Ho capito

In questi versi la poetessa Piera Oppezzo ci parla di qualcosa che ha compreso.
Facciamo un gioco? Ognuno scrive di getto quello che è sicuro di aver capito. E poi?
E poi sarebbe bello passarci (come ci scambiavamo i bigliettini a scuola, durante un compito in classe) tutte queste nostre scoperte…

***

Un viaggio che domani devo ripetere

Ho capito.
Ci sono più i giorni che la vita.
C’è di più il mattino tutto in avanti
poi il pomeriggio che sprofonda giù
la sera che ricomincia, dove andrà a finire?
Mi piace non mi piace
conta l’avventura che sono riuscita a inventarmi.

La concludo raggiungendo il cuscino.
Uno spazio dove mi dico
che ho consumato quanto potevo
usando tutto:
il colore di una maglietta
la curiosità il silenzio i toni di voce
una frecciata di intelligenza
il cuore che batte troppo in fretta
l’amore per l’entusiasmo
l’apatia che fa passare il tempo
la vigilanza che alimenta la paura.

Poi non è tardi ma è tardi.
È stato un viaggio che domani devo ripetere
facendo in modo che sia diverso.
Ogni volta mi devo accorgere
che si tratta di un pezzo di vita
che tutti questi pezzi (dicono)
dovrei metterli insieme
controllare se di fatto prendono forma
quali linee, che tratti vorrei
e se proprio ho bisogno (mi domando)
di guardarmi in una forma definita.

Piera Oppezzo (Torino, 1934 – 2009), in “Nuovi Argomenti”, aprile-giugno 1978, n.58

°ascoltando Niccolò Fabi – Una Somma Di Piccole Cose https://www.youtube.com/watch?v=lmHddBClrxQ 

Di draghi e altre paurose fantasie (più meno reali)

 drago

“Le fiabe sono più che vere: non perché ci dicono che i draghi esistono, ma perché ci dicono che possono essere sconfitti”. Citazione riportata da Neil Gaiman nell’epigrafe del romanzo Coralin, e da lui attribuita a G. K. Chesterton

*Che forma ha la tua grande paura? e come la affronti?*

La grande paura

La storia della mia persona
è la storia di una grande paura
di essere me stessa,
contrapposta alla paura di perdere me stessa,
contrapposta alla paura della paura.
Non poteva essere diversamente:
nell’apprensione si perde la memoria,
nella sottomissione tutto.
Non poteva
la mia infanzia,
saccheggiata dalla famiglia,
consentirmi una maturità stabile, concreta.
Né la mia vita isolata
consentirmi qualcosa di meno fragile
di questo dibattermi tra ansie e incertezze.
All’infanzia sono sopravvissuta,
all’età adulta sono sopravvissuta.
Quasi niente rispetto alla vita.
Sono sopravvissuta, però.
E adesso, tra le rovine del mio essere,
qualcosa, una ferma utopia, sta per fiorire.

 

Piera Oppezzo (1934 – 2009), in Donne in poesia, Savelli, 1976

♦ ascoltando MUSE – The Dark Side https://www.youtube.com/watch?v=e0UWT0dFSQE

Cerca comunque un fiore

rovine

La grande paura

La storia della mia persona
è la storia di una grande paura
di essere me stessa,
contrapposta alla paura di perdere me stessa,
contrapposta alla paura della paura.
Non poteva essere diversamente:
nell’apprensione si perde la memoria,
nella sottomissione tutto.
Non poteva
la mia infanzia,
saccheggiata dalla famiglia,
consentirmi una maturità stabile, concreta.
Né la mia vita isolata
consentirmi qualcosa di meno fragile
di questo dibattermi tra ansie e incertezze.
All’infanzia sono sopravvissuta,
all’età adulta sono sopravvissuta.
Quasi niente rispetto alla vita.
Sono sopravvissuta, però.
E adesso, tra le rovine del mio essere,
qualcosa, una ferma utopia, sta per fiorire.

Piera Oppezzo (1934-2009), testo tratto da La poesia è un unicorno, di Francesca Genti, 2018

*ascoltando Peter Gabriel (feat. Kate Bush) – Don’t Give Up https://www.youtube.com/watch?v=8LMB6K4rTGU