Meglio rallentare

A che velocità stai viaggiando?

***

 

Non ho avuto il tempo

non ho neppure avuto il tempo
di salutare le mie vecchie paure
che già le nuove fanno e disfano,
giostra feroce tutto gira e gira
il mondo non smette d’impazzire
non smette il mondo di scherzare
col fuoco del male. Non ho avuto
il tempo di salutare – feroce   
giostra – una persona sulla strada:
mi salutava con la mano. Chi era?

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

°ascoltando Crosby Stills & Nash – Wasted On The Way – https://www.youtube.com/watch?v=nWlEsta4xS8

Nascondino

(Da bambina ero una schiappa a nascondino. E lo sono ancora).
Quali sono le strategie per non farti trovare da ciò a cui vuoi sfuggire? Sono efficaci?

***

 

trovata!

ci risiamo, le benzodiazepine
m’aiutano meno dell’acqua fresca
devo smetterla una buona volta
di giocare – sciocca – a nascondino
con quelle mie paure bambine: giorno
o notte riescono sempre e sempre
a stanarmi. Sempre, le maledette

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

°ascoltando Pearl Jam – In Hiding –  https://www.youtube.com/watch?v=Oo4F-ETF9do

Imparare a…

verso sera

(Che cosa pensa un fiore, verso sera?)

 

Verso sera

essere come un fiore
ridere con voce chiara
anche se la sera
ha il lamento della nebbia
e domani sembra tra mille anni
domani sembra la guerra
 
essere come un fiore
curvare i petali
scivolare nel sonno e poi
domani è già adesso,
la nebbia è solo vapore
ride, il fiore, con voce chiara

©IreneMarchi2023

°ascoltando Vashti Bunyan – Rose Hip Novemberhttps://www.youtube.com/watch?v=6en1BTlY0Kw

Guardare le stelle…

 

… e scacciare la paura

(e credere -si fa per dire-  agli oroscopi solo quando raccontano cose belle).

P.S. Buon anno!

 

Ricetta

 
Scaccia la paura
e la paura della paura.
Per qualche anno le cose basteranno.
Il pane nel cassetto
e il vestito nell’armadio.
Non dire mio.
Hai preso le cose solo in prestito.
Vivi nel tempo e capisci
che poche cose ti servono.
Accasati.
E tieni pronta la valigia.
È vero quello che dicono:
ciò che deve succedere, succederà.
Non andare incontro alla pena.
E quando arriva,
guardala tranquillamente.
È effimera come la felicità.
Non aspettare nulla.
E abbi cura del tuo segreto.
Anche il fratello tradisce
se si tratta di te o di lui.
Prendi la tua ombra
come compagna.
Scopa bene la tua stanza.
E saluta il tuo vicino.
Aggiusta il recinto
e anche il campanello alla porta.
Tieni aperta la ferita dentro di te
sotto il tetto delle cose che passano.
Strappa i tuoi piani. Sii saggio
e credi nei miracoli.
Sono iscritti da tanto tempo
nel grande piano.
Scaccia la paura
e la paura della paura.

***

Rezept

Jage die Ängste fort
Und die Angst vor den Ängsten.
Für die paar Jahre
Wird wohl alles noch reichen.
Das Brot im Kasten
Und der Anzug im Schrank.

Sage nicht mein.
Es ist dir alles geliehen.
Lebe auf Zeit und sieh,
Wie wenig du brauchst.
Richte dich ein.
Und halte den Koffer bereit.

Es ist wahr, was sie sagen:
Was kommen muß, kommt.
Geh dem Leid nicht entgegen.
Und ist es da,
Sieh ihm still ins Gesicht.
Es ist vergänglich wie Glück.

Erwarte nichts.
Und hüte besorgt dein Geheimnis.
Auch der Bruder verrät,
Geht es um dich oder ihn.
Den eignen Schatten nimm
Zum Weggefährten.

Feg deine Stube wohl.
Und tausche den Gruß mit dem Nachbarn.
Flicke heiter den Zaun
Und auch die Glocke am Tor.
Die Wunde in dir halte wach
Unter dem Dach im Einstweilen.

Zerreiß deine Pläne. Sei klug
Und halte dich an Wunder.
Sie sind lang schon verzeichnet
Im grossen Plan.
Jage die Ängste fort
Und die Angst vor den Ängsten.

 

Mascha Kaléko (Schidlow, 1907 – Zurigo, 1975), da Die paar leuchtenden Jahre, traduzione dal web

°ascoltando PFM – Celebration https://www.youtube.com/watch?v=rjoKEmcm06k

Chi muove gli ingranaggi?

ingranaggi

(Spero di sbagliarmi)

Money

più dei grandi consigli non richiesti
e del cambio degli armadi,
più delle cene della classe
delle tasse, dei pomeriggi persi
dimenticati dentro a un centro
commerciale, più della mia tenace
insicurezza, HO PAURA – confesso –
della sorridente indifferenza
così sicura, lei,  nei portafogli
e nei grafici svelti del profitto

sì, di questo ho paura: del motore
del mondo – che no, non è l’amore

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

⇒ ascoltando Pink Floyd – Money https://www.youtube.com/watch?v=-0kcet4aPpQ

Di draghi e altre paurose fantasie (più meno reali)

 drago

“Le fiabe sono più che vere: non perché ci dicono che i draghi esistono, ma perché ci dicono che possono essere sconfitti”. Citazione riportata da Neil Gaiman nell’epigrafe del romanzo Coralin, e da lui attribuita a G. K. Chesterton

*Che forma ha la tua grande paura? e come la affronti?*

La grande paura

La storia della mia persona
è la storia di una grande paura
di essere me stessa,
contrapposta alla paura di perdere me stessa,
contrapposta alla paura della paura.
Non poteva essere diversamente:
nell’apprensione si perde la memoria,
nella sottomissione tutto.
Non poteva
la mia infanzia,
saccheggiata dalla famiglia,
consentirmi una maturità stabile, concreta.
Né la mia vita isolata
consentirmi qualcosa di meno fragile
di questo dibattermi tra ansie e incertezze.
All’infanzia sono sopravvissuta,
all’età adulta sono sopravvissuta.
Quasi niente rispetto alla vita.
Sono sopravvissuta, però.
E adesso, tra le rovine del mio essere,
qualcosa, una ferma utopia, sta per fiorire.

 

Piera Oppezzo (1934 – 2009), in Donne in poesia, Savelli, 1976

♦ ascoltando MUSE – The Dark Side https://www.youtube.com/watch?v=e0UWT0dFSQE

La prossima volta

KEEPCALM

La prossima volta è un posto pieno di coraggio (… fino alla prossima volta).

 

Il resto

Eri tu
in cassa
al supermercato.
Il nastro nero
avanzava ho pensato
cosa dico?

 
Ciao lavori qui
adesso? E come
stai? È passato tanto
tempo, eppure io
ti penso e ora
che ti vedo
so che tremo ancora
e tu
come ti senti?

 
Dodici euro e venti.
Vuoi i bollini fai la raccolta?
No grazie. Magari
la prossima
volta.

 
Chiara Carminati, da Viaggia verso – Poesie nelle tasche dei Jeans (con illustrazioni di Pia Valentinis), Bompiani, 2018

Senti anche tu?

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Note dolci

L’uva fragola mi sta cantando
una canzone più dolce di ogni paura
la musica io non la so scrivere
ma so ascoltare –  senti il ritornello…
ci accarezza il controcanto
del vento – e lei canta, piano,  le sue note
profumate: anch’io  –  mi sussurra  –
ho creduto di non meritare il sole
ma ora sono matura tra le tue mani

IreneMarchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022

Di paure e angeli custodi

 

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Eine Kleine Nachtmusik

Io non ho mai letto il volo degli uccelli,
né interrogato le pietre per sapere
se hanno duecento o mille anni.
È vero: qualche volta ho avuto paura.
Ma sapevo che ciò che deve accadere accadrà
e non ho avuto più paura.
Il mio terapeuta dice che dovrei convincermi
che bene, oggi è così.
Lo dice sempre quando sono passati
i quarantacinque minuti della seduta
e dopo di me c’è un altro.
Disposto dopo quarantacinque minuti
a convincersi fosse solo per la cifra che paga
che bene, oggi è così.
Il fatto è che essere stupidi non è poi così facile:
se lo sei lo sei e non lo sai.
Ma se lo sai, questo da solo è una prova
che non lo sei e allora sei in un circolo vizioso:
vai avanti e vai indietro e sei sempre là.
Allo stesso posto.
Da più di quaranta anni.
A fare scongiuri,
sortilegi,
piccole e mediocri magìe
per convincerti che se tu lo volessi
potresti essere altrove ma sei sempre là.

A fare trallalà e trallaqua.

Mentre conti i giorni
che sono sempre 365 in un anno.
E 30 in un mese,
e 7 in una settimana,
e ogni giorno se ne va dopo 24 ore,
e ogni ora dopo 60 minuti,
e ogni minuto dopo 60 secondi.
Così che se li conti tutti,
gli anni e i mesi e le settimane
i giorni e le ore e i minuti e i secondi,
finisci che perdi il conto,
finisci che la sera t’aspetti per davvero
che sia il tuo angelo custode
a prendersi custodia di te
e ti protegga dal male che c’è nell’universo e in te,
e dall’urgenza di dimostrare poi a chi sa chi
che c’eri anche tu perdio,
che poi non volevi molto,
solo quanto basta a non stare male,
e che hai fatto di tutto per esserlo,
e consentire al tuo angelo custode
di essere un angelo
anche se poi è solo un angelo di terza categoria,
di quelli che incontri al bar o al supermercato,
quando hai bisogno sì bisogno
di vederlo un angelo,
e allora ha la faccia di una commessa
dalle tette che non sai
se sono in vendita anche quelle,
ha la faccia del primo e/o della prima
che si mostra sensibile ai casi tuoi e ai cazzi suoi
ha la faccia che deve avere un angelo,
che se continua a fare il tuo angelo custode
è solo perché non sa
che c’è sempre qualcuno che prima o poi
si stanca di aspettare che il suo angelo
se lo porti in paradiso, e se ne va
in paradiso o anche all’inferno,
senza dire bye bye,
senza biglietti lettere o testamenti,
se ne va e basta,
se ne va perché bene, oggi è così,
se ne va perché ha letto il volo degli uccelli
e ha saputo dalle pietre
che cento o mille o un milione di anni
non sono altro che il battito di ciglia di un dio
che tutto sommato è meglio
che rimanga da solo a fare dio
e contare quanto rimanga ancora al nuovo bing bang,
all’istante in cui potrà provarsi un’altra volta
a costruire il migliore dei mondi possibili.

Luther Blissett, eteronimo di Emilio Piccolo (Acerra, 1951-2012), da Beatrice – My heart is full of troubles, Dedalus, 1999

*ascoltando Ben Harper – Waiting On An Angel https://www.youtube.com/watch?v=1ej4ZjMF0Ns

(ancora di angeli, più o meno custodi, qui: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2019/03/07/dove-langelo/ https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/05/25/un-angelo-alternativo/ https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/07/22/angelo/ ).