Rim bal za no

boingboingboing

Rim bal za no

Le parole
di una poesia mi piovono

giù

dalle ciglia, rimbalzano
nello spazio tra il respiro
e il battito

rim bal za no
rim bal za no…

per un tempo senza tempo
– grandine calda dentro ai pensieri –
e aprono crepe
in stanze che non sapevo di avere.
“La poesia non serve a nulla”
è una stupida bugia.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Edizioni, 2020

*ascoltando John Frusciante – Before The Beginning https://www.youtube.com/watch?v=J76MeYAGaH8

Che finisca bene

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Una poesia in regalo
(ma che finisca bene, perché il lieto fine sarà forse banale nei film,
ma nella vita ne abbiamo tutti un po’ bisogno).

                                                         
                                                          (Per Izet Sarajlic)
 

Regalami dei libri
che finiscano bene

in mancanza di romanzi
anche delle poesie

in mancanza di poesie
anche una quartina

in mancanza di una quartina
anche un solo verso.

Regalami un amore
che finisca bene

il vostro è fuggito via
il vostro ha lasciato la porta aperta
ai suoi fantasmi

Tristano ed Isotta
Romeo e Giulietta
Henri e Yvonne

papà e mamma
per sempre riuniti
per sempre separati.

Da quaranta anni
provo a scrivere una vita
che finisca bene

da quaranta anni
sono morto quaranta volte
sono nato quarantuno volte

da quaranta anni
sono coperto da cicatrici di separazioni

mi sveglio la notte
in mezzo ad una piaga

che lascia ciascuno
dall’altro lato del sangue.

Regalami dei libri
che finiscano bene

L’isola del tesoro
ma non Il Dottor Jekill e Mister Hyde

L’ammutinamento dell’Elsinore
ma non Vent’anni dopo

ma non Madame Bovary
non Il rosso e il nero

non, come il suo stesso titolo suggerisce,
Illusioni perdute

Le avventure del capitano Hornblower
ma non Moby Dick

Via dalla pazza folla
ma non Giuda l’oscuro

né parecchi capolavori del XX secolo

i Vangeli
ma non l’eroe dei Vangeli
né parecchie vite del XX secolo.

Lascia la pagina al suo biancore

attraversala
senza scriverla

non impegnarti in un verso
di cui ti rammaricheresti

che ucciderebbe nel grembo
gli altri versi.

Lascia questa donna al suo sguardo

non iniziare
una storia che finirà male

un giorno
lei morirà
ti lascerà
ti lascerà solo

dinanzi alla nostalgia immensa
dell’attimo

prima dell’incontro

quando era possibile
vivere una storia

che sarebbe finita bene
che non sarebbe finita affatto

come questo verso di Gérald Neveu
la bagnante scivola via parallela al desiderio

come quest’altro di Mallarmé
il trasparente ghiacciaio dei voli che non sono fuggiti.

Non so nuotare
ma la seguo

non comprendo i versi di Mallarmé
ma lo sento

come ho sentito
corre voce che si possa essere felici
e l’ho seguita.

Regalami una poesia
che non comincia
e non finisce

Regalami una poesia.

Yvon le Men (Tréguier,1953 ), da Besoin de poème,  Editions du Seuil, traduzione di Giancarlo Cavallo (fonte: http://www.casadellapoesia.org/)

°°°
testo originale:

Donne-moi des livres
qui finissent bien

à défaut de romans
peut-être des poèmes

à défaut de poèmes
peut-être un quatrain

à défaut d’un quatrain
peut-être un seul vers.

Donne-moi un amour
qui finisse bien

le vôtre s’est échappé
le vôtre a laissé la porte ouverte
à ses fantômes

Tristan et Iseult
Roméo et Juliette
Henri et Yvonne

papa et maman
à jamais réunis
à jamais séparés.

Depuis quarante ans
j’essaie d’écrire une vie
qui finisse bien

depuis quarante ans
je suis mort quarante fois
je suis né quarante et une fois

depuis quarante ans
je suis couturé de séparations

je me réveille la nuit
au milieu d’une plaie

qui laisse chacun
de l’autre côté du sang.

