Il grande gioco delle nuvole

Camminando insieme alle nuvole (e sotto un cielo sempre diverso)

***

Canzone

Le nuvole sono legate alla terra ed al vento.
Fin che ci saran nuvole sopra Torino
sarà bella la vita. Sollevo la testa
e un gran gioco si svolge lassù sotto il sole.
Masse bianche durissime e il vento vi circola
tutto azzurro – talvolta le disfa
e ne fa grandi veli impregnati di luce.
Sopra i tetti, a migliaia le nuvole bianche
copron tutto, la folla, le pietre e il frastuono.
Molte volte levandomi ho visto le nuvole
trasparire nell’acqua limpida di un catino.
Anche gli alberi uniscono il cielo alla terra.
Le città sterminate somiglian foreste
dove il cielo compare su su, tra le vie.
Come gli alberi vivi sul Po, nei torrenti
così vivono i mucchi di case nel sole.
Anche gli alberi soffrono e muoiono sotto le nubi
l’uomo sanguina e muore, – ma canta la gioia
tra la terra ed il cielo, la gran meraviglia
di città e di foreste. Avrò tempo domani
a rinchiudermi e stringere i denti. Ora tutta la
vita son le nubi e le piante e le vie, perdute nel cielo.

Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 1908-1950) da Poesie del disamore e altre poesie disperse, Einaudi, 1968

°ascoltando Avishay Cohen Trio – Below – https://www.youtube.com/watch?v=IpzObDBSecQ

L’altra casa

Dov’è la tua (tua) casa?

Adesso io ho una nuova casa, bella
anche adesso che non v’ho messo mano
ancora. Tutta grigia e malandata,
con tutte le finestre rotte, i vetri
infranti, il legno fradicio. Ma bella
per il sole che prende ed il terrazzo
ch’è ancora tutto ingombro di ferraglia,
e perché da qui si può vedere quasi
tutta la città. E la sera al tramonto
sembra una battaglia lontana la città.
Io amo la mia casa perché è bella
e silenziosa e forte. Sembra d’aver
qui nella casa un’altra casa, d’ombra,
e nella vita un’altra vita, eterna.

Beppe Salvia (Potenza, 1954-1985), da Sillabe, in Cuore, Interno Poesia, 2021

°ascoltando Yann Tiersen – Penn ar Lannhttps://www.youtube.com/watch?v=gR4KZjXhoV0

C’è ancora il sogno?

futuro km 0 copia

È ancora possibile il sogno di salvare la vita della terra?

 

Fiumi sprecati
aride montagne erose
a ogni piovasco allagano,
case senza respiro,
le scuole sono camuffate galere,
dalle fontane quattro pisciatelle
tra qualche frasca nel giardino pubblico
la domenica.
Restare inerti? vagare
altrove per venderci?
O destarci nel sogno di salvare
la vita della terra?
Proviamo concepire
nitidi laghi in una città nuova
tra spiagge terse e boschi rilucenti.
Non abbiamo altra arma che svegliarci
trasformando miliardi di minuti sprecati e lagne
in forza organizzata –
da un centro del mondo
siamo immersi in una guerra integrale
da cui dipende anche il futuro esistere.

Danilo Dolci  (Sesana, Slovenia, 1924-Partinico, 1997), da Se gli occhi fioriscono, 1997

°ascoltando Valgeir Sigurðsson – Dreamland https://www.youtube.com/watch?v=s1tblh0KNOc

Sogni a puntate

 Hai mai fatto un sogno talmente bello da volerlo continuare la notte successiva?

***

per caso mentre tu dormi
per un involontario movimento delle dita
ti faccio il solletico e tu ridi
ridi senza svegliarti
così soddisfatta del tuo corpo ridi
approvi la vita anche nel sonno
come quel giorno che mi hai detto:
lasciami dormire, devo finire un sogno

Antonio Porta (Vicenza, 1935-1989), da Come può un poeta essere amato? (Diario ’81-’82), in Invasioni, Mondadori, 1984

°ascoltando Bandabardò – Sogni grandiosi https://www.youtube.com/watch?v=Dthf8mLCKLI

Chiedilo a un fiore

Chiedilo a un fiore
che cos’è la libertà.

Mi adagio nel mattino
di primavera. Sento
nascere in me scomposte
aurore. Io non so più
se muoio o se rinasco.

