Attenzione…

Un sogno veritiero:

 

Stanotte ho sognato un’unica
immagine, una nitida
foto. Avevo la bocca ripiena
di aghi e di spilli, di chiodi
e graffette: eppure
dovevo assolutamente parlare.

Scartato il silenzio – ecco
qua la morale – il verbo
ferisce, la parola fa male.

Franco Marcoaldi,  da La trappola, Einaudi,  2012

° ascoltando Dotan – No Words https://www.youtube.com/watch?v=KAV6TWG9ToU

Lasciare un messaggio dopo il bip

tel cellulare

L’hanno già inventata l’app(licazione) “Capiamoci meglio”?

 

Una parola da capire

I n c o m u n i c a b i l i t à
è una parola buia, pesante,
ma io – e non lo vorrei –
la so guardare
te la so spiegare.
La leggo e mi ricorda
che siamo privi spesso
dell’abilità di comunicare.
Come l’erba di ieri:
era alta
voleva esserlo,
ma è stata falciata,
ha mandato il messaggio sbagliato
non si è spiegata bene
non ha sostenuto lo sguardo
è stata fraintesa

non sapeva comunicare.

Irene Marchi, da La parte in ombra, Ensemble Edizioni, 2018

Parole lisce o gassate? (Fuori tema n.21)

Immagino le parole  (che le persone si scambiano) come un bicchiere d’acqua:  apparentemente è solo acqua, ma a volte è acqua gassata e, agitandola un po’, si vedono le bollicine. Così le parole: sembra che esprimano solo un significato liscio e letterale, ma, muovendole un po’ con il pensiero, a volte si scoprono le bolle di un sottotesto. E queste saranno molto più forti delle parole stesse.

Capita anche di bere dell’acqua decisamente troppo gassata.

***

Sono un’esperta di sottotesti. Ho studiato alla scuola della crudeltà. E in città. In mezzo alle buone maniere. Ai discorsi intelligenti. Alle adulazioni e ai sottili razzismi. Mi sono sentita indifesa e sguarnita, finché non ho imparato l’indelebile arte della decifrazione. Gli animali ti assalgono, ti azzannano, ti pungono, ti graffiano, ti minacciano. Di recente, in una via cittadina, ho visto un cane legato con il guinzaglio a un palo, era umiliato e furente. Mi sono avvicinata, gli ho parlato un momento, poi ho fatto per allungare discretamente una mano verso di lui. Mi ha mostrato i denti e ha rinviato. L’ho salutato e me ne sono andata pensando: “Che gentile! Mi ha subito avvertito, stai in là, sono furibondo”.

Chandra Livia Candiani, da Questo immenso non sapere, Einaudi, 2021

Oggi c’è il dolce

Sei a corto di parole?
Accendi la musica e prepara una torta.

 

Alternativa episodica del poeta

Stavo per scrivere una poesia
invece ho fatto una torta ci è voluto
più o meno lo stesso tempo
chiaro la torta era una stesura
definitiva una poesia avrebbe avuto
un po’ di strada da fare giorni e settimane e
parecchi fogli stropicciati

la torta aveva già una sua piccola
platea ciarlante che ruzzolava tra
camioncini e un’autopompa sul
pavimento della cucina

questa torta piacerà a tutti
avrà dentro mele e mirtilli rossi
albicocche secche tanti amici
diranno ma perché diavolo
ne hai fatta una sola

questo non succede con le poesie

a causa di una inesprimibile
tristezza ho deciso di
dedicare la mattinata a un pubblico
ricettivo non voglio
aspettare una settimana un anno una
generazione che si presenti il
consumatore giusto

Grace Paley (New York, 1922 – 2007), da Begin Again: Collected Poems

♣ ascoltando Pëtr Il’ic Tchaikovsky, Suite da “Lo Schiaccianoci” – Danza della fata confetto https://www.youtube.com/watch?v=w_J4CJ504LQ

Compagna Poesia (provaci tu)

Messaggio (rivoluzionario??) fotografato dalla vetrina di un negozio

Messaggio (rivoluzionario??) fotografato dalla vetrina di un negozio

È rivoluzionaria la poesia?
Secondo me sì (se è poesia onesta): a volte lo è per la società, ma sempre lo è per l’individuo.

***

Alla Poesia

Riconoscente ti saluto poesia
perché oggi che ti ritrovo
(nella vita e nei libri)
non sei più solo per l’incanto
grande ornamento della malinconia.

Oggi puoi anche migliorarmi
aiutarmi a servire
questa lunga e dura lotta del popolo.

Ora sei al tuo posto:
non sei più la splendida alternativa
che mi allontanava dal mio vero posto.

E continui ad essere bella
compagna poesia
tra le belle armi reali che brillano sotto il sole
tra le mie mani o sulla mia schiena.

Continui a brillare
insieme al mio cuore che non ti ha mai tradita
nelle città e sulle montagne del mio paese
del mio paese che si rialza
dall’infanzia e dall’oblio
per mettere fine alla sua vecchia pre-istoria
di dolore e sangue.

Roque Dalton (San Salvador- El Salvador, 1935-1975), da Il cielo per cappello, traduzione di Emanuela Jossa e Irene Campagna, Multimedia Edizioni, 2011

ascoltando Modena City Ramblers – Mia dolce rivoluzionaria https://www.youtube.com/watch?v=XfypPKGZVUo

Un po’ d’ombra

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All’ombra di alcune parole (buone) si può anche sonnecchiare

 

Ogni parola è una nota di musica
Un poco di colore sulla tela
Polvere sulle spalle delle statue
Profumo sulle ali delle farfalle
Ogni parola è una foglia che cade
L’albero è il libro della vita
I suoi rami sono capitoli
Il suo tronco è la linfa del tempo
Ogni poesia è una fantasia
Dove parole colori e foglie
Danzano su un tavolo in Toscana
Un giorno d’estate
Dove la poesia regala l’ombra
Ai gatti che sonnecchiano.

Tahar Ben Jelloun (Fès, Marocco, 1944), da Poesie dipinte (n. 68), in Dolore e luce nel mondo, La nave di Teseo, 2021, traduzione di Cettina Caliò

♣ ascoltando Glen Hansard – Good Life Of Song https://www.youtube.com/watch?v=wLTXAXilNAQ

P di parole (sincere)

bags

Pane? Arance? No: parole. Da conservare (possibilmente).

 

Non partire senza lasciare una
sporta di parole per chi resta.
Dire ‘questa è per la mattina
quest’altra invece per la sera’.
Lasciare una sporta a parte
per chi la notte nel buio si dispera.
 
 Andrea Bajani, da Promemoria, Einaudi, 2017

(per altre lettere dell’alfabeto, qui: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/alfabeto/)

Leggere i muri

chi lo sa

Il muro che compare nella foto qui sopra è di una casa del mio paese: ogni volta che passo di lì provo a immaginare chi possa avere scritto quell’unica parola e perché: sarà stato un messaggio in codice? o magari un’inconsueta dichiarazione d’amore? una parola d’ordine o forse l’acronimo di una frase di dodici parole? Non lo saprò mai, e va bene così. Probabilmente chi doveva capire ha capito e questo basta. Agli altri, resta la curiosità che accende la fantasia.
Ma tu, se ne avessi la possibilità, che frase vorresti scrivere, proprio in questo momento, su un ipotetico muro?

Qualcosa in comune

t i   a m o  c’è scritto su un muro
di ogni paese del mondo  forse
anche sulla luna se in piccolo
in cubitale in rosso in nero
non ha alcuna  importanza: in ogni
paese  del mondo tutti – nessuno
escluso – almeno per un attimo
abbiamo desiderato anche tu
che le parole urlate per sempre
su quel muro fossero lì per noi

IreneMarchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022

Preziose cose insignificanti

goodbye

Qual è l’ultima cosa insignificante (ma preziosa) che hai scoperto?

 

La poesia è custodita nelle parole –
è tutto ciò che so.
Il mio destino è non capire quasi nulla.
Sul nulla ho conoscenze profonde.
Non coltivo connessioni con il reale.
Per me potente non è chi scopre l’oro.
Potente per me è chi scopre cose insignificanti:
del mondo e nostre.
Per questa piccola frase mi hanno eletto imbecille.
Mi sono emozionato e ho pianto.
Ho un debole per gli elogi.

Manoel de Barros (Brasile, 1916-2014), da Tratado geral das grandezas do ínfimo,  2001

°°°

A poesia está guadarda nas palavras –
é tudo que eu sei.
Meu fado é o de não saber quase tudo.
Sobre o nada eu tenho profundidades.
Não tenho conexões com a reladidade.
Poderoso para mim não é aquele que descobre ouro.
Para mim poderoso é aquele que descobre as
insignificâncias (do mundo e as nossa).
Por essa pequena sentença me elogiaram de imbecil.
Fiquei emocionado.
Sou fraco para elogios..

Senza parole…

02

Che cosa succederebbe se lasciassimo scappare tutte le parole (e queste non tornassero più)? Se rimanessimo così, senza parole da poter dire e senza parole da poter scrivere? Niente più telefonate, lettere, e-mail, sms, telegrammi, libri, testi di canzoni… niente di niente. Terribile! Speriamo che le parole non ci facciano mai questo scherzo…

 

27.
Aprire le gabbie togliere le virgole
allontanare tutti i punti sparare
in aria lasciar scappare le parole
nella notte sentirle abbaiare nei
dintorni la mattina sentirle rientrare
da sole le parole non ci sanno stare
fare la conta di quelle non rientrate
chiudere le gabbie sentirle ringhiare

Andrea Bajani, da Promemoria, Einaudi, 2017

*ascoltando Stevie Ray Vaughan – Scuttle Buttin’ https://www.youtube.com/watch?v=IUsvRaRk9Fs