Lacrime per…

particolare di Larmes d’or -Il pianto di Freya- di Anne Marie Zilberman

Particolare di Larmes d’or -Il pianto di Freya- di Anne Marie Zilberman

Che cosa aggiungeresti a questo elenco (molto condivisibile)?

Cose che chiedono lacrime

Un bambino che gioca con il padre in una cucina
male illuminata verso sera.
L’aver giudicato povero un regalo trovato
sotto l’albero a Natale.
Sentir cantare uomini costretti a partire
per una terra straniera.
La Statua della Libertà, sapere come era ed é
dolce e difficile ogni libertà.
L’amicizia tradita per denaro e potere.
L’amore che non si può avere.
L’amore che è dato senza misura.
Pensare di non essersi preso la dovuta cura
della solitudine della madre.
Una fotografia dei compagni di classe
del Ginnasio.
Lasciare che la ragione ceda all’ira.
Tutto quello che non s’impara.
Tutta la pietà che non hai provato
verso chi soffre e chi muore.
Un bambino che aspetta suo padre alla finestra
verso sera con la paura che possa non tornare.
Quando di colpo senti che sei frainteso e lo vedi
nell’irrigidirsi di un viso.
Quando qualcuno ti fa sentire inferiore rivolgendosi a
te con troppa indifferenza o troppo calore.
Risparmiare nei moti del cuore.
Dubitare per un istante della Poesia.
Dire: è morto il sogno, è morto l’incanto.
Sono le cose che chiedono lacrime.
Sono le fonti di ogni mio pianto.

Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da Ferite e rifioriture, Mondadori, 2006

 

°ascoltando Bert Jansch – I cannot keep from crying https://www.youtube.com/watch?v=TIbDxzfX8a8

Continua la lista delle cose da fare

presenza

 

Guardare gli alberi (ma questa era già nella lista),  respirarne la presenza e porre loro qualche domanda.

 

Hanno detto che è stato un seme
caduto nel duro della terra,
ha portato scompiglio tra i sassi.
Un seme hanno detto
un apostrofo d’aria,
uno scatto del cielo.
E dentro c’era la legge
di quel che nasce e trema,
la formula del sangue
e della linfa,
l’inizio di ogni canto.
A me pareva gettato
dalla mano prodigiosa
di un animale celeste,
perché chi l’avesse visto
potesse dire
è albero
è presenza.

Vasco Mirandola (Castagnaro, 1954), da Volevo solo scriverti accanto, Anima Mundi Edizioni, 2021

***

Chiedi a un mandorlo a marzo
al rosa titubante del pescheto.
Chiedi a una nuvola dell’alba.
Chiedi a un torrente che irrompe nel greto.
Chiedilo a tutti i fichi degli orti
quando i rami contorti e spogli
cominciano a formicolare
di germogli
chiedi a loro.

Saprai cos’é l’impazienza
che ti attanaglia e ti sgomina
quando tu desideri, corpo.
Saprai la tua innocenza e la tua forza.
Saprai dell’amore più verità
che leggendo tutti i libri scritti
dall’inizio dei tempi.
Non fidarti dei filosofi
né di Platone né di Eraclito.
Non interrogare i profeti
i sapienti, i sacerdoti
su cosa è la tua brama,
non saprebbero dirtelo.

Chiedi a un mandorlo.
Guarda un mandorlo.

Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da Ferite e rifioriture, Mondadori, 2006

(Qui puoi trovare la lista completa)

Oggetto: Una cortese richiesta

Gent. ma Vita,

   Con la presente vorrei associarmi alla richiesta espressa nella poesia qui riportata;
ringrazio fin d’ora, e in ogni caso, per l’attenzione.

Un saluto cordiale

I.M.

 

***

Dammi un autunno come quello
degli alberi, mia vita.
Il tremolio glorioso e tintinnante
di una luce superstite e infinita,
di esistere ancora la voglia,
il sogno di essere il sole che fa ogni foglia
prima della caduta.

Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da Ferite e rifioriture,  Mondadori, 2006

Possibilmente…

… fuori dal centro commerciale:

La poesia salverà il mondo

Un giorno
schiere di analfabeti malvagi
finalmente
declameranno versi
e i boia, pentiti
ricuciranno le teste mozzate.

Risorgeranno gli essiccati
dal vento violento
dei mulini della quotidianità.

Lungo il tempo
(dove affogano i delicati)
la poesia
sboccia in piccoli fiori
stitici
e innocui.

Tuttavia insiste.

Possibilmente
un giorno più scuro del solito
la poesia salverà anche me

me
che guardo
le lunghe colonne d’infelici
impegnati a salire le scale
senza scalini
del centro commerciale.

Massimiliano Damaggio, da Poesia come pietra, Ensemble Edizioni, 2012

 

Scelte astute

beatalei

(Beata lei…)

Saper leggere

Com’è pieno il russare della gatta
dietro la finestra e come riempie
d’aria famigliare il punto cieco
della stanza. Dorme e non ha pena
del presente la mia compagna
di una vita, tutto è sonno adesso
e croccantini. Il futuro è scritto
ma lei astutamente non sa leggere.

