Verso la primavera

Opera di Anna Maria Scocozza, "Forza fiorile. Tu che seme sei?", cartone e lampadina alogena, 2024; immagine tratta da Siamo fatte di carta - Arte, poesia e rinascita al femminile, Ventura edizioni, 2024

Opera di Anna Maria Scocozza, “Forza fiorile. Tu che seme sei?”, cartone e lampadina alogena, 2024; immagine tratta da Siamo fatte di carta – Arte, poesia e rinascita al femminile, di Anna Maria Scocozza e Floriana Porta, Ventura Edizioni, 2024

… sediamoci  sulla terra e aspettiamo di rinascere.

***

La terra ha occhi nudi,
mani nodose
e piedi che non fanno rumore.
 
Nella sua divina bellezza
tutto si placa.

 

Floriana Porta, da Siamo fatte di carta – Arte, poesia e rinascita al femminile, di Annamaria Scocozza (creazioni) e Floriana Porta (poesie), Ventura Edizioni, 2024, p. 144; in foto opera di Anna Maria Scocozza, Forza fiorile. Tu che seme sei?, cartone e lampadina alogena, 2024 (immagine dal testo, p.158)

 

°ascoltando  René Aubry – Guitare Bambou – https://www.youtube.com/watch?v=7W-WFmT51w4

Taxi!

(…Tàaaxiii!)

Ho chiamato un taxi

ho chiamato un taxi
− sto aspettando; anche tu? − per tornare
al punto di partenza non m’importa
se  uno giallo o un black cab o uno spaziale
l’ho chiamato − deve arrivare − lo pagherò
per tornare lassù con il mio groviglio
di ora lo so con la mia cartellina di ecco perché
là dove l’io è cominciato: ché ora farei meglio
ora forse sarei l’io giusto sulla giusta strada
con le risposte pronte e i nervi saldi
– anche una borsetta d’autostima, piccola –
ho chiamato un taxi – maledizione, quanto ci vuole? –
 
ho chiamato un taxi
spero di non aver sbagliato numero

©irene.marchi.’24

°ascoltando  René Aubry – Replay  –  https://www.youtube.com/watch?v=rjcpgWa6SqQ

Chiedilo a un fiore

Chiedilo a un fiore
che cos’è la libertà.

Mi adagio nel mattino
di primavera. Sento
nascere in me scomposte
aurore. Io non so più
se muoio o se rinasco.

Sandro Penna (Perugia, 1906-1977), da Poesie, prose e diari / Sandro Penna, Mondadori, 2017

°ascoltando Bella Ciao (Francesco il mercante -Street musician) https://www.youtube.com/watch?v=P9nF8H41bOI

L’altra dimensione

 

STE_2007

Alberi, vento, fiori. E nient’altro.

 

Dimenticare città, nomi, desideri
di uomo: voglio solo fiorire, rivivere, io
non più io, ibisco, acacia,
conca aperta e tremante di un anemone.

Avere piedi e nodi d’erba, io
non più io, mani guantate
di germogli, ciglia nuove blu, di
scorza il torace, spezzato e vivo.

Ho dimenticato tutto, scrivo
perché dimenticare è un dono: non
desidero più che alberi, alberi, prode
di vento, onde che vanno e tornano, l’eterno

rinascere sterile e muto delle

cose

«Marzo è stato freddo e triste, ma
poi l’Aprile, praterie, portenti
di scarlatto lieve, ciliege, e le prime

rose» 

Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da L’Oceano e il ragazzo, Rizzoli, Milano, 1983 

°ascoltando The Beatles – Strawberry Fields Forever https://www.youtube.com/watch?v=10LSq_J5ol4

Hai freddo?

neve nevica cuore a terra acquarelli e gouache

Ovunque ti trovi, spero tu non abbia freddo

Nevica

Se questa carezza
bianca
penetrasse ogni buio
vorrei imparare
a rinascere albero.
I miei capelli
danzerebbero piano
e miei pensieri
con loro,
silenziosi e chiari
finalmente.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 202

 

  • ascoltando Bert Jansch – In the bleak midwinterhttps://www.youtube.com/watch?v=g6pAyGN44ew (Testo: In the bleak midwinter/Long long ago/Earth stood hard as iron/Water like a stone/Snow had fallen/Snow on snow, snow on snow/In the bleak midwinter/A long long time ago/What can I give Him/Poor as I am?/If I were a shephard/I would give a lamb/And if I were a wise man/I’d duly play my part/What can I give him?/I will give my heart/ Earth stood hard as iron/Frosty winds did blow/In the bleak midwinter/A long long time ago)

Competenze e obiettivi

gogogo

Come gli esami, anche i colloqui di vita-lavoro (con sé stessi) non finiscono mai.

