –  Botella al mar https://www.youtube.com/watch?v=vwmzcqtecnM

Un tipo di amicizia

zzzzz

Possibile? Impossibile?
Probabilmente quasi rara (come fa intendere il poeta).

Lovers go home

Adesso che ho inaugurato il giorno
tornando al tuo sguardo
e mi hai trovato bene
e ti ho trovato ancora più bella
ora che finalmente
è abbastanza chiaro
dove sei e dove
sono

per la prima volta so
che avrò la forza
per costruire con te
un’amicizia così delicata
che dal vicino
territorio dell’amore
quel disperato
cominceranno a guardarci
con invidia
e finiranno con l’organizzare
viaggi
per venirci a chiedere
come facciamo.

°°°

Lovers go home

Ahora que empecé el día
volviendo a tu mirada
y me encontraste bien
y te encontré más linda
ahora que por fin
esta bastante claro
donde estas y donde
                           estoy

se por primera vez
que tendré fuerzas
para construir contigo
una amistad tan piola
que del vecino
territorio del amor
ese desesperado
empezarán a mirarnos
con envidia
y acabaran organizando
excursiones
para venir a preguntarnos
cómo hicimos.

Mario Benedetti (Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), da Poemas de otros (Poesie di altri), 1974

*ascoltando Lucio Battisti – Una donna per amico https://www.youtube.com/watch?v=jHm1hET_zC4

Ai giovani

giovani copia

 

Non è certo un mondo facile quello che lasciamo in eredità, ma qualcosa si può fare.

 

Che cosa resta da fare ai giovani
in questo mondo di pazienza e nausea?
Solo graffiti? Rock? Scetticismo?
Ancora resta di non dire amen,
di non lasciare che gli uccidano l’amore,
recuperare la parola e l’utopia,
essere giovani senza fretta e con memoria,
situarsi in una storia che è la loro,
non trasformarsi in vecchi prematuri.

Che cosa resta da fare ai giovani
in questo mondo di routine e rovina?
Cocaina? Birra? Bravate?
Resta loro respirare, aprire gli occhi,
scoprire le radici dell’orrore,
inventar pace anche in modo disordinato,
trovare armonia con la natura,
e con la pioggia ed i lampi,
e col sentimento e con la morte,
quella matta da legare e slegare.

Che cosa resta da fare ai giovani
in questo mondo di consumo e fumo?
Vertigine? Assalti? Discoteche?
Resta loro anche discutere con Dio,
tanto se esiste che se non esiste
tendere mani che aiutano, aprire porte
tra il proprio cuore e quello dell’altro;
soprattutto, resta loro fare futuro
nonostante i meschini del passato
e i saggi ipocriti del presente.

 

¿Qué les queda por hacer a los jóvenes
en este mundo de paciencia y asco?
¿sólo grafitti? ¿rock? ¿escepticismo?
también les queda no decir amén
no dejar que les maten el amor
recuperar el habla y la utopía
ser jóvenes sin prisa y con memoria
situarse en una historia que es la suya
no convertirse en viejos prematuros

¿Qué les queda por hacer a los jóvenes
en este mundo de rutina y ruina?
¿cocaína? ¿cerveza? ¿barras bravas?
les queda respirar
abrir los ojos
descubrir las raíces del horror
inventar paz así sea a ponchazos
entenderse con la naturaleza
y con la lluvia y los relámpagos
y con el sentimiento y con la muerte
esa loca de atar y desatar
¿Qué les queda por hacer a los jóvenes
en este mundo de consumo y humo?
¿vértigo? ¿asaltos? ¿discotecas?
también les queda discutir con dios
tanto si existe como si no existe
tender manos que ayudan abrir puertas
entre el corazón propio y el ajeno
sobre todo les queda hacer futuro
a pesar de los ruines del pasado
y los sabios granujas del presente

Mario Benedetti (Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009)

*ascoltando The Jeff Beck Group – Beck’s Bolero  https://www.youtube.com/watch?v=nmO0OZC6Ifk

Non esiste. Eppure…

sirene

C’è sempre qualcosa a cui vogliamo credere,
anche se siamo quasi certi che non esista.

Sirena

Sono con­vinto che tu non esista
e tut­ta­via ogni notte ti ascolto

t’invento a volte con la vanità
con la deso­la­zione o la pigrizia

dall’infinito mare arriva il tuo stupore
l’ascolto come un salmo e ciò malgrado

son così certo che tu non esista
che ti aspetto nel sogno per domani

 

Sirena

Tengo la convicción de que no existes
y sin embargo te oigo cada noche

te invento a veces con mi vanidad
o mi desolación o mi modorra

del infinito mar viene tu asombro
lo escucho como un salmo y pese a todo

tan convencido estoy de que no existes
que te aguardo en mi sueño para luego. 

