Nel sole di ottobre

Primi di ottobre, cinque del pomeriggio.
Guardo i gatti sonnecchiare in giardino e penso che…

nel sole di ottobre vorrei dormire
– stendermi su una chiara culla d’erba –
e dolcissimo sarebbe anche il canto
aspro della ghiandaia, ché in quel sonno
non avrei mancanza
nessuna salita nessuna caduta

soltanto il sole che si fa sera
lentamente
sopra il mondo

©IreneMarchi2023

°ascoltando Oskar Schuster – Les Soirs
https://www.youtube.com/watch?v=ZMQk3QfHctM

Alcuni piccoli accorgimenti per dormire

 

Chiudere la luna fuori dalla finestra? (fatto);

zanzare, gatti, cani e rumori? (ci sto lavorando);

pensieri angosciosi, dolori e varie? (vabbé, dai,  non chiediamo troppo a noi stessi);

Istruzioni per dormire

Certo, addormentarsi.
Scacciare la luna
dalla finestra.
Mettere in contumacia
le zanzare.
Stabilire per i gatti
lo spazio notturno.
Zittire i malinconici
cani dei vicini.
Chiudere l’udito
a tutti i rumori
tranne a quello della pioggia.
Relegare tutti i pensieri
angosciosi nel posto
che gli spetta,
nel tempo passato
o futuro.
Sistemare i sentimenti
nei reconditi
meandri del cuore,
in astucci
chiusi a chiave fino all’alba.
Reprimere i dolori.
Controllare i desideri
e superare le offese.
Non comporre poesie.
Afferrare il filo di una storia
e inventare una favola.
Fungere da mamma a se stessi.
Essere la propria amata.
Coprire di baci
il cuore insoddisfatto.
Coprire con una coperta
le membra infreddolite.
Entrare
nell’enclave monastica
del buio e del silenzio.
Andare lontano.
In capo al mondo.
Al confine dei sogni e dei non sogni.
E magari
ancora più lontano.

 Kajetan Kovič (1931, Maribor-Slovenia), traduzione di Jolka Milič

°ascoltando  Pink Floyd – Cluster One https://www.youtube.com/watch?v=XRqrpfzpTaA

 

Vediamo un po’…

(Voglio provarci anch’io)

In incognito

Dormo in incognito
per non farmi riconoscere dagli incubi.

Scavano per l’aria come talpe;
hanno un paio d’occhi
larghi e fotofobici.

Sul comodino
il lume acceso mi nasconde.

Pietro Pancamo (Cuneo, 1972), inedito

°ascoltando Metallica – Enter Sandman https://www.youtube.com/watch?v=CD-E-LDc384

Sogni a puntate

 Hai mai fatto un sogno talmente bello da volerlo continuare la notte successiva?

***

per caso mentre tu dormi
per un involontario movimento delle dita
ti faccio il solletico e tu ridi
ridi senza svegliarti
così soddisfatta del tuo corpo ridi
approvi la vita anche nel sonno
come quel giorno che mi hai detto:
lasciami dormire, devo finire un sogno

Antonio Porta (Vicenza, 1935-1989), da Come può un poeta essere amato? (Diario ’81-’82), in Invasioni, Mondadori, 1984

°ascoltando Bandabardò – Sogni grandiosi https://www.youtube.com/watch?v=Dthf8mLCKLI

Passaggi (quasi) obbligati

(Ahi!)

Il più delle volte
non serve sprangare le porte
bruciare ogni fuso
vietarne il possesso, proibire l’uso
ci sarà sempre una porticina aperta, una vecchina che fila
una scoperta
qualcosa che non sai neppure cos’è
uno sbaglio fatto apposta per te.
Non sempre, ma a volte
occorre pungersi
sanguinare un poco
dormire tutto il sonno
che viene dopo
sorbirlo come una medicina
per svegliarti diversa
da com’eri prima.

Silvia Vecchini, da In mezzo alla Fiaba, Topipittori, 2015

♣ ascoltando REM – Everybody hurts – https://www.youtube.com/watch?v=S2N_uvnvGbI

 

Un punto di vista

 

collo

Poesia del cuscino

Perché fino alla punta delle dita
sei presente, perché hai desideri,
per come pieghi i ginocchi
e mi mostri le chiome,
per il tuo tepore
e la tua oscurità;
per le tue frasi dipendenti,
i gomiti non prepotenti
e l’anima materiale
che nella fossetta
sopra la clavicola balugina;
perché sei andata
e venuta, e per tutto
ciò che di te non so
queste mie esili sillabe
son troppo poco – o troppo.

°°°

Kopfkissengedicht

Dafür, dass du bis in die Fingerspitzen
anwesend bist, dass es dich verlangt,
dafür, wie du die Knie biegst
und mir dein Haar zeigst,
für deine Temperatur
und deine Dunkelheit;
für deine Nebensätze,

das geringe Gewicht der Ellenbogen
und die materielle Seele,
die in der kleinen Mulde
über dem Schlüsselbein schimmert;
dafür, dass du gegangen
und gekommen bist, und für alles,
was ich nicht von dir weiss,
sind meine einsilbigen Silben
zuwenig, oder zuviel.

Hans Magnus Enzensberger, da Zukunftsmusik, Frankfurt am Main, Suhrkamp, p. 72 (fonte del testo https://journals.openedition.org/ceg/368?lang=en#bodyftn49).

*ascoltando Max Gazzè – Mentre Dormi https://www.youtube.com/watch?v=d8FVfC9HStc

Nel sonno

cerca di dormire

Quell’attimo prima di prendere sonno: sei salito (faticosamente) sulla cima dello scivolo e ora devi solo abbandonarti alla discesa  per dormire un po’ di ore (sempre troppo poche). Ecco che cominci a scivolare-lasci andare i pensieri-stai scivolando-dimentichi dove sei-tutto è silenzio-stai scivolando-dimentichi chi sei-non senti caldo-non senti freddo-stai scivolando-dimentichi chi vorresti essere-stai scivol…

 II
Sogno, sogno dentro il sonno
luce di ciò che non c’è
e voce di quello che c’era,
nero bocciolo della notte

 che promette splendore,
terra fatta di nuvola
nuvola fatta radice
mano sinistra dentro la destra

sogno, prendimi pure, sogno
campanula di buio
fiammella benedetta

declinazione di poeta
che promette amore
 e orlo d’orlo e notte.

Sium, sium dentri inte sium
lûs di ce che nol è
e vôs di chel ch’al jere
neri butul de gnot

ch’al impromet sflandôr
tiere fate di niule
niule fate ladrîs
man çampe inte man drete

sium cjapimi me sium
cjampanule di scûr
flamule benedete

declinazion di poete
ch’al impromet amôr
e ôr dal ôr e gnot.


III

Donzel, la notte piú bella
è quella che mi tace
dentro, minuta come
un centesimo di pace

dentro la tasca del cuore
dove il quarto di luna
nel silenzio del cielo
brilla come un orecchino

e il gattomammone sorride
che da bambino faceva paura
e tace l’urlío del giorno

e noi non si è piú noi
e il dolce cadersi dentro
non è dormire ancora.
 

Donzel, la gnot plui biele
e je chê ch’e mi tâs
dentri, minude come
un centesim di pâs

te sachete dal cûr
dulà che il cuart di lune
intal cidin dal cîl
al lûs come un rincjin

e la maràngule e rît
che, frut, faseve pôre
e al tâs il crît dal dì

e nô no si è plui nô
e il dolç mancjâsi dentri
nol è ancjemò durmî.

 

IV

Io sono qui, dentro
una notte che non c’è
e silenzioso nel silenzio
fiorito di pietra e mio.

Io sono qui, a scurirmi
con lo scurirsi della notte
fresca e scurita intorno
come di culla.

Io sono qui, che stringo
le mani alle ginocchia,
le ginocchia accanto al cuore,

dentro il cerchio degli occhi
il cerchio della luna
fino a tornare bambino.

 

Achì soi jo, par dentri
une gnot che no je
e cidin tal cidin
florît di piere e gno.

Achì soi jo, a scurîmi
cul scurîsi de gnot
frescje e scuride ator
ator come di scune.

Achì soi jo, ch’o strenç
lis mans tor dai zenôi
i zenôi dongje il cûr

dentri il cercli dai vôi
il cercli da la lune
fin a vignî bambin.

Pierluigi Cappello, da Il me Donzel, in Azzurro elementare, 2013, Bur

*ascoltando John Lennon –  Number 9  Dream https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=DGFvlnCq-ts