Né vinti né vincitori

 (Più battaglie perse o più battaglie vinte? 
In ogni caso ne portiamo i segni)

 

chi vince?

a mani nude strappo l’edera
tenace – lei inventa nuovi sentieri
di vita e non si arrende –
trionfo,  libero il ciliegio
dall’esuberanza rampicante
 
ma ho le dita solcate
a sangue dal suo carattere:
così imparo che si può perdere
lasciando comunque un segno

©IreneMarchi2024

°ascoltando Led Zeppelin – The Battle of Evermorehttps://www.youtube.com/watch?v=X_AfMHCVoxA

“Senza esclamativi”

 

(Ci sono cose talmente belle da fare male)

***

 

Senza esclamativi

Com’è alto il dolore.
L’amore, com’è bestia.
Vuoto delle parole
che scavano nel vuoto vuoti
monumenti di vuoto. Vuoto
del grano che già raggiunse
(nel sole) l’altezza del cuore.

Giorgio Caproni, da Il muro della terra  (ora anche in  Dopo la lirica – Poeti italiani 1960-2000, Einaudi, 2005)

°ascoltando Sweet Child O’ Mine (versione per Viggo Mortensen, George MacKay, Kirk Ross, Samantha Isler, Nicholas Hamilton, Annalise Basso, Philip Klein) –https://www.youtube.com/watch?v=Zdh2hot8rjU&t=8s

 

Persone che mancano (tantissimo)

(Nessuna poesia oggi, solo un minuscolo pensiero per una persona che manca tantissimo e da tanto tempo)

***

Rina

al piano terra c’è una signora
tanto carina, sorride sempre
e sorride da quella finestra
ha cent’anni e un cuore grande
o forse di più
le porto la spesa e in cambio lei
mi regala un fiore ogni mattina

al piano terra c’era una signora
si chiamava Rina

©irene.marchi.2024

°ascoltando  Ben Harper –  Waiting On An Angel https://www.youtube.com/watch?v=9Ro3OYiIERA&t=2s

Parlano


(Parlano. Ma che cosa dicono?)

 

Vorranno pur dire qualcosa queste foglie
così lente a morire che insistono
a stare sui rami d’inverno i viali
in città ricolmi di gialli gloriosi di ruggini
caldi, il cielo che non trova dove infilarsi
le chiome compatte che il vento non smaglia
la pioggia non buca vorranno pur dirmi qualcosa.

Giusi Quarenghi, da Di più temo la luce, in Basuràda, Book Editore, 2017

°ascoltando  Bert Jansch – The Gardenerhttps://www.youtube.com/watch?v=8W3Tdgxxp5g

 

Sogni gentili

ho sognato

Ti ricordi qual è il sogno più bello che hai fatto in questi ultimi sei mesi?
(Ora che l’hai ricordato, prova a sognarlo di nuovo la prossima notte.)

***

ho sognato il vento questa notte

 

ho sognato il vento questa notte
dolce il vento come un petalo
sugli occhi, il vento ho sognato
delicato mi portava al centro
dell’emozione: il posto giusto
e giusto il momento come solo
in sogno – lo sappiamo – può accadere
 
e infatti ho soltanto sognato

 

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

°ascoltando Heart – Mistral Wind – https://www.youtube.com/watch?v=UOfQaYPYXSo

 

Che cosa rimane?

Alla fine. Che cos’è che rimane?

***

Airone

quello che è rimasto,
quello che resiste,
là sotto, tu lo vedi,
airone, sotto le montagne di macerie,
dentro i crateri delle bombe,
sotto le colline d’immondizia,
lí dove resiste, continua,
rinasce la semplice vita,
ultima, dimenticata, dileggiata
rimossa, ridotta a poltiglia
nella mente degli uomini,
la semplice vita,
il nascere e morire
rinascere e volare via,
aprirsi, amare,
quello che è vivo, amore,
sotto la semina dell’odio

5.8.80

Antonio Porta, da Il giardiniere contro il becchino, in Dopo la lirica – Poeti italiani 1960-2000, Einaudi, 2005, p.196

°ascoltando Bert Jansch- Smokey Riverhttps://www.youtube.com/watch?v=wHssWnQKyao

 

Z di zero (aspettative)

Un altro esempio di “meno è meglio”:

meno, molte meno aspettative  (quasi tendenti allo zero).

***

Epigramma 6

Ho posato sopra una pietra
il mio corpo geometrico ed allegro
di grillo, tra arroganti
granturchi e girasoli.
Sono in pace
con la stagione
e non mi aspetto nulla.

luglio 1963

Daria Menicanti (Piacenza, 1914-1995), da Città come (1964), in Il concerto del grillo, Mimesis, 2013, p. 191

°ascoltando Tangerine Dream – Cloudburst Flight –  https://www.youtube.com/watch?v=i4Ni-HsWldg

Età percepita

 

crazy seventeen years old
Tu quanti anni ti senti?
(Rispondi senza ascoltare i messaggi che ti invia la tua schiena… )

***

Diciassette

indecisa come davanti alla vetrina
dei dolci, mi chiedo
devo provare a dimenticare
o continuare a ricordarla,
la mia vera età? Forse conviene
ricordarla: se dico di avere
i diciassette anni che mi sento,
potrei anche esser presa per matta.
E ti giuro, ho diciassette anni,
però del tutto matta non lo sono

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine editoriali, 2023

°ascoltando Max Gazzè – Buon Compleannohttps://www.youtube.com/watch?v=IctSIsCuNlY

Il mio gatto è come un blues

ron- ron

“Quali sono i suoni che più mi piace ascoltare?” si chiede il poeta. Personalmente quelli che più amo sono il fraseggio dei merli nelle prime ore della mattina e la musica dei sonagli a vento leggerissimi. E poi, soprattutto, le fusa dei gatti: il loro ritmico ron-ron regala conforto, fa dondolare e vibrare come il gioco di “chiamata e risposta” di un blues, è consolante come poche altre cose.
Tu, quali suoni ami ascoltare?

***

I suoni che amo ascoltare

Quali sono i suoni che più mi piace ascoltare?
Suoni fievoli e stridenti, lamentosi e gai;
Il pigolare del cane della prateria è musica per le mie orecchie;
Ascolto sorridendo lo stridio della ghiandaia.
Quali sono i suoni che più mi piace ascoltare?
Suoni fiochi e consolanti, suoni pieni di allegria;
Lo squittir dello scoiattolo tra le brune foglie autunnali;
Il beccare d’un picchio nella cavità di un tronco d’albero;
Il tremulo verso di un piviere addolorato;
L’urlo dei gabbiani sul gelido mare invernale.
Quali sono i suoni che più mi piace ascoltare?
Suoni bassi e ritmati, suoni che squillano chiari;
L’abbaiare dei segugi nell’aria tersa e fredda;
Il fragore di rapide e cascate;
Il frinir dei grilli onnipresente;
Il riecheggiar selvaggio del richiamo dei coyote;
Sulle montagne, là dove il silenzio è cantante –
Impercettibile, il frullar morente di un’ala palpitante.

Everett Ruess (Stati Uniti, 1914-1934), dal Programma per il 1931 della spedizione di artisti e avventurieri, traduzione di Angelo Airò Farulla, in “Poesia”, Novembre/Dicembre 2022, anno III, n. 16, pp. 40-41

°ascoltando Eric Clapton – Blues in ‘A’https://www.youtube.com/watch?v=TxO_Fi3V73o

Il pensiero-volpe

Nel testo che segue, l’autore paragona l’arrivo del pensiero poetico all’incedere misterioso e inarrestabile di un animale selvatico.
Tu a che cosa paragoneresti l’ultima intuizione o idea creativa che ti ha fatto visita?

***

 

Immagino la foresta a mezzanotte:
qualcos’altro è vivo
oltre la solitudine dell’orologio
e questa pagina bianca dove si muovono le mie dita.

Non vedo stelle dalla finestra:
qualcosa di più prossimo
seppure più profondo nella tenebra
sta penetrando la solitudine:

freddo, delicatamente come la neve scura,
il naso di una volpe tocca un ramoscello, una foglia;
due occhi seguono in movimento che ora
e ora di nuovo, e ora, e ora

stampa nitide impronte sulla neve
fra gli alberi, e con cautela l’ombra distorta di un corpo
avanza lentamente presso un ceppo
e baldanzoso nel vuoto viene

attraverso radure, un occhio,
spalanca il suo profondo verde,
brillante, concentrato,
va intorno come niente fosse
finché, con guizzante caldo penetrante odore di volpe
entra nel buco nero della mente.

Ancora senza stelle è la finestra; l’orologio ticchetta,
la pagina è pronta.

Ted Hughes (Mytholmroyd, Regno Unito, 1930-1998), da Poesie, Mondadori, 2008,

°ascoltando Tangerine Dream – Tangramhttps://www.youtube.com/watch?v=iQpAJUZeIAY