Sandro Penna (Perugia, 1906-1977), da Poesie, prose e diari / Sandro Penna, Mondadori, 2017

°ascoltando Bella Ciao (Francesco il mercante -Street musician) https://www.youtube.com/watch?v=P9nF8H41bOI

Io sarò, tu sarai, …

Un giorno saremo altro (tu, che cosa?).

Un giorno
sarò albero e radice
sarò terra contesa.
Mi vorranno i vermi
i lombrichi le stelle
sarò cosa che cambia
chissà cosa diventerò.
Sarò fiore o montagna
o terra da cemento
per un buon palazzo
eppure un giorno ero vivo
e ho visto il mondo
eppure un giorno ero vivo
e ho visto il mondo.

Salvatore Toma (Maglie, 1951-1987), da Canzoniere della morte, 1999, Einaudi

°ascoltando  Buffy Sainte-Marie – Poppies https://www.youtube.com/watch?v=1fgEgcf5Qzg

 

Una stella

stella

Augurando a tutti che si torni a rivedere una stella:

Leggiadro vien nell’onda della sera
un solitario palpito di stella.
A poco a poco una nube leggera
le chiude sorridendo la pupilla;

e mentre passa con veli e con piume,
nel grande azzurro tremule faville
nascono a sciami, nascono a ghirlande,
son nate in cento, son nate in mille:

ma più io non ti vedo, stella mia.

Clemente Rebora (Milano, 1885-1957), da Frammenti lirici, Vallecchi, 1947

♥ ascoltando John Lennon – Happy Xmas (War Is Over) https://www.youtube.com/watch?v=flA5ndOyZbI
 

Disastri stellari

Ho fatto un disastro: sbadatamente ho rovesciato sui fogli tutta la boccetta dell’inchiostro di china.
Però, in quel cielo nero, ho visto una stella.
Cadente.
Dicono che si avverino i desideri.
Qual è stata una cosa bella che è nata da un tuo piccolo disastro?

Direzione opposta

E vidi, io vidi una stella
al di sopra dei tetti
attraversare i banchi di nebbia.
La vidi discendere
e prendere terra
in direzione opposta alla mia.

Raffaele Carrieri (Taranto, 1905-1984), da Fresco sul bruciato, in La giornata è finita, Mondadori, 1963

Variazioni e improvvisazioni

sdleng sdleng sdDLENGHHHH

Da qualche tempo ho finalmente smesso di preoccuparmi (troppo) cercando di prevedere gli eventi, per non rischiare di trovarmi impreparata: tanto poi, alla fine, ho sempre dovuto improvvisare perché i simpatici eventi non sono mai andati come avevo previsto (cosa che, del resto, penso succeda un po’ a tutti). Quindi ho cambiato musica: al di fuori di situazioni lavorative, per me esiste solo l’improvvisazione. E tu? Pianifichi o improvvisi? Come suoni il pianoforte delle tue giornate?

***

Posso suonare la memoria come un pianoforte?

Sempre traendo le note volute?

Non facendo il casino di chi pesta sui tasti e non ha mai studiato
una nota o un accordo?
(Non pretendo musica da conservatorio o da maestro
sia pure privo di maestri e di carta da spartiti
come Thelonious Monk,
mi basta saper suonare
a malapena una tarantella).

Sergio Atzeni (Capoterra, 1952-1995), da Due colori esistono al mondo. Il verde è il secondo, Nuoro, Edizioni Il Maestrale, 1997

 

 

Una grazia naturale

light

Questa poesia contiene la parola “grazia” e, leggendola, non è forse grazia pura ciò che arriva dalla lettura? Una grazia avvolgente, non artefatta ma autentica e quasi ancestrale. (Sì, oggi sono stata letteralmente folgorata da una poesia!)

XVII

Nei tuoi fianchi materni grazia di passo
di cerva giovane all’abbeverata

nel sorriso ciottoli di stelle profumati
di mandorli in germoglio

negli occhi di lupa che allatta
pace chiara

o negro fuoco di baccante in danza sacra
se la pupilla si allarga di passione.

Come posso non amarti?

Sì, sono vecchio di scafo, ho passato burrasche,
sbattuto su scogli e memorie

ma vele nuove l’onda
infida spesso sommerge

e non per una pesca d’alba
ti chiedo compagnia
ma fino all’imbrunire e per cantare.

Sergio Atzeni (Capoterra, 1952-1995), da Due colori esistono al mondo. Il verde è il secondo, Nuoro, Edizioni Il Maestrale, 1997

♥ ascoltando Kitaro  – Aqua https://www.youtube.com/watch?v=9i0ok2ebHfM&t=10s