C’era una volta…

C’era una volta il telefono che faceva solo telefonate. Si usava soltanto la voce. Si parlava in contemporanea. Con la voce si trasmetteva anche qualche emozione. E no, non esisteva la faccina con gli occhi a cuore.

 

Teleselezione

 
Soprattutto mi piace col telefono
entrargli nella camera lontana
di là dal monte,
sentire il mio squillo
che si avventa nel buio. Poi la cara
voce fra tutte che risponde:
Sì-i?

ottobre 1964

Daria Menicanti, da Il concerto del grillo – L’opera poetica completa con tutte le poesie inedite, Misesis Edizioni, 2013

°ascoltando Lou Reed –  New York Telephone Conversation
https://www.youtube.com/watch?v=O8tzz5dj4iA

N di nonmuoremaichivienericordato

“(…) Muoiono veramente quelli solo
che vai dimenticando (…)”
***

Non dire mai che è morto, non dire
era, faceva. Le tristi parole
non servono che a farlo sprofondare
ancora di più nella terra.
Muoiono veramente quelli solo
che vai dimenticando: a poco a poco
tace la voce che t’innamorò.
Scende sul viso un logorio sfinito
di cenere e penombre. Quella è morte.
Quella è morte davvero e senza alcuna
speranza.

Daria Menicanti (Piacenza, 1914-1995), da Il concerto del grillo – L’opera poetica completa con tutte le poesie inedite, Misesis Edizioni, 2013

°ascoltando Thom Yorke-True Love Waits https://www.youtube.com/watch?v=FbeXo4IJZw4

Qualcosa di bello (II)

Che cos’è, per te, “qualcosa di bello”?

 

È fiorito l’albero del cortile

Una sfera
pallida e trasparente è caduta
sopra le braccia aperte
dell’albero in attesa.
Una sfera
di fiori brevi più bianchi dell’alba
s’è posata in cortile
tra vorticose pareti.
La sua presenza aerea
la sua improvvisa grazia da immortale
rende felice e disperato
chi la guarda

Daria Menicanti, da Poesie per un passante (1978), in Daria Menicanti – Il concerto del grillo, Mimesis, 2013

♣ ascoltando Peter Green’s Fleetwood Mac – Untitled Instrumental https://www.youtube.com/watch?v=RT4AFYla6QE
(qui, ancora “qualcosa di bello”)

Il primo o l’ultimo?

blog di poesia gomitolo color lavanda filo

Il primo amore non si scorda mai.
E l’ultimo?

 

Ultimo

Qualcuno va a nozze. Gran gente
al party. Io so che anche tu
ci sei che neppure ti cerco.
Giro di gruppo in gruppo ridendo
evitando tartine aperitivi.
Sono sicura che a un momento dato
mi sarai accanto tu denso tu oscuro
uomo solo e roccioso
col bicchiere gelato color erbe,
un veleno di più. Da ieri
so come sei e tu come sono io
e c’è questo fra noi filo non visto
così tiepido e dolce, tranquillo.
Io ti prendo con gli occhi, ti chiudo
dentro le palpebre e, Dio,
grazie per quest’ultimo amore.

Daria Menicanti (Piacenza, 1914), da Poesie per un passante (1978), in Daria Menicanti – Il concerto del grillo, Mimesis, 2013

Un buon life coach

 

L’autostima (!) dei gatti: ne vogliamo parlare? Va bene, i gatti con quel loro spirito saltellano attraverso sette vite, ma io mi accontenterei anche solo di una piccolissima parte, per affrontare la mia metà di vita. Anche tu vorresti un gatto-life coach?

 

Tutti i gatti lo credono

Nerofumo e smeraldi, sulla vetta
di una colonna un gatto mi contempla
risibilmente piccolo, ma già
convinto di essere un dio.
 
luglio 1963
 
Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – 1995), da Città come (1964), in Il concerto del grillo, Mimesis Edizioni, 2013

Non affiliamo i coltelli!

knives

Meglio, molto meglio non affilare i coltelli.

Ciò che si ama senza sapere

A volte divento così romantico e appassionato
col nessuno che ameremmo
che per resistere alla voraginosa assenza di lei
mi addormento, di colpo, quasi svenendo,
perché ciò che si ama senza sapere che esiste
è un coltello nel letto.

Franz Krauspenhaar, da  Capelli struggenti, Marco Saya Editore, 2016

***

Coltello

Me ne vo con un gran coltello infisso
nel petto, il manico fuori.
Me ne vado tranquilla e bianca. Un vigile
col fischio mi richiama: – Il coltello,
mi grida, il coltello! –
Par proprio che la lama
superi le misure della legge.
Così mi fermo e pago
l’ennesima contravvenzione.

Daria Menicanti, da Poesie per un passante, 1978

ascoltando Dire Straits – Six Blade Knife https://www.youtube.com/watch?v=84q8boe3xGY

Nonostante tutto

calicantus

Che cos’è che ti fa essere d’accordo con gli ultimi due versi di questa poesia?

È ancora capace di infanzia

È ancora capace di infanzia
il tronco ficcato sul cuore
della città. Una luce d’alba gli esce
dai rami, ai piedi gli si affolla
un subbuglio di verde.
A un vento improvviso lo zampillo
della fontana gira verso il tronco
assentendo approvando: – D’accordo,
sussurra, la vita
può essere ancora bella

Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – 1995), da Altri amici (1956-1985)

♥ ascoltando Yann Tiersen – La Valse d’Amelie https://www.youtube.com/watch?v=Obqs3cyOeUc&feature=emb_title

Che cosa vedi?

 

farfalla

Illustrazione tratta da Filo di fata, di Philippe Lechermeier e Aurélia Fronty, Donzelli Editore, traduzione di Maria Vidale, 2008

La speranza

Una verde, una trepida farfalla
nella stanza! Un miracolo la strinse
qui tra le secche pietre di città.
Si posa e trema sopra cose che
non sono fiore
non sono ruscello
cose senza né miele né colore.
– Non muoverti – sussurri – o se ne andrà.
Ma io non temo che svoli. L’essenza
stessa della speranza è di restare.

Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – 1995), da Un nero d’ombra, Arnoldo Mondadori Editore, 1969

 

Un’altra sensazione (più o meno comune)

ok

Un po’ come inseguire le farfalle… (comunque bei colori e belle corse).

Da ieri da sempre

Da ieri da sempre da quando
rappresento una parte nella vita
(vaga incomprensibile parte
come quei personaggi minori
che nei lunghi romanzi non si sa
mai bene come vadano a finire)
da sempre da allora
io vo inseguendo qualcuno o qualcosa
che non vuole saperne di me

Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – 1995), da Un nero d’ombra, Arnoldo Mondadori Editore, 1969

 

(L’altra sensazione più o meno comune è qui: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2020/10/06/una-sensazione-piu-o-meno-comune/)

Dipendenza

lucchetto

Qual è la tua più insopprimibile dipendenza?

 

La droga (Scherzo)

Se perdo un oggetto, Dio, se perdo un oggetto
neppure caro, intendiamoci, mi metto a sudare
e subito mi do a cercarlo anche se è un povero
gancio di ferro,
anche se è un libro stanco che non leggerai mai e poi mai.
Non ho speranza più di correggermi. O forse credete
che non abbia mai tentato, che non sia vissuta bohème?
E va peggiorandomi sempre l’orrenda tara dell’ordine
e del pulito. Enechètica1 sono:
vo a letto dicendomi: – Basta, oh senti, finiscila, basta!
Le cose sono per l’uomo, non l’uomo per le cose –.
E subito mi rialzo. Eccomi lì a spolverare
il maledetto mobile dimenticato, a cambiare l’acqua
dei fiori: le luci accese, un agrume di colpa.
Ma non ho pace senz’ordine.
Ed è così che mi drogo

Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – 1995), da Poesie per un passante, 1978

1 – Enechètica: termine tolto alla psichiatria, vale: patologicamente perfezionista [Nota di D. Menicanti].

*ascoltando Lou Reed – Perfect Day  https://www.youtube.com/watch?v=QYEC4TZsy-Y