Solo ai gatti (?)

Gatto Sgattush (aka Rosson)

Gatto Sgattush (aka Rosson)

(gatti and company)

 

Solo ai gatti

 

fare come i gatti
solo ai gatti è concesso;
fare come i gatti:
le moine quando si vuole qualcosa
ti saluto e me ne vado
se non c’è nulla da ottenere

solo ai gatti è concesso
fare gli stronzetti ed essere pure adorati

©IreneMarchi2023

°ascoltando  The Cure – The Lovecatshttps://www.youtube.com/watch?v=mcUza_wWCfA

Colori (dritti o storti)


C’è una categoria di persone completamente invisibile: si tratta dei  figli di genitori con disturbi psichici. Sono invisibili da piccoli, perché l’impatto della malattia del genitore su di loro viene assolutamente sottovalutato (spesso nemmeno preso in considerazione), poi continuano ad essere invisibili da adolescenti (se sei attento li riconosci perché sono così responsabili! e tanto maturi per la loro età… sono troppo bravi, troppo seri!) e poi ancora da adulti (gli unici e indispensabili caregiver in un sistema sanitario in cui i disturbi psichici sono pressoché terra di nessuno).
Contro questa invisibilità, recentemente è nato il COMIP (CHILDREN OF MENTALLY ILL PARENTS – Associazione di Promozione Sociale), la prima associazione italiana creata da e per i figli di genitori con disturbo psichico;  riporto dal sito Homepage – Comip – Figli di Genitori con Disturbo Mentale (comip-italia.org): “Siamo nati da poco come associazione, ma abbiamo già molta esperienza e tanta voglia di cambiare le cose. Soprattutto di creare uno spazio tutto nostro in cui poter parlare di cosa voglia dire avere uno o entrambi i genitori affetti da una malattia mentale. Uno spazio in cui incominciare a far uscire dall’invisibilità un dolore spesso nascosto. In cui costruire, insieme, strategie per far nascere sul territorio reti di supporto concrete per figli di genitori con disturbo psichico (bambini, adolescenti, giovani adulti, adulti) e famiglie. Nel frattempo gestiamo un gruppo di auto mutuo aiuto online riservato esclusivamente ai figli. Contattaci per sapere come iscriverti.
Cosa Facciamo
Ci poniamo come obiettivi di:
– dare ai giovani caregiver figli di genitori con disturbo psichico una voce istituzionale per poter esprimere le proprie istanze
– contribuire a fare luce su questo fenomeno ancora sommerso in Italia
– dare ai giovani caregiver figli di genitori con disturbo psichico un ruolo attivo per partecipare da protagonisti
– promuovere e favorire la prevenzione nella salute mentale e la lotta allo stigma
– promuovere e favorire il benessere psicofisico e materiale dei giovani caregiver figli di genitori con disturbo psichico e delle loro famiglie, nonché delle generazioni future
– adoperarci con particolare riguardo in favore dei giovani caregiver figli di genitori che non sono in trattamento e/o rifiutano le cure e che, per questo, sono ancora più invisibili ed a rischio di non ricevere alcun supporto. (…)”

***

A casa era buio

A casa era buio quasi sempre
e quasi sempre mia madre piangeva
perché ti vesti di nero e nero?
mi chiese uno a dodici anni
mi scusai, pensavo d’essere sbagliata,
forse sono io che faccio piangere
forse sono io: offendo gli occhi
che vogliono vestiti colorati
scusate scusate scusate se esisto
– volevo vomitarmi via dal mondo –
poi dopo mille anni mi dicono
no no che hai capito? non era colpa tua
si chiamano disturbi psichiatrici
parentali: i figli di quel genitore
vengon su storti o comunque non diritti
crescono con la fame d’amore,
stai tranquilla, adesso – ormai – lo sai

adesso anch’io mi vesto a colori
ma ancora penso d’essere un poco
storta
tu che colori hai nel guardaroba?

©IreneMarchi2022

°ascoltando Kaki King – Doing the Wrong Thing https://www.youtube.com/watch?v=0XmQ40iQ3zo

È prepotente

(la poesia) è prepotente e non è un passatempo

***

 Mi hai detto scrivi

                                                        (ad Albertina)

mi hai detto scrivi
come nasce una poesia
ché già poesia mi sembra
come me l’hai spiegato un giorno:
t’avevo parlato, amica mia,
di parole che mi si ammassano
in un punto  – non lo so indicare
forse tra i capelli o forse no –
all’improvviso  c’è da liberarle
s’agitano spingono fanno male

tu mi hai detto scrivi come nasce
ma io soltanto so che la poesia
non ha un orario è prepotente
e chissà se tornerà

©IreneMarchi2022

°ascoltando Ben Harper and Charlie Musselwhite – Bad Habits – https://www.youtube.com/watch?v=uS_djlsx4bk