Curriculum vitae

con passo lento ho portato
e ancora porto la mia ombra
frastagliata sì, ma rigorosa
lungo  questa strada, e quello che voglio

–  ho scritto voglio e non vorrei:
lo vedi come sono decisa e sicura?–
è imparare i segreti delle foglie

che cadono

e poi, spavalde, rinascono

©IreneMarchi2020

Non avere paura

abc)

Non aver paura dell’amore. Posa la tua mano
lentamente sul petto della terra e senti respirare
i nomi delle cose che lì stanno
crescendo: il lino e la genziana, la verzura odorosa
e le campanule blu; la menta profumata per
le bevande dell’estate e l’ordito delle radici di una
pianticella d’alloro che si organizza come un reticolo
di vene nella confusione di un corpo.
Mai la vita
è stata solo inverno
mai solo bruma e abbandono

Anche se ora piove, non preoccuparti: posa la mano
lentamente sul tuo petto  e ascolta  il pianto
della tempesta (…)

°°°

No tengas miedo del amor. Posa tu mano
suavemente sobre el pecho de la tierra y siente respirar
en su seno el nombre de las cosas que están allí 
para brotar: el lino y la genciana, el caracolillo real,
y las campanillas azules, la menta perfumada para
las infusiones del verano y el telar de raíces de una
pequeña bahía que se entrelaza como una red 
de venas en la confusión de un cuerpo. La vida nunca
fue solo invierno, nunca fue solo bruma y desamparo.

Aunque llueva ahora, no te preocupes: posa
tu mano suavemente sobre tu pecho y escucha el clamor
de la tempestad (…)

Maria do Rosário Pedreira (Lisbona, 1959)

*ascoltando Sigur Rós – Rafstraumur https://www.youtube.com/watch?v=obQLXnX3QOo

Che cosa cambieresti?

sbagliata

“Che cosa cambieresti di quello che sei?“
A questa domanda molti potrebbero rispondere nulla, molti invece tutto.
Poi c’è chi cammina incerto  tra il tutto e il nulla (e forse è quello che sta peggio).

Come nuova

Voglio andarmene dalla  mia mano,
dai miei due occhi che mi guardano allo specchio.
Dalla gamba destra,
dalla gamba sinistra,
da tutto il resto.
Categoricamente esigo
di essere altrove.
Estaticamente esigo di essere diversa.
Voglio rifarmi nuova,
da sola rifarmi nuova.
Vivere non devo,
ma rifarmi da sola come nuova,
sì.

Anna Świrszczyńska (1909, Varsavia – 1984, Cracovia), in “Poesia”, n. 344, gennaio 2019, Crocetti Editore, traduzione di Giorgio Origlia

* ascoltando  Edoardo Bennato – Un Giorno Credi https://www.youtube.com/watch?v=KHW5lhtkM9U

Punto e a capo

punto

Se devi andare via da quello che sei stato, vai via. Il tuo vecchio io ha sofferto troppo?
Allora lascialo andare, non c’è più. Taglia la tua parte troppo pesante.
E ricomincia da quello che senti buono. Punto e a capo.
Oggi nasci di nuovo, deve essere così.

 

Non ci sono più
sono andata via
silenziosissima.
La mia vita
è spoglia di me.
E tutto brilla.

Chandra Livia Candiani, da Dov’è il mondo?, in Fatti vivo, Einaudi, 2017

*ascoltando Johnny Thunder – I’m Alive
https://www.youtube.com/watch?v=SJ_wzLVhJSs

Trasparente ma non troppo

nonsonotrasparente

Ti sei mai sentita (o sentito) come in questi versi: “pronta alla scomparsa… impressa dalla trasparenza… così inutile l’anima mia.. e poi? Poi sono sgusciata fuori… sono nata.”
Che cos’è che ti ha fatto (ri)nascere, che ti ha fatto sentire meno trasparente?

Così pronta alla scomparsa
ero
così peso piuma
e scusarsi a fior di pelle
con ogni pulviscolo d’aria
per occupazione indebita,
così impressa dalla trasparenza
ero
da far vetro
tersissimo
a mattini smaglianti
e odore di onda
tra corpi puntellati.
Così strettamente inutile
l’anima
mia
da tenerla verdeggiante al fianco
nel lungo corso dei cosiddetti
incontri
senza alcuno scardinamento
del discorso.
«E poi? E poi?»
Poi
sono sgusciata fuori
in scorza dura
pelle di mondo,
faccio un silenzio
addosso al male,
un mantello
d’insolente bellezza
terrestre.
Non posso comandare
questo flusso
è opera grande
di nitida resa
a corrente maestosa,
sono parola alla luce
sono nata.

 

Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile, Einaudi, 2014

*ascoltando  Pearl Jam – I Am Mine https://www.youtube.com/watch?v=PVho74SDOis