De-si-dè-rio (e stelle)

Il verbo latino desiderare deriva dal composto di de più sidera (stelle): l’etimologia quindi suggerisce una mancanza di costellazioni.
Quali sono le stelle di cui senti maggiormente la mancanza?

***

Mi sembra di volere, ma che cos’è che voglio?
Desidero che cosa? Non lo so.
È come quando d’estate alzo gli occhi
al cielo sperando di vedere una stella
che cade, o che potrebbe cadere, incerta
dei miei voti mi affido pigra a quell’ambigua
parte di me segreta, separata da me,
da me dimenticata nel mio retrobottega
che forse tiene ancora in sé, se c’è,
la forma originale, lo stampo del piacere
e a voce chiusa dico: si compia ciò che voglio
si avveri il desiderio. Anche se non lo so
non lo conosco, la stella lei lo sa,
perché è lontana.

Patrizia Cavalli, da Amore non mio e neanche tuo, in Pigre divinità e pigra sorte, Einaudi, 2006

°ascoltando Roberto Vecchioni – Sogna ragazzo sogna – https://www.youtube.com/watch?v=VYRdH8zYMSk&t=12s

Ricucire la notte (e i giorni)

(non è una cosa facile)

***

Ma ogni giorno  è forse possibile riprendere
la rete lacerata, maglia dopo maglia,
sarebbe come, nello spazio più alto,
ricucire, astro ad astro, la notte…

Philippe Jaccottet (Svizzera, 1925 – 2021), da Alla luce d’inverno – Pensieri sotto le nuvole, Marcos y Marcos, 20, traduzione di Fabio Pusterla

°ascoltando Max Richter – Fragment https://www.youtube.com/watch?v=nUDhwAphm_0

Serve un oroscopo

Oggi così. Mi serve un buon oroscopo. Quale mi consigli?

 

stelle che state in cielo
e nella mia corteccia cerebrale
stelle che presidiate
gli estremi del visibile
lontane così intime
fosfeni delle palpebre
collirio glitterato
stelle del firmamento
stelle del pavimento
del mio confinamento
su un terrazzino cosmico
senza pretese, al buio
ma non per questo meno planetario
al sesto piano di via tolentino
stelline aruspicine oroscopine
rispondetemi stelle
sarò un brav’uomo? mi farò valere?
mi farò voler bene?
scoperò tutte quelle
che era giusto conoscere?
avrò dei figli? capirò mio padre?
getterò un ponte? brillerò una bomba?
morirò nel mio letto
o sulle barricate
o al tavolo da gioco?
scriverò una poesia?
ucciderò qualcuno
per giustizia o vendetta o distrazione?
stelle stelline sterili
stelline sternutite
stecchite sterminate
stereotipate stelle
sempre le stesse stelle
belle lo stesso, stelle sempre quelle
belle di essere sempre
belle di rimanere
belle di ritornare
stelle che state in terra
e nella mia corteccia celestiale

Tiziano Scarpa, da Le nuvole e i soldi, Einaudi, 2018

°ascoltando Bandabardò – Mama nonmama https://www.youtube.com/watch?v=Kr10wxkzVxI

Io sarò, tu sarai, …

Un giorno saremo altro (tu, che cosa?).

Un giorno
sarò albero e radice
sarò terra contesa.
Mi vorranno i vermi
i lombrichi le stelle
sarò cosa che cambia
chissà cosa diventerò.
Sarò fiore o montagna
o terra da cemento
per un buon palazzo
eppure un giorno ero vivo
e ho visto il mondo
eppure un giorno ero vivo
e ho visto il mondo.

Salvatore Toma (Maglie, 1951-1987), da Canzoniere della morte, 1999, Einaudi

°ascoltando  Buffy Sainte-Marie – Poppies https://www.youtube.com/watch?v=1fgEgcf5Qzg

 

Stelle e fango

Sono molto d’accordo con questa definizione data alla (indefinibile) poesia.
Tu che ne pensi?