Nota biografica

avatar

(non pervenuta)

più del poeta conta la poesia

più del poeta conta la poesia
che t’importa la sua professione
la faccia le prefazioni scritte da
che t’importa? ché più del poeta
conta la poesia: se sa cantare
e tu ci cadi dentro se un grumo
di vita – la tua– hai riconosciuto
con quel colore che avevi perso

più del poeta conta la poesia
ché del poeta serve solo la data
d’ogni volta ch’è morto e poi
                                       rinato

(i. 2022)

°ascoltando Vangelis – To the Unknown Man https://www.youtube.com/watch?v=tCzwCdYn_hU

Chi lo sa?

scureclouds

(Nessuno. Proprio nessuno)

 

Silenziosissimo

Tu lo sai – dimmi – dove va a morire
(o a sopravviversi) un amore
quando è stanco? Dove diventano
polvere le carezze d’uno sguardo
e la furia dolcissima di mani
fra i capelli? Forse tra le foglie
brune d’ogni autunno, a rubare
l’arte di rinascere. O nell’acqua
che anima le nuvole più scure
per poi piangere sul mondo che non sa
l’amore che cos’è né dove va
– silenziosissimo –  a morire

©IreneMarchi2022

°ascoltando Fabrizio De Andrè – Canzone dell’ amore perduto  https://www.youtube.com/watch?v=JZCn_P0Cii0

L’amore non

 

L’amore non uccide, l’amore non è violento (né a fatti né a parole). Mai.

 

Marketing ingiusto

A  S.Valentino
una rosa costa di più.
Come mai, dimmi,
un attimo violento
costa poco,
poco tutto lʼanno?

Irene Marchi, da Fiori, mine e alcune domande, Sillabe di Sale Editore, 2015

Scappa!

hshshshshhh

Come evitare i morsi dell’umana invidia (la nostra e quella altrui)?

Invidia

Ti scruta curiosa

avanza sbandando
su scarpe troppo strette,
un’acida fetta di limone tra i denti
deglutendo saliva amara
e grandissimi sorrisi.

Irene Marchi, da La parte in ombra, Ensemble Edizioni, 2018

  • Ripropongo questa poesia ringraziando tantissimo Antonio Enzo Stangherlin che l’ha scelta per questo suo video (curatissimo ed elegante, come tutti i suoi). Ascolto e riascolto la musica di accompagnamento e visualizzo piccole gocce di un’emozione che non vorremmo provare, a cui vorremmo dare un altro nome, però no… alla fine bisogna chiamarla proprio invidia e accettarla per quello che è (un’emozione assolutamente umana).

Buone stelle!

Oggi solo una parola:

auguri!

***

 

Anno vecchio, anno nuovo

preferisco le stelle,
ma non le vedo
tra gli artificiali
fuochi

come un gatto
mi spavento del rumore
e di questi comandati balli
vestiti da sera,
travestiti da allegria.

Perché festeggiamo in una notte
quello che detestiamo ogni giorno?
Il tempo che passa
lo vorrei celebrare
potendo dire che nel cielo
vedo solo
soltanto le stelle

Irene Marchi, da Fiori, mine e alcune domande, Sillabe di Sale Editore, 2015

 

♥ ascoltando The Fifth Dimension – Aquarius – Let The Sunshine In https://www.youtube.com/watch?v=vbCH5lnZ6sA

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L’hanno già inventata l’app(licazione) “Capiamoci meglio”?

 

Una parola da capire

I n c o m u n i c a b i l i t à
è una parola buia, pesante,
ma io – e non lo vorrei –
la so guardare
te la so spiegare.
La leggo e mi ricorda
che siamo privi spesso
dell’abilità di comunicare.
Come l’erba di ieri:
era alta
voleva esserlo,
ma è stata falciata,
ha mandato il messaggio sbagliato
non si è spiegata bene
non ha sostenuto lo sguardo
è stata fraintesa

non sapeva comunicare.

Irene Marchi, da La parte in ombra, Ensemble Edizioni, 2018

(e ogni giorno)

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Speriamo

che sia femmina speriamo, che possa
amare chi vuole e non per forza
chi la vuole – o chi le impongono
tradizioni? religioni? prigioni? –
ancora speriamo che sia femmina
e abbia mille sorelle speriamo
mai pianga per esser nata femmina
speriamo possa dire anche un no
senza essere ammazzata e ,
senza che le venga detto puttana,
hai detto sì! – ed essere ammazzata

speriamo possa vestirsi di rosso
di giallo di nero, poi corta lunga
stretta grassa magra e madre o non
madre da sola o forse no – insomma,
più o meno come è consentito
a un maschio – e magari speriamo
non le venga mai chiesto com’eri vestita?

speriamo, sì, che fin dal primo giorno
le insegnino anche ad amarsi

©IreneMarchi2021