Un luogo così

 

Un luogo così: disarmato, franabile, ma vuoto e sereno. Dice che è in ognuno di noi, quindi non dobbiamo cercare lontano, andiamo…

***

 

Non inghiotto piú carboni ardenti
come fossero sorsi d’acqua pura,
ho imparato ad andarmene
prima di bruciare viva,
io qui sto in una comunità di alberi
che mi precede nel silenzio,
e so di un luogo dentro ognuno di noi
piú piccolo della capocchia di uno spillo
disarmato e solo, franabile
ma dove quando hai perso tutti,
come in una nevicata, posata la neve,
non c’è nient’altro che la sorpresa,
il nuovo mondo vuoto e sereno
le mani inoperose la schiena leggera,
e benedetta sia la scoperchiatura che fa la gioia.

Chandra Candiani da Primavera, in Pane del bosco. 2020-2023, Einaudi, 2023

°ascoltando Edvard Grieg, Il mattino, da Peer Gynt – Suite per orchestra, Nr. 1 (Op.46)
https://www.youtube.com/watch?v=IQxMXixxhzI

Forse

blog di poesia area bambini

Potendo, che cosa diresti alla bambina o al bambino che sei stat*? Io, forse (e sottolineo forse), le direi così:

 

brava bimba, bimba bella

se io non fossi così stanca
verrei a prenderti  correndo
lì dove ora ti trovi
e ti darei la mano urlando
dai, che fai? è ora
di svegliarsi, di uscire è l’ora
brava bimba, bimba bella
se io non fossi così stanca
ti rivelerei  il finale, ti risparmierei
l’evitabile l’inutile e l’incerto
e invece
ho troppi anni addosso
e ho smesso di correre da tempo
ormai  ti sei persa
brava bimba, bimba bella
io ti lascio

©irene.marchi.2024

°ascoltando (a ripetizione) Janis Joplin – Little Girl Blue
https://www.youtube.com/watch?v=rX8hOw31wCQ

E intanto il tempo passa

Il tempo che fa? Va, passa, vola… purtroppo (o per fortuna?).

***

Per distrarsi dal tempo bisogna avere molte occupazioni,
obblighi, scadenze, conti da pagare e rimandare
rimandare l’attuazione, finché tutto finisce
e tutto scade naturalmente inevitabilmente.
Restano fogli di carta spiegazzati, guardati
mille volte e poi buttati. Sembra uno scherzo
ma passano gli anni e accompagnati da questa sensazione
di avere qualcosa da fare, molto importante,
molto urgente, si resta sempre
in un eterno l’altro ieri.

Patrizia Cavalli, da Poesie (1974-1992), Einaudi, 1992

°ascoltando Porcupine Tree – Time Flieshttps://www.youtube.com/watch?v=JTEWlSTQ1RI

“Senza esclamativi”

 

(Ci sono cose talmente belle da fare male)

***

 

Senza esclamativi

Com’è alto il dolore.
L’amore, com’è bestia.
Vuoto delle parole
che scavano nel vuoto vuoti
monumenti di vuoto. Vuoto
del grano che già raggiunse
(nel sole) l’altezza del cuore.

Giorgio Caproni, da Il muro della terra  (ora anche in  Dopo la lirica – Poeti italiani 1960-2000, Einaudi, 2005)

°ascoltando Sweet Child O’ Mine (versione per Viggo Mortensen, George MacKay, Kirk Ross, Samantha Isler, Nicholas Hamilton, Annalise Basso, Philip Klein) –https://www.youtube.com/watch?v=Zdh2hot8rjU&t=8s

 

Che cosa rimane?

Alla fine. Che cos’è che rimane?

***

Airone

quello che è rimasto,
quello che resiste,
là sotto, tu lo vedi,
airone, sotto le montagne di macerie,
dentro i crateri delle bombe,
sotto le colline d’immondizia,
lí dove resiste, continua,
rinasce la semplice vita,
ultima, dimenticata, dileggiata
rimossa, ridotta a poltiglia
nella mente degli uomini,
la semplice vita,
il nascere e morire
rinascere e volare via,
aprirsi, amare,
quello che è vivo, amore,
sotto la semina dell’odio

5.8.80

Antonio Porta, da Il giardiniere contro il becchino, in Dopo la lirica – Poeti italiani 1960-2000, Einaudi, 2005, p.196

°ascoltando Bert Jansch- Smokey Riverhttps://www.youtube.com/watch?v=wHssWnQKyao

 

Età percepita

 

crazy seventeen years old
Tu quanti anni ti senti?
(Rispondi senza ascoltare i messaggi che ti invia la tua schiena… )

***

Diciassette

indecisa come davanti alla vetrina
dei dolci, mi chiedo
devo provare a dimenticare
o continuare a ricordarla,
la mia vera età? Forse conviene
ricordarla: se dico di avere
i diciassette anni che mi sento,
potrei anche esser presa per matta.
E ti giuro, ho diciassette anni,
però del tutto matta non lo sono

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine editoriali, 2023

°ascoltando Max Gazzè – Buon Compleannohttps://www.youtube.com/watch?v=IctSIsCuNlY

Di sogni e sassi

occhio greco amuleto

(Sai far rimbalzare i sassi sull’acqua?)

