Taxi!

(…Tàaaxiii!)

Ho chiamato un taxi

ho chiamato un taxi
− sto aspettando; anche tu? − per tornare
al punto di partenza non m’importa
se  uno giallo o un black cab o uno spaziale
l’ho chiamato − deve arrivare − lo pagherò
per tornare lassù con il mio groviglio
di ora lo so con la mia cartellina di ecco perché
là dove l’io è cominciato: ché ora farei meglio
ora forse sarei l’io giusto sulla giusta strada
con le risposte pronte e i nervi saldi
– anche una borsetta d’autostima, piccola –
ho chiamato un taxi – maledizione, quanto ci vuole? –
 
ho chiamato un taxi
spero di non aver sbagliato numero

©irene.marchi.’24

°ascoltando  René Aubry – Replay  –  https://www.youtube.com/watch?v=rjcpgWa6SqQ

Preferenze più o meno evidenti

 

Ci sono tanti modi per esprimere vicinanza, affetto, pensiero, preferenza. Questa delicata poesia ce ne illustra uno:

 

Da bere,  con il bicchiere

A volte a qualche sua pianta
preferita, per festeggiare
dà da bere con il bicchiere
le pare le faccia più
piacere, come un darsi
del tu dopo anni di cauti
pronomi, innaffiatoi
distanziati, educati.
Come dirle: oggi ho scelto
te, per le altre non ce n’è.

Vivian Lamarque, da Poesie con le foglie, in L’amore da vecchia, Mondadori, 2022

°ascoltando Chapelier fou – Darling, darling, darling
https://www.youtube.com/watch?v=EkflmyBEXvI&t=9s

(Con una piccola calamita)

William Carlos Williams ha scritto questa poesia (nel 1934) come fosse un biglietto, una tenera confessione, per la moglie. Ma lo spunto del biglietto oggi lo vorrei riciclare per scrivere un messaggio a me stessa: perché, a volte, certe cose abbiamo bisogno di vederle nero su bianco.

Tu che cosa scriveresti a te stessa, a te stesso, in un foglietto da attaccare al frigorifero (per leggerlo e rileggerlo spesso)?

***

This Is Just To Say

«I have eaten
the plums
that were in
the icebox

and which
you were probably
saving
for breakfast

Forgive me
they were delicious
so sweet
and so cold»

***

Solo per dirti

«Ho mangiato io
le prugne
che erano
in frigorifero

e che tu
probabilmente
avevi tenuto da parte
per colazione

Scusami
ma erano deliziose
così dolci
e così fredde».

William Carlos Williams (Stati Uniti, 1883 – 1963), da The Collected Poems: Volume I, 1909-1939 , New Directions Publishing Corporation, 1991

°ascoltando René Aubry – Petite fille –  https://www.youtube.com/watch?v=55Jr9qFcLqM

Cose difficili (parte 2)

Com’è difficile “trovare l’alba dentro l’imbrunire“, sì, e com’è difficile tanto altro (ognuno di noi potrebbe scrivere una lista pressoché infinita). Anche la poesia qui sotto ci parla di una cosa veramente difficile:

 

 

Com’è difficile accarezzare le ali di un angelo!
Per quanto sia vicino, evita di essere sfiorato
Per paura di essere preso,
Volteggia, ridiscende, il suo fruscio si sente appena,
È l’unico suono che riesce a produrre.
Loro, gli angeli, non sanno parlare,
Non sono adatte le parole
Per esprimerli,
Il loro muto messaggio è la presenza.
Come si avvicinano
Per avvolgerti nella loro aura,
Subito si allontanano,
Spaventati dall’intimità,
Protettivi, ma non familiari,
Lasciando sempre uno spazio in cui
Le mie parole si trascinano per raggiungerli,
Senza sapere se
Non siano troppo flebili per sfiorarne l’udito.
Che handicap della fede:
Non sapere se ti sentono, né se tu senti
E di tutti i sensi rimane solo il sogno tattile
Di accarezzare, senza spaventarlo, le ali un angelo…

Ana Blandiana, da Patria mea A4, traduzione tratta da http://www.orizzonticulturali.it/it_poesia_Ana-Blandiana.html  a cura di Mauro Barindi

°ascoldando  René Aubry – Guitare Bambou – https://www.youtube.com/watch?v=7W-WFmT51w4

(altre cose difficili, qui)

Promemoria di febbraio

(Tratto da uno  dei mille diari dei buoni propositi, sì, proprio quelli che poi non mettiamo mai in pratica)

***

 

stupido groviglio

perdonati per quella volta
che ti sei sbagliata non hai capito
ti sei confusa  – groviglio di fili –
ti sei ingannata perdonati
per aver sbagliato forse confuso
– non  ingannato – sei caduta  scivolata
sulla tua stupidità – stupido groviglio di fili –
perdonati – stupido groviglio di fili tagliati –
perdonati

©irene.marchi.2024

°ascoltando Porcupine Tree – Of the New Day – https://www.youtube.com/watch?v=AY148yblJdg

E intanto il tempo passa

Il tempo che fa? Va, passa, vola… purtroppo (o per fortuna?).