La poesia non ha bisogno
della prima pagina dei quotidiani,
né di battiti di mani: non è il sogno
della cronaca. Preferisce radure,
vecchi campanili e marine.
La poesia è una baraccopoli
nella quale cadono le stelle
e nessuno ci fa caso.

Dante Maffia (Roseto Capo Spulico, 1946), da Al macero dell’invisibile, Passigli, 2006

 

N.B.

stars-1-copia

Le cose da sapere…

La risata silenziosa
delle stelle
nel cielo di notte
ci dice tutto
ciò che ci serve sapere

Charles Simic (Belgrado, 1938), da Avvicinati e ascolta, traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan, Tlon Edizioni, 2021

♥ ascoltando Hammock – Clarity https://www.youtube.com/watch?v=eoLYhYfcHko&t=4s

[Boing]

crash

Ripropongo questa (poesia) che mi era caduta in testa lo scorso anno:

 

Quando si fa buio

                                                        (e perché non sia sempre buio)

Esprimere un desiderio
lanciarlo contro il cielo
raccogliere la polvere
e costruire una stella
 
sì, ti dico che si può fare anche così

l’universo è infinito
infinita la polvere di stelle

invece i desideri vanno chiamati
per nome
o tendono a scomparire:
perdono forza, volontà e sapore
s’impigriscono
fino a morire.
 
E se si esauriscono i desideri
chi farà brillare le stelle?

Irene Marchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022

*ascoltando Glen Hansard –  Fallen From The Sky  https://www.youtube.com/watch?v=YvD1PPILUys

(per altri desideri, qui)

Di che cosa hai bisogno?

alberi

Tu sai già di che cosa hai bisogno?

 

di che cosa hai bisogno? di un albero una casa di
misurare quanto grande quanto piccola la vita come essere umano
quanto grande quanto piccola quando guardi in su verso la chioma
ti perdi in bellezza verde fiorente
quanto grande quanto piccola pensi quanto breve
la tua vita la confronti con la vita degli alberi

hai bisogno di un albero hai bisogno di una casa
non una per te soltanto solo un cantuccio un tetto
di sedere di pensare di dormire di sognare
di scrivere di tacere di vedere l’amico
le stelle l’erba il fiore il cielo

Friederike Mayröcker (Vienna, 1924- giugno 2021), traduzione di Anna Maria Curci

• ascoltando Vashti Bunyan – Against the Sky https://www.youtube.com/watch?v=a3SxsVOBvDM

Qualcosa da guardare

 

stelle acq

Le guardi mai le stelle?

 

Troppo poco tempo speso
per la contemplazione delle stelle.
Non parlo di telescopi,
parlo di un abbaino
in una notte come tante
senza nuvole.
Del ritorno a casa
a un’ora tarda,
guardando solo di sfuggita,
la chiave già nella toppa.
Non mi pento
di quello che non so.
Mi pento
dell’uso sciatto
dei miei occhi.

Ranier Malkowski (Berlino, 1939-2003), da  Die Herkunft der Uhren. Gedichte, traduzione di Anna Maria Curci

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Ti vorrei regalare

illustrazione di tina van dijk

Illustrazione di Tina Van Dijk da https://www.instagram.com/tinavandijkart/

Belli, questi regali (per tutti)…

“Bambina, (…) i miei doni sono la follia, il coraggio, l’ambizione e l’irrequietezza. La fortuna degli amori e il delirio della solitudine. La passione per le comete, per l’acqua e per gli uomini. Desidero per te intelligenza e ingegno. Uno sguardo curioso, un naso dotato di memoria, una bocca che sorrida e maledica con precisione divina, gambe che non invecchino, un pianto in grado di restituirti la fierezza. Ti auguro di avere il senso del tempo che hanno le stelle, la tenacia delle formiche, il dubbio dei templi. Spero tu abbia fede nei presagi, nella voce dei morti, nella bocca degli avventurieri, nella pace degli uomini che dimenticano il proprio destino, nella forza dei tuoi ricordi e nel futuro come promessa che contiene tutto ciò che non ti è ancora accaduto. (…)”

Ángeles Mastretta, (Puebla, Messico, 1949), da Male d’amore, traduzione di Silvia Meucci