Senti che bel silenzio

 

In questa poesia si parla di un silenzio delicato, pensato e regalato quasi come fosse un fiore. È un silenzio gentile, che non mette ansia, ma anzi offre un riparo dalle aspettative e dalle pretese del mondo. È un bellissimo silenzio.

***

Senti che silenzio ti regalo
perché tu abbia vuoto
e frescura e scavo lento
per le tue millenarie graffiature
per il tuo non registrare con la mente
ma tenere in appoggio funambolo sul cuore
la fatica della pressione altrui,
dei multipli imperativi
che sfrecciano e chiedono
e pretendono. Senti come sto
quieta e senza sonoro
appoggiata al bel niente
e dopo, quando torni contento
è già pronta la mia saltabeccante energia
la zampata che ti invita
alla tua radice d’infanzia.
 
Chandra Livia Candiani da La domanda della sete, Einaudi

 
°ascoltando Hang Massive – Luminous Emptiness- https://www.youtube.com/watch?v=H_nYLZ6D4_M&t=3s

Caro albero

pla

Qual è l’ultimo albero con cui hai parlato?
Spero non avesse anche quello lo strano fiore di cui parla la poesia.

***

A un albero meraviglioso

Caro albero meraviglioso
che dal treno qualcuno
ti ha tirato un sacchetto
di plastica viola
che te lo tieni stupito
sulla mano del ramo
come per dire
cos’è questo fiore strano?
speriamo che il vento
se lo porti lontano.
Ci vediamo al prossimo viaggio
ricorderò il numero del filare
il tuo indirizzo, ho contato
i chilometri dopo lo scalo-merci
arrivederci.

Vivian Lamarque,  Poesie 1972 – 2002, Mondadori Editore, 2002

°ascoltando The Beatles – Mother Nature’s Sonhttps://www.youtube.com/watch?v=TMMiXjwhODU&t=74s

Continua la lista delle cose da fare

presenza

 

Guardare gli alberi (ma questa era già nella lista),  respirarne la presenza e porre loro qualche domanda.

 

Hanno detto che è stato un seme
caduto nel duro della terra,
ha portato scompiglio tra i sassi.
Un seme hanno detto
un apostrofo d’aria,
uno scatto del cielo.
E dentro c’era la legge
di quel che nasce e trema,
la formula del sangue
e della linfa,
l’inizio di ogni canto.
A me pareva gettato
dalla mano prodigiosa
di un animale celeste,
perché chi l’avesse visto
potesse dire
è albero
è presenza.

Vasco Mirandola (Castagnaro, 1954), da Volevo solo scriverti accanto, Anima Mundi Edizioni, 2021

***

Chiedi a un mandorlo a marzo
al rosa titubante del pescheto.
Chiedi a una nuvola dell’alba.
Chiedi a un torrente che irrompe nel greto.
Chiedilo a tutti i fichi degli orti
quando i rami contorti e spogli
cominciano a formicolare
di germogli
chiedi a loro.

Saprai cos’é l’impazienza
che ti attanaglia e ti sgomina
quando tu desideri, corpo.
Saprai la tua innocenza e la tua forza.
Saprai dell’amore più verità
che leggendo tutti i libri scritti
dall’inizio dei tempi.
Non fidarti dei filosofi
né di Platone né di Eraclito.
Non interrogare i profeti
i sapienti, i sacerdoti
su cosa è la tua brama,
non saprebbero dirtelo.

Chiedi a un mandorlo.
Guarda un mandorlo.

Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da Ferite e rifioriture, Mondadori, 2006

(Qui puoi trovare la lista completa)

Silenzi

 

Senti mai il bisogno di un silenzio interiore?

Voglio così come il sorbo tra i larici e gli abeti
coprirmi di infinita neve. Di bianche coltri
l’abbraccio, chiusa irreparabile del freddo ragionare.
Spalancare le labbra e lasciarmi nevicare
lì in fondo alla bocca, infelice incontrarmi
e sciogliersi fiocco dopo fiocco fino a congelare
ed infine raccogliersi, riempirmi.
Mi voglio velare, voglio piano tacere. Sottrarmi
candidamente al complicato uso della voce.
Crescere, innevarsi il mio interno stare come fuori sto ferma.
Voglio immacolarmi. Per sempre zittire,
interrompermi e tacere. Seppellirmi dentro
e intorpidire per sempre la facoltà del solo parlare.