***

Per distrarsi dal tempo bisogna avere molte occupazioni,
obblighi, scadenze, conti da pagare e rimandare
rimandare l’attuazione, finché tutto finisce
e tutto scade naturalmente inevitabilmente.
Restano fogli di carta spiegazzati, guardati
mille volte e poi buttati. Sembra uno scherzo
ma passano gli anni e accompagnati da questa sensazione
di avere qualcosa da fare, molto importante,
molto urgente, si resta sempre
in un eterno l’altro ieri.

Patrizia Cavalli, da Poesie (1974-1992), Einaudi, 1992

°ascoltando Porcupine Tree – Time Flieshttps://www.youtube.com/watch?v=JTEWlSTQ1RI

La parte selvaggia

wild

C’è un luogo dove ritrovi la tua selvaticità, la parte meno coltivata e addomesticata di te stess*, dove ti senti in contatto con la parte più innata e libera di te?
Servirà andare nel deserto o ai confini delle terre abitate, per trovare questo luogo? O basterà guardare quello che ci circonda con occhi e pensieri privi di condizionamenti?

***

I posti selvaggi della Terra

I tuoi occhi, la tua bocca e le mani,
le autostrade pubbliche.
Mani, come stazioni di servizio,
grossi camion a brontolare negli angoli.
Occhi come lo sportello di un bancario
cambiavalute.
Amo ogni parte del tuo corpo
amici abbracciano le tue periferie
si autorizzano le coltivazioni agricole
ma io conosco il sentiero
per il tuo posto selvatico.
Non è che io lo preferisca,
ma lì siamo quasi sempre
da soli,
ed è spaventoso ma anche tranquillo.

Gary Snyder, da Questo istante presente, Jouvence Edizioni, 2017, traduzione di Rita Degli Esposti

°ascoltando  René Aubry – Invités sur la terre  https://www.youtube.com/watch?v=VJz0U99f4vQ

 

Caratteri diversi

ruscello

Ruscello scatenato o placido fiume?

***

Ruscello

Se vorrei essere come te?
Te che correvi e che lanciavi
e non avevi paura dei sassi
e sbeffeggiavi le montagne
e chiamavi la ghiaia
al tuo gioco?
Non so.
Forse sarei più lenta, un’ansa,
una curva che abbraccia i campi
e carezza la terra.
Distesa così sotto il sole,
senza sussulti,
senza capriole.

Ilaria Rigoli, da A rifare il mondo, Bompiani, 2022, illustrato da Ilaria Faccioli

°ascoltando René Aubry – La grande cascadehttps://www.youtube.com/watch?v=I11HC7m0iXQ

Tornare indietro

 

anibmab eranrot ierrov 

orteidni eranrot ierrov

(provo a scrivere al contrario per vedere se mi ritrovo bambina)

 

Ieri

Un segno di matita
che dice la mia altezza sopra il muro:
passarci su la mano,
andare verso terra con due dita.
Così, rimpicciolire,
scordarmi delle cose che già so
per impararle meglio, o forse no.
Tornare un poco indietro, un poco giù,
ed essere di nuovo una persona
che già non sono più.

Iraria Rigoli, da A rifare il mondo, Bompiani, 2022, illustrato da Ilaria Faccioli

°ascoltando Tangerine Dream – Dolphin Dance https://www.youtube.com/watch?v=1Nw1CNZ1Vtg&t=4s

Nascondino

(Da bambina ero una schiappa a nascondino. E lo sono ancora).
Quali sono le strategie per non farti trovare da ciò a cui vuoi sfuggire? Sono efficaci?

***

 

trovata!

ci risiamo, le benzodiazepine
m’aiutano meno dell’acqua fresca
devo smetterla una buona volta
di giocare – sciocca – a nascondino
con quelle mie paure bambine: giorno
o notte riescono sempre e sempre
a stanarmi. Sempre, le maledette

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

°ascoltando Pearl Jam – In Hiding –  https://www.youtube.com/watch?v=Oo4F-ETF9do