***

Sasso

Ma oggi, se mi chiedi quanto ho perso
lungo il mio cammino (“Quanto hai perso?”)
non lo saprei quantificare in oro né in ore.
Ti dirò solo che è tanto da cambiare
chi sono oggi (“Chi sei, oggi?”) e non so
più raccontare o definirlo, da allora.
Come un setaccio ho raccolto acqua
e ho lasciato ch’il destino mi attraversasse,
nel ventre d’indomabile indifferenza.
(“Qual era il tuo destino?”) C’era un destino?
Forse m’attraversava il sogno che viveva il corpo
mentre la mente realizzava l’esistenza.
Oggi, se tu mi chiedi che cos’è la vita
io ti dirò (“E che cos’è la vita?”) è un sasso.
Si porta appresso e si tiene stretto in mano,
da ruvido talvolta si trasforma in liscio,
basta. (“Cosa ci posso fare?”) Quando è liscio,
trova dell’acqua piatta e lancialo lontano.

Anna Belozorovitch (Mosca, 1983), da Qualcosa mi attende, Lieto Colle, 2013

°ascoltando Bert Jansch · John Renbourn – East Wind – https://www.youtube.com/watch?v=uiJIas9EmQs&t=12s

Una poesia consolante

 

stardust

… molto, molto consolante: …“semplicemente umani/con un determinato/numero di giorni/ma siamo esplosi come nove/bruciati attraverso galassie”…

***

Polvere di stelle

dall’argilla
avvertono
cenere alla cenere
intonano

venite dalla terra
e alla terra ritornerete
ammoniscono

ci ricordano
che siamo mortali
e soggetti alla morte
eppure insistono con i loro eterni
demoni e angeli
paradiso o purgatorio

semplicemente umani
con un determinato
numero di giorni

ma siamo esplosi come nove
bruciati attraverso galassie
abbiamo esplorato le lontane distanze della via lattea
cavalcato sulla coda delle comete
danzato sul bordo degli asteroidi
finché
in una vertiginosa
frenesia di passione
siamo precipitati

attraverso l’ozono viscoso
oltre le algide nuvole
per stabilirci nel fango
nutrendo il fondo dell’oceano

fu lì che decidemmo
di farci crescere arti e lingua
pur trattenendo in noi
la verità della nostra origine
magnesio
calcio
ferro

siamo della materia
di cui sono fatte le stelle
è un fatto scientifico
una verità cosmica

in ignoranza
e conoscenza
serbiamo in noi
grani di divino
e lo abbiamo sempre fatto

Devorah Major (Berkeley, 1952), da A braccia aperte, traduzione di Raffaella Marzano, Multimedia, 2019, fonte: https://www.potlatch.it/

°ascoltando Crosby, Stills, Nash (& Young) – Woodstock (We Are Stardust)
https://www.youtube.com/watch?v=Nivr4YZzzME&t=7s

P di provvisorio

(Mille auguri e zero bilanci!)

***

L’ultima poesia dell’anno

l’ultima poesia dell’anno
      mi cade

tra le dita

mentre chiudo il rendiconto
provvisorio – come tutto –
 
la contabilità di mia madre mi dà un tono
da donna razionale che non ho avuto mai:
rifuggo la partita doppia
come ogni conteggio, come
ogni passaggio che suggerisce
un bilancio. E provvisorio
è tutto ciò che mi torna nella vita

©IreneMarchi2023

°ascoltando Nick drake – Day Is Donehttps://www.youtube.com/watch?v=Y2jxjv0HkwM&t=8s

Di qua o di là?

(Sarà facile ritornare al nostro corpo stellare?)

***

 

 

Corpo stellare

Mi segui con un pensiero, sei un pensiero
che non devo nemmeno pensare, come un brivido
mi strini piano la pelle, muovi gli occhi
verso un punto chiaro di luce. Sei un ricordo
perduto e luminoso, sei il mio sogno
senza sogno e senza ricordi, la porta che chiude
e apre sulla corrente di un fiume impetuoso. Sei una cosa
che nessuna parola può dire e che in ogni parola
risuona come l’eco di un lento respiro, sei il mio vento
di foglie e primavere, la voce che chiama
da un posto che non so e riconosco e che è mio.
Sei l’ululato di un lupo, la voce del cervo
vivo e ferito a morte. Il mio corpo stellare.
 

Fabio Pusterla, da Da qualche parte nello spazio: Poesie 2011-2021, Le Lettere, 2022

°ascoltando Pink Floyd –  Interstellar Overdrivehttps://www.youtube.com/watch?v=xaK4r0pQaJ0