Andata e ritorno (da realtà a realtà e souvenir garantito)

rocking horse

Quando leggo una poesia (che sento sincera, cioè non artefatta) mi muovo dondolando tra la realtà di chi scrive e la mia personale realtà: è un dondolio a volte dolce a volte quasi scalzante. Ma ogni volta scendo a terra con un piccolo (e incorporeo) regalo, che non è una domanda né una risposta: è un insieme delle due cose, che mi fa sentire assolutamente… umana.

E a te, che effetto fa una poesia (sincera)?

***

Cos’è una poesia se non paura,
strombazzata, petalo,
incorporea genealogia?
Cos’è la poesia
se non l’emozione violenta
che produce il punto di partenza
verso il mai visto, l’improbabile
o il tramonto?
Qual è il verso finale,
l’imprecisabile verso finale
che sintetizza l’ansia del ritorno?
Cosa resta della poesia, alla fine,
quando si è pensato tutto,
non si è deciso niente
e solo sopravvivono
domande insicurezze solitudine fallimento dubbi
ossia parole, sogni, niente?

Mempo Giardinelli (Argentina, 1947), da Poesie senza patria, Guanda, 2003, traduzione di  A. Bertoni, R. Bovaia, I. Carmignani

ascoltando Yann Tiersen – La valse d’Amélie https://www.youtube.com/watch?v=07xTvC5a9YQ

Dubbi? Perplessità?…

evaporando

Alzi la mano  chi si sente più o meno come il poeta nella poesia qui sotto.

Lo vedi? Siamo in ottima compagnia (… ora possiamo abbassare la mano).

 

Mai ho saputo chi sono né mai lo saprò.
So solo che il vento soffia e la pioggia cade,
il mare selvaggio bramisce tra le rocce
e il sole illumina i lieti boschi.
Ma chi mi insegnerà a essere me stesso
perché io possa udire il tiro a caso
risuonare tra il dubbio e la certezza
e possa leggere, nelle carte sul tavolo,
la verità delle carte di un mazzo?
Non so dire neanche se sono l’altro,
l’ombra che mi insegue sotto il sole
e mi sfoglia come se fossi un girasole
e in me si nasconde quando mi scopro
nella mancanza e nell’assenza e mi cerco
nel graffito  che macchia la calce del muro.
Tutto in me è domanda e incertezza.
E perplesso cammino verso la spiaggia
prima che tutto in me in me si perda.

Lêdo Ivo (Brasile, 1924 – 2012), da Plenilunio, in Requiem, traduzione di Vera Lùcia de Oliveira

° ascoltando Hans Zimmer – Rain Man Theme https://www.youtube.com/watch?v=fKZkIt0QRoM&t=6s

Quotidiana fantascienza

saluti-da-Star-Trek copia

Qual è il tuo pianeta d’origine?

 

Fantascienza  I

Forse si fa convesso il nostro mondo
nello stampo positivo di un’altra sfera.

Forse nell’interspazio che sta in mezzo
si scambiano segrete migrazioni.

Forse l’allodola, quando s’invola,
va in cerca d’altri nidi, o d’altro sole.

Forse la cerva bianca del mio sogno
dal concavo del gregge si è perduta.

Forse dall’eco di un lontano canto
è  nata la poesia che facciamo.

Forse soltanto amore è ciò che abbiamo,
forse nostra corona, nostro manto.

José Saramago, da Fino al midollo, in José Saramago – Le poesie, traduzione di  Fernanda Toriello, Feltrinelli, 2017

Sempre dubbi

oscurità

Non so… non so… non so? Non so! Non so, non so… non so…:
il ritmo delle notti insonni.

L’oscurità

Non so dove vanno questi giorni miei
né dove mi portano queste notti.
Non so.

Non so il perché di questa fitta bruma
su tutte le attese,
né il perché del negletto disordine
su tutte le fatiche,
e nemmeno il perché dell’oblio mesto,
su quel che si è amato.

Nebbia.
Chi mi dirà stanotte cosa sono
i volti, le cose e i ricordi dei giorni passati?
E dove vanno questi giorni miei
E perché s’inebria il tenebroso cuore mio?
Dove? Perché?

Ivo Andrić (1892, Dolac, Bosnia-Erzegovina/1975, Belgrado, Serbia), da Poesie scelte (Le Lettere, 2000), a cura di S. Šmitran

*ascoltando John Mayall and The Bluesbreakers- Mists Of Time https://www.youtube.com/watch?v=kmyoDqbitUc

(Ancora a proposito di dubbi:
https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/12/12/dubbi-3/
https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/04/01/dubbi-2/
https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/07/31/non-ho/
https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2015/12/05/dubbi/).

Dubbi…

dubbi

Dubbi, nostalgia e qualche sorriso perduto. Chi non ne ha?
(Spero tanto  possa essere dolce quell’ombra della sera…)

Ognuno deve avere

                                      A Virginia Woolf

Ognuno deve avere
una stanza tutta per sé.
E un cortile azzurro
dove far passeggiare i dubbi.

Oltre il sole
vivranno il desiderio
e la nostalgia
della prima parola.

E il sorriso
che si è perduto
e che non si ritrova più.

Ma dolce sarà
l’ombra della sera,
dietro le nubi,

aperta come un giglio.

Montserrat Abelló (1918, Terragona – 2014, Barcellona), da Parole non dette, 1981

*ascoltando Cat Stevens  – Miles From Nowhere https://www.youtube.com/watch?v=jzplmeMMB84

(Ancora sui dubbi, qui: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/07/31/non-ho)

Dubbi

dubbi

Forse a volte ci converrebbe parlare, chiedere… O forse no.

ABC

Ormai non saprò più
cosa di me pensasse A.
Se B. fino all’ultimo non mi abbia perdonato.
Perché C. fingesse che fosse tutto a posto.
Che parte avesse D. nel silenzio di E.
Cosa si aspettasse F., sempre che si aspettasse qualcosa.
Perché G. facesse finta, benché sapesse bene.
Cosa avesse da nascondere H.
Cosa volesse aggiungere I.
Se il fatto che io c’ero, lì accanto
avesse un qualunque significato
per J. per K. e il restante alfabeto.

Wislawa Szymborska, da Opere, Adelphi, 2008, a cura di Pietro Marchesani