Cose che non sapevamo

In foto: un milionesimo delle cose che non s(appiam)o

In foto: un milionesimo delle cose che non sapev(am)o e forse mai sapr(em)ò

Che cosa pensavi di sapere… e invece non sapevi affatto?

Personalmente non sapevo, non so e non saprò mai, trilioni di cose (più una).
***

Non sapevo che il buio
non è nero
che il giorno
non è bianco
che la luce
acceca
e il fermarsi è correre
ancora
di più

Goliarda Sapienza, da Ancestrale, La vita felice, 2013

°ascoltando Muse – Interludehttps://www.youtube.com/watch?v=D7oEceXen4I&t=2s

Camminando verso un altro aprile

Sei versi incoraggianti (per ragazze e ragazzi di ogni età):

Non credere che tutto sia finito,
ragazzo. Spera, fatti una ragione
della tua pena. Per il nostro cuore
non c’è una primavera sola. Torna
agli anni alti l’aprile, un altro aprile.
Non disperarti oggi.
 

Franco Fortini (Firenze, 1917-1994), da L’ospite ingrato – primo e secondo, Marietti, 1985

 

°ascoltando Willie Nelson feat. Sinéad O’Connor –Don’t Give Up  (cover) –  https://www.youtube.com/watch?v=gO6fAJcN89k

Sogni a puntate

 Hai mai fatto un sogno talmente bello da volerlo continuare la notte successiva?

***

per caso mentre tu dormi
per un involontario movimento delle dita
ti faccio il solletico e tu ridi
ridi senza svegliarti
così soddisfatta del tuo corpo ridi
approvi la vita anche nel sonno
come quel giorno che mi hai detto:
lasciami dormire, devo finire un sogno

Antonio Porta (Vicenza, 1935-1989), da Come può un poeta essere amato? (Diario ’81-’82), in Invasioni, Mondadori, 1984

°ascoltando Bandabardò – Sogni grandiosi https://www.youtube.com/watch?v=Dthf8mLCKLI

Disastri stellari

Ho fatto un disastro: sbadatamente ho rovesciato sui fogli tutta la boccetta dell’inchiostro di china.
Però, in quel cielo nero, ho visto una stella.
Cadente.
Dicono che si avverino i desideri.
Qual è stata una cosa bella che è nata da un tuo piccolo disastro?

Direzione opposta

E vidi, io vidi una stella
al di sopra dei tetti
attraversare i banchi di nebbia.
La vidi discendere
e prendere terra
in direzione opposta alla mia.

Raffaele Carrieri (Taranto, 1905-1984), da Fresco sul bruciato, in La giornata è finita, Mondadori, 1963

In alto e anche in basso

 

… né scrivania né carta…

La Poesia

La Poesia non è pazienza
e non è impazienza.
La Poesia non è scrivania
e tanto meno carta.
La Poesia è speranza.
Amata o disamata
produce gelo fuoco
e un certo vuoto
nel quale uno si riconosce
e un altro fugge.
La Poesia non è lana
per la testa fredda
e solo riscalda
la mano aperta.
La Poesia è un ponte
che sta per cadere
e mai non cade.
La Poesia è in alto
e anche in basso
dove crescono semi
fiumi e vermi.

Raffaele Carrieri (Taranto, 1905-1984), da L’ombra e il suo moto, in La giornata è finita, Mondadori, 1963

Piccole luci

Piccole, sì: le lucciole sono insetti piccolissimi,
ma chi non ne ha nostalgia ora che non si vedono quasi più?

La lucciola

La Luna piena minchionò la Lucciola:
— Sarà l’effetto de l’economia,
ma quel lume che porti è debboluccio…
— Sì, – disse quella – ma la luce è mia!

Trilussa (Roma, 1871-1950), da Tutte le poesie -Trilussa, a cura di Pietro Pancrazi

♣ ascoltando Odetta – This Little Light of Mine https://www.youtube.com/watch?v=J2kDsqGeoLU

Lentamente (e con più attenzione)

dav

Io cammino, ma a volte cado: mi frana la terra sotto i passi
(devo fare più attenzione a dove metto i piedi).

 

Lentamente lentamente
un piede lascia la terra
si alza lo seguono
tutti i distacchi della mia vita
il sapore della legge
degli addii.
Un piede avanza
per metà sono uccello
per metà sono albero
il piede ritrova la terra
si posa e con lui tutti
i contatti della mia vita
fluttuano febbrili nel sangue:
io cammino.

Chandra Livia Candiani, da Il corpo battello, in La domanda della sete. 2016-2020, Einaudi, 2020

♥ ascoltando Glen Hansard – “My Little Ruinhttps://www.youtube.com/watch?v=jrVF50I_9YU&t=65s

Cose che si imparano (2)

 miaoouuuuoooouuu

Imparare
 
Saper andare via
è un’arte
che s’impara col tempo
oppure devi essere un gatto:
con un balzo

– elegantissimo e muto –

torni a essere randagio.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Editore, 2020

♦ ascoltando Mina – Non gioco più https://www.youtube.com/watch?v=X6Ke4XriXTQ

(Le cose che si imparano – parte prima sono qui:https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2021/06/14