Roberta Dapunt, da Le beatitudini della malattia, Einaudi, 2013

∞ ascoltando Daniel Waples, Flavio Lopez –  Einsof (Endless Origin) https://www.youtube.com/watch?v=vKXRTuCvMtI

Cancell(at)i

e

Se ti hanno cancellata o cancellato, niente paura:

 
Cancellato

Che sta dietro un cancello
e perciò non è visibile
… ma c’è comunque!

Claudia Fabris, da Parole sotto Sale – Piccolo Vocabolario Poetico, AnimaMundi Edizioni, 2020

♣ ascoltando God is an Astronaut – “Remaining Light
https://www.youtube.com/watch?v=WedZhEFk8ZI

Sto cercando di smettere

(Rimuginare uccide: smetti subito)

(Rimuginare uccide: smetti subito)

Basta. Ho deciso di smettere di rimuginare sui “misteri” del passato e anche su quelli del futuro (sono più che sufficienti quelli del presente). Sei d’accordo con me? Allora basta rimuginio!

Anche se… però… forse… magari se… pensandoci bene…uhm…

***

LXXVIII

Come a un calzino rivoltato in dentro
vado tastando buchi e cuciture
a te, mistero, decriptato a sbafo,
che ritorni per essere incompreso.

Anna Maria Curci (Roma, 1960), da Nei giorni per versi, Arcipelago Itaca 2020

∞ ascoltando Paul Simon – Think too much https://www.youtube.com/watch?v=hR-WAfxOEKY

C’è il sole?

 

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Il sole c’è (ed è per tutti)

Politica del sole

Ho visto il sole dentro una pozzanghera,
e ricordo di quando calava
dentro lo scavo della fognatura.
S’infilava nel fondo, nel cunicolo,
a scaldare la schiena al manovale.
L’ho visto carezzare orbite ai ciechi,
lisciare il bianco ai vecchi,
disinfettare l’ombra ai marciapiedi,
illuminare il nero delle vedove,
stare coi prigionieri all’ora d’aria,
sfondare il tetto di nuvole e di pioggia
e fare un tuffo nell’arcobaleno,
sole, compagno anarchico del mondo,
luce del giorno in corso e non dell’avvenire.

Erri De Luca,  da Bizzarrie della provvidenza, Einaudi, 2014

ascoltando  Here Comes The Sun (nella cover eseguita da Richie Havens) https://www.youtube.com/watch?v=I9KSxqCShBY

La luce di settembre

sdrVorrei poter imbottigliare la luce di settembre.

Per liberarla nei giorni un po’ apatici.

 

Lungo la cicalabile

Stacca ombre decise settembre che preme sulle case,
sono diagonali scure, tegole di luce, finestre illuminate
e poligoni di buio. Le facciate esposte al sole
sono tanto crude, croccanti come la polpa delle mele.
E se vai verso occidente, lungo la ciclabile, gli occhi semichiusi,
l’invadente luminosità ti investe. Sei un nuovo nato,
sulla strada di ogni giorno, e cieco, per troppa luce.
E vai, con il tuo odore di sempre, tabacco, pelle
e cotone caldo e quando torni porti in casa
la musica delle foglie con il vento e le guance fresche
e scrivi, di questa nascita, e delle altre che verranno.
Ed è tutto.
Davvero tutto.
 
Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 1967- 2017), da Stato di quiete,  BUR, 2016

ascoltando Alberto Fortis – Settembrehttps://www.youtube.com/watch?v=F8MQNXMWUa4

Trova le somiglianze

simili

Sai riconoscere subito chi ha molte somiglianze (interiori) con te?

Come si somigliano
i fragili
è di primo grado
la parentela
del dolore
legame
di sangue
lacrime sudore
che tiene insieme
gli spezzati
uguali
i capelli
scarmigliati
fratelli i silenzi
le parole
e le mani
che gli tremano piano

Cristina Bellemo, da Casa toracica, Anima Mundi Editore, 2020

⇔ ascoltando Daniele Silvestri  – Le cose in comune

Stare a casa

the white room

Qual è la stanza di casa tua che preferisci?
E che cosa ti raccontano gli oggetti di quella stanza? (Perché qualcosa raccontano, sì).

 

Ammirevole è la vita delle cose.
Nulla trapela dai loro gesti
impassibili, presagiti e scelti
come unica e costante idea.
Sono sacerdoti assorti
che occupano questa sala
per un misterioso capitolo.

Valerio Magrelli, da Ora serrata retinae, Einaudi, 1980

♥ ascoltando Cat Stevens – Into White – https://www.youtube.com/watch?v=KHg_q8geAC0