Mario Bene­detti (Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), testo e traduzione dal web

*ascoltando Sinead O’Connor – Song To The Siren (Tim Buckley) https://www.youtube.com/watch?v=88wL8oRf45U

(ancora sirene, qui: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/03/12/le-sirene-cantano/)

Un bacio

Gianni Berengo Gardin, Bacio, Parigi, 1954

Gianni Berengo Gardin, “Bacio”, Parigi, 1954

Senza parole (ovviamente: è un bacio!)

Mass media

Dei mezzi di comunicazione
in questo mondo così codificato
da internet e altre navigazioni
continuo a preferire
il vecchio bacio artigianale
che da sempre comunica tanto.

Mass media

De los medios de comunicación
en este mundo tan codificado
con internet y otras navegaciones
yo sigo prefiriendo
el viejo beso artesanal
que desde siempre comunica tanto.

Mario Benedetti (fonte: https://cctm.website/mario-benedetti-uruguay-2/#.W_nAzOLSLcc)

 

Il bacio di ieri

Il bacio di ieri
ha aperto la porta
e tutti i ricordi
che ho creduto fantasmi,
caparbi si sono alzati
a mordermi.

Ese beso de ayer

Ese beso de ayer
me abrió la puerta
y todos los recuerdos
que yo creí fantasmas,
se levantaron tercos
a morderme.

Claribel Alegría, da Y este poema-rio, 1989

*ascoltando Ben Harper – Steal My Kisses https://www.youtube.com/watch?v=BSTBs3IEVQs

(Ancora sul bacio:  https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/06/18/bacio-insomma-che-cose-mai-bacio/; https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/05/07/cose-dal-mondo-un-bacio-a-parigi).

Semplicità

rosa

Semplicità, ovvero il contrario di difficoltà, complicazione, sofisticazione. Se penso al mondo che mi si apre nella mente pronunciando la parola semplicità vorrei rifugiarmi lì, in quel mondo, e non uscire più.
Sono tre anni che scrivo in questo spazio e a chi ogni tanto (o solo per una volta) ha letto o leggerà (grazie!) voglio augurare Semplicità.

 

“La semplicità è una delle virtù più complicate di questo vecchio mondo. Quando uno è semplice (nella parlata, nei gesti, nelle azioni, persino nella poesia) corre il fastidioso rischio di essere preso per stupido, per fesso. Ci sono critici, per esempio, propensi a elogiare solamente quei poeti misteriosi le cui opere sono comprese da pochissimi. Nemmeno questi critici li capiscono, è chiaro, ma hanno una certa abilità nel girare intorno al mistero, facendo della propria ignoranza una forma di discrezione.
Se si legge Baldomero Fernanàndez Moreno o Antonio Machado e si coglie la saggezza della loro semplicità, verrebbe voglia di correre ad abbracciarli come se fossero ancora qui, con la penna in resta. Come insegnano, come aprono senza pregiudizi le porte delle loro vite e ci regalano le chiavi per aprire la nostra!
Qualsiasi comandante, il capoccia come il capetto, si affanna (soprattutto se in affanno) a non essere semplice. La difficoltà è il suo muro di contenimento, il suo bastione. La sua corazza. Nella semplicità gli uomini e le donne si proteggono, si comprendono, si consolano. Nella complessità, invece, si guardano con diffidenza e rancore. Come non ricordare che la morte è l’apice della semplicità…”.

Mario Benedetti (Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), da Il diritto all’allegria, Nottetempo Edizione; traduzione di Stefania Marinoni
           

 Un filo di ragno

Attraverso un sentiero del bosco, in un comodo cantuccio,
un elastico e lindo filo di ragno,
asperso di allegria solare e di ombra,
è sospeso nei cieli; e con tremito impercettibile
il vento lo fa vibrare, tentando invano di strapparlo;
il filo è saldo, sottile, diafano e semplice.
È tagliata la viva cavità dei cieli
da una linea sfavillante, da una corda policroma.
Noi siamo avvezzi a stimare solo ciò che è confuso.
Con falsa passione nei nodi ingarbugliati
cerchiamo sottigliezze, ritenendo impossibile
congiungere nell’anima semplicità e grandezza.
Ma sono meschine, ruvide e smorte le cose complesse;
e l’anima sottile è semplice come questo filo.

Zinaida Gippius (1869-1945,  poetessa russa), traduzione di Angelo Maria Ripellino

 

(Ancora sull’essere semplici: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2017/09/07/solo-un-nome/; https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2017/12/04/semplificare/; https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/03/26/lista-delle-cose-6-restare-semplici/)

*ascoltando Passenger – Simple Song https://www.youtube.com/watch?v=RfSVFtv7-90