Donne-moi des livres
qui finissent bien

L’Ile au trésor
Mais pas Docteur Jekill et Mister Hyde

Les Mutins de l’Elseneur
mais pas Vingt ans après

mais pas Madame Bovary
pas Le Rouge et le Noir

pas, comme son titre l’indique,
Illusions perdues

Les aventures de Hornblower
mais pas Moby Dick

Loin de la foule déchaînée
mais pas Jude l’obscur

ni de nombreux chefs-d’œuvre du XXe siècle

les Evangiles
mais pas le héros des Evangiles
ni de nombreuses vies du XXe siècle.

Laisse la page à sa blancheur

traverse-la
sans l’écrire

ne t’engage pas dans un vers
que tu regretterais

qui tuerait sur pied
les autres vers.

Laisse cette femme à son regard

n’ouvre pas
une histoire qui finira mal

un jour
elle mourra
te quittera
te laissera seul

devant l’immense nostalgie
de la seconde

d’avant la rencontre

quand il était possible
de vivre une histoire

qui finirait bien
ne finirait pas

comme ce vers de Gérald Neveu
la baigneuse file parallèle au désir

comme cet autre de Mallarmé
le transparent glacier des vols qui n’ont pas fui.

Je ne sais pas nager
mais je la suis

je ne comprends pas le vers de Mallarmé
mais je l’entends

comme j’ai entendu
le bruit court qu’on peut être heureux

et l’ai suivi.

Donne-moi un poème
qui ne commence
ni ne finit

donne-moi un poème.

*ascoltando Ezio Bosso –  Smiles for Y… https://www.youtube.com/watch?v=sZw_eeAYX9A

Incontri nello spazio…

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L’altroieri, per esempio,  ho incontrato di nuovo Giacomo (Leopardi), sempre lì, dove  l’avevo già incontrato anni fa: su quella collina, guardando l’infinito…

La stessa cosa

A che cosa serve una poesia?
Forse a nulla
o forse a ricordarci di noi
– uno che ha scritto
e l’altro che ha letto –
noi due, uniti soltanto
nello spazio tra poche parole.

Sì, una poesia
anche a questo serve,
a ricordarci di noi
– uno che ha scritto
e l’altro che ha letto –
noi due,
che forse cercavamo la stessa cosa.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

*ascoltando Ezio Bosso – Tango Triste https://www.youtube.com/watch?v=LxXccKpCFYg

Le ali di una poesia

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Lavorare con la carta

Di ogni poesia
puoi farti una rondine.

L’importante è che sia piegata ad arte.

Proprio di ogni poesia, sai,
anche se non riuscita.

Poi col pensiero vai e mettici il cielo.

°°°
Arbeit mit Papier

Aus jedem Gedicht kannst du
eine Schwalbe machen.

Du mußt es aber richtig falten.

Aus jedem Gedicht, hörst du,
auch aus dem missglückten.

Nun denke dir den Himmel dazu.

Jürgen Theobaldy (Strasburgo, 1944), da Tutto sempre di nuovo, 2000, Traduzione di Gio Batta Bucciol

*ascoltando Stevie Ray Vaughan – Little Wing https://www.youtube.com/watch?v=An4uDegHB8s

Un altro tè

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Che profumo ha una poesia?

Ho tre poesie,
disse.
Pensa, contare le poesie.
Emily le gettava
in un baule, io
non credo proprio che le contasse,
apriva solo un pacchetto di tè
e ne scriveva una nuova.
Era giusto. Una buona poesia
deve odorare di tè.
O di terra umida e legna appena tagliata.

Olav H. Hauge (Ulvik, Norvegia, 1908-1994), da La terra azzurra, Crocetti Editore, 2008, traduzione di Fulvio Ferrari

*ascoltando Cat Stevens – Tea for the Tillerman https://www.youtube.com/watch?v=7xcF_f1Myy0