Blu profondo

(Piccola ipotesi di strategia: attraversare la notte senza opporsi al buio)

***

Ci si protegge
ci si difende
– alberelli che crescono a vista d’occhio
una lampada
nomi
circostanze
obblighi
libri
gli amici –
ma quando siamo soli
quando apriamo gli occhi
nell’oscurità
ci sentiamo in orbita con la terra
spogliati di tutto
anche del nome
senza destino
senza nessuno
verso il nulla.

Idea Vilariño, da Di rose che si aprono nell’acqua, Bompiani, traduzione di Laura Pugno

°ascoltando George Harrison – Deep Blue – https://www.youtube.com/watch?v=lEin9Q9Fgjc

Che c’entro io con tutto questo?

che c'entro

Sei mai stat* piegat* da questa domanda?

***

Se potessi sapere
che diavolo c’entro io
con tutto questo
se non mi si perseguitasse
accerchiasse
a ogni ora a squarciagola
in ogni momento e circostanza
e potessi sapere
pensare un po’
attentamente serenamente a che
a che demonio
a che diavolo c’entro
io
con tutto questo.

3 dicembre 1976

Idea Vilariño (Montevideo, 1920-2009), da Notturni, in Di rose che si aprono nell’acqua, Bompiani, 2021,a cura di Laura Pugno

I pesi invisibili

C’è una frase che capita di leggere spesso e che viene attribuita ogni volta a un autore diverso. Dice così: “Sii gentile: ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente”. La trovo una frase molto giusta, chiunque ne sia l’autore (e infatti penso che non dovremmo mai permetterci di dire a qualcuno “sei esagerat*!”, o almeno non prima di aver fatto il proverbiale giro nelle sue scarpe).

Ma adesso, che cosa potremmo  offrire come conforto all’autrice di questa poesia, se fosse ancora in vita? Io vorrei  poterle offrire una tazza di calda leggerezza, per  un attimo di riposo da quel suo peso invisibile ma sempre presente.

***

Oggi ho il cuore freddo e azzurro,
gli occhi di foschia
e le mani gelate.

Ah, madre,
come sono stanca,
stanca.
Non ne posso più di questo peso
questo peso cupo
che porto in spalla.

E questi che mi accompagnano
e mi ascoltano
si guardano e si chiedono,
di che peso parla?

Ah madre,
non sai come sono
stanca.

1941

Idea Vilariño (Montevideo, 1920-2009), da Prime poesie, in Di rose che si aprono nell’acqua, Bompiani, 2021, a cura di Laura Pugno

 

Cassetto che non si chiude o spia della riserva?

cassetto

Potrebbe sembrare uno di quei test psicologici a crocette:
barrare l’opzione che (in questo momento) sembra corretta

Vive

Quell’amore
quello
che presi con la punta delle dita
che lasciai che dimenticai
che trascinai sul pavimento
quell’amore
adesso
in poche righe che
escono dal cassetto
è qui
continua ad essere
continua a parlarmi
fa male
sanguina
ancora.

Idea Vilariño (1920, Montevideo, Uruguay – 2009)

 
Semiotica

Come la spia rossa che
si accende sul cruscotto
e segnala al conducente
che la benzina è alla fine,
così, anche il sentimento
che nutrivo per te
è ormai in riserva.

Valentino Zeichen (Fiume 1938 – Roma 2016), da Metafisica tascabile (1997)

*ascoltando Elmore James – The Sky Is Crying https://www.youtube.com/watch?v=kFn538A_yBA

 

riserva

Ma no, dai…

domani è2 

Ma no,  no… “domani è un altro giorno” non è solo un ricordo cinematografico, è la verità. Perciò domani arriverà. E poi ancora domani, e ancora…

Se morissi stanotte

Se morissi stanotte
se potessi morire
se io morissi
se questo coito feroce interminabile
lottato e senza clemenza
abbraccio senza pietà
bacio senza tregua
raggiungesse il suo apice
e si allentasse
se proprio ora
se ora
socchiudendo gli occhi io morissi
sentissi che è passata
che ormai l’ansia è finita
e la luce non fosse più un fascio di spade
e l’aria non fosse più un fascio di spade
e il dolore degli altri e l’amore e vivere
e tutto non fosse più un fascio di spade
e la facesse finita con me
per me
per sempre
e che non dolesse più
e che non dolesse più.

Idea Vilariño (Montevideo, 1920 – 2009), da Nocturnos / Notturni, 1955, traduzione  di M. Canfield

*ascoltando Fleetwood Mac – Don’t Stop (Thinking About Tomorrow) https://www.youtube.com/watch?v=TytGVo1O3_w

(Meglio fare così: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2017/12/31/proposito/).

Cose da dire

cose da dire

Forse è sempre meglio dire quello che sentiamo di dover dire

(anche a costo di dirsi le cose nello stesso momento!).

Sai

Sai
hai detto
mai
sono stato felice come questa notte.
Mai. E me lo hai detto
nello stesso momento
in cui ho deciso di non dirti
sai
forse mi sbaglio
ma credo
ma questa mi pare
la notte più bella della mia vita.

Idea Vilariño (Montevideo, 1920 -2009) da Poesias de amor, in Poesia completa, 2008

*ascoltando Van Morrison – Have I Told You Lately that I Love You https://www.youtube.com/watch?v=UFF1wJN75Z0

(Sullo stesso argomento https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/01/22/le-parole-le-carezze/)

Lascia che sia

lasciascorrere

Lascia che sia: lascia che scorrano le domande e  le non risposte (che poi sono anche risposte), i giorni e i non giorni (che pure sono giorni). Non so se opporsi sia utile. Che dici tu?

Un dono

Ci sono momenti in cui non ti senti
d’essere altro che un fragile groviglio
di domande, proprio allora, altrui domande
vengono poste nelle tue mani vuote,
come uova di uccelli canori, pronte a dischiudersi
se tenute al caldo,
ali di farfalla si aprono e si chiudono
nell’incavo delle tue mani, fiduciose che rispetterai
la polvere delle loro membrane scintillanti.
Le domande degli altri ti vengono date
come risposta
a quanto chiedevi. Sì, forse
questo dono è la tua risposta.

Denise Levertov, in Oltre la fine e altre poesie, traduzione di Liliana Casati, Le lettere.

 

Epitaffio

Non abusare delle parole
non prestar loro
troppa attenzione.
Succede semplicemente che
tutto è finito
sono finita anch’io?
Una forza
una onesta passione e una voglia
una voglia volgare di proseguire.

Nient’altro che questo.

Idea Vilariño, testo e traduzione dal web

*ascoltando The Beatles –  Let it Be https://www.youtube.com/watch?v=2xDzVZcqtYI

 

Il tutto o il niente? Qualcuno, qualcosa o nessuno?

“Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso voler essere niente.
A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo (…)”.  

Fernando Pessoa, da Tabaccheria, in Poesie di Alvaro de Campos.

nulla

Ti senti più spesso parte di un tutto, parte di un niente o disperso tra questo e quello? Ti senti un qualcosa, un qualcuno o un nessuno?
(Le mie certezze sono quasi pari a zero, ma con una insolita sicurezza posso dire di sentirmi molto vicina alla condizione descritta nelle ultime due poesie qui sotto).

Tutto

Tutto –
una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece è soltanto
un brandello di bufera.

Wislawa  Szymborska, da  Attimo (2002), in La gioia di scrivere – Tutte le poesie (1945-2009), traduzione di Pietro Marchesani.

 

Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che è niente,
mi è gradita come l’aria della notte,
fresca in rapporto al calore estivo del dì.

Non sto pensando a niente, che bello!

Non pensare a niente
è aver l’anima propria e intera.
Pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita…

Non sto pensando a niente.
Solo come se mi fossi appoggiato male:
un dolore alle spalle, o in un fianco,
c’è un sapore amaro nell’anima mia:
é, che, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma davvero a niente,
a niente.

Fernando Pessoa da Un’affollata solitudine – Poesie eteronime, traduzione di Pietro Ceccucci, Bur.

 

La metamorfosi

Allora sono i pini
sono la sabbia calda
sono una brezza soave
un uccello leggero che delira nell’aria
o sono il mare che batte di notte
sono la notte.
Allora non sono nessuno.

Idea Vilariño, da Pobre mundo, (Povero mondo), 1966

 

Io sono Nessuno! Tu chi sei?
Sei Nessuno anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! Potrebbero spargere la voce!

Che grande peso essere Qualcuno!
Così volgare — come una rana
che gracida il tuo nome — tutto giugno —
ad un pantano in estasi di lei!

Emily Dickinson, n. 288, da Tutte le poesie, traduzione di Marisa Bulgheroni, Mondadori.

*Io ascolterei: Dave Gahan  & Soulsavers – All of This and Nothing; Franco Battiato – Io chi sono.

Le sirene cantano?

 

sire

llustrazione di Gennady Spirin, tratta da Sirenette e brutti anatroccoli, Hans Christian Andersen, Edizione EL, p.79


Cosa sono e perché cantano (anche in silenzio) le sirene? Ma cantano davvero o siamo noi che vogliamo sentire il loro canto?

La sirena

Dire no
dire no
legarmi all’albero maestro
ma
desiderando che il vento lo rovesci
che la sirena salga e con i denti
tagli le corde e mi trascini in fondo
dicendo no no no
ma inseguendola.

Idea Vilariño, (Montevideo, 1920 – 2009) da No, 1980, Traduzione di Martha Canfield.

 

Sirene

Funesto spirito
Che accendi e turbi amore,
Affine io torni senza requie all’alto
Con impazienza le apparenze muti,
E già, prima ch’io giunga a qualche meta,
Non ancora deluso
M’avvinci ad altro sogno.
Uguale a un mare che irrequieto e blando
Da lungi porga e celi
Un’isola fatale,
Con varietà d’inganni
Accompagni chi non dispera, a morte.

Giuseppe Ungaretti (1923), in Prime, da Sentimento del tempo.

*ascoltando: Tim BuckleySong to the Siren    https://www.youtube.com/watch?v=vMTEtDBHGY4; Francesco De Gregori – Il canto delle sirene https://www.youtube.com/watch?v=mCxfLfPog9E