Antonio Lillo, da Il nemico sbagliato, Pietre Vive Edizioni, 2021

♣ ascoltando Bert Jansch – Angie https://www.youtube.com/watch?v=RqjUWJtH88c

Novembre

La scansione del tempo in piccoli segmenti ci aiuta forse a non avere troppa paura pensando a quello che verrà? E che cosa ci porterà novembre? E se qualcosa porterà, per quanto tempo resterà con noi? Se lo chiede anche il poeta:

Ti ha portata novembre. Quanti mesi
dell’anno durerà la dolceamara
vicenda di due sguardi, di due voci?
Se io avessi una leggenda tutta scritta
direi che questo tempo che ci sfiora
ci appartiene da sempre. Ma non sono
che un uomo tra mille e centomila
ma non sei
che una donna portata da novembre
e un mese dona e un altro ci saccheggia.
Sei una donna
che oggi tiene un naufrago impaziente
dimmi tu
sei scoglio
o continente?

Luciano Erba (Milano, 1922-2010), da Il nastro di Moebius, Mondadori, 1980

∞ ascoltando Mark Eliyahu – Always Now  https://www.youtube.com/watch?v=0TULOuRCF0M

Da quale pianeta arrivi?

ferrara street

Non ci sentiamo forse tutti un po’ alieni, gli uni rispetto agli altri?

 

Gli uomini, raccogliticci,
confluiti qui da tanti altri pianeti –
macché nascite e registri demografici,
che sono eventi familiari:
l’umanità arriva
da cieli lontani, inimmaginabili,
e per questo per strada
non sappiamo mai
se salutarci o non salutarci.

Cesare Viviani (Siena, 1947), da Infinita fine, Einaudi, 2012

⇔ascoltando David Bowie – Starmanhttps://www.youtube.com/watch?v=sI66hcu9fIs&t=32s

Booking angels

Prenoto anche per te?

Cura celeste

Ho costruito
una finestra sul cielo,
tavolo, letto e armadio
ho preparato nela sua stanza
per farlo restare un po’,
e nel cortile
ho ordinato le foglie,
messo le luci colorate
per festeggiare il suo arrivo.

Datemi un angelo,
quella specie aerea che
porta odore di naufragi
e di nuvole spaventate.

Lo prenoto adesso
prima che finiscano
perché certo
saranno in tanti ora
a volerne uno.

Vasco Mirandola, da Volevo solo scriverti accanto, AnimaMundi Edizioni, 2021

 

ascoltando Ben Harper – Waiting On An Angel (Live Acoustic) https://www.youtube.com/watch?v=dtUvBc_uVvQ

Stiamo bruciando

nasa_incendi_mappa

Mappa pubblicata dalla NASA (agosto 2021): i punti rossi indicano i luoghi (rilevati con lo strumento satellitare Modis) dove sono in corso incendi

“Il miracolo avverrà”? Speriamo.

E davvero “non meritiamo più niente”?
Questo purtroppo è quasi certo, perché dopo aver (tra le altre cose) dato fuoco alla Terra, stiamo organizzando voli tu-ri-sti-ci (!) nello spazio…

L’aria
è piena di semi volanti
la natura
spasima nei suoi supremi orgasmi
sparge semi di vita
anche sulle terre morte
il miracolo avverrà
anche se non meritiamo più niente.

Luigi di Ruscio (Fermo, 1930 – 2011), da Iscrizioni (collana di inediti online curata da Biagio Cepollaro (http://www.cepollaro.it/poesiaitaliana/DiRuIscr.pdf)

♥ ascoltando Neil Young with Crazy HorseShut It Down https://www.youtube.com/watch?v=AXgNmK-deZc&t=1s

Occhio ai tarli!

i tarli

Quasi tutti abbiamo un “tarlo” tutto nostro. Il tarlo: quel pensiero che viene da lontano e che di solito è un dubbio su noi stessi o sulle nostre capacità. Un dubbio che si insinua e ci rode sempre più, fino a diventare un pensiero fisso.

Il tarlo, questa simpatica bestiola.  Anche tu ne hai uno?

   Versi scritti in una biblioteca tarlata

    Ti scr vo in una bi lioteca t rlata dai tarl ,
    che tar ano la  iblioteca e ne fanno tarli.
    I ta li eseguono se stess , t rlano. Fili  uoti
    dent o le cose comp tte sono dive tati  arli, che
    vuotano fili  entro le cose compatte che sta no
    iventando tar i. I l gni, le cart . La polv re. Tarlano
    noi top , tar ano il loro stesso nome, lo vedi, lo
    trasfor ano in t rli (m glio non  scriv re il tuo
    nome q i)

Tiziano Scarpa (Venezia, 1963),  da Nelle galassie oggi come oggi, Einaudi 2001

♦ ascoltando Fairport Convention – Woodworm Swing https://www.youtube.com/watch?v=KUV9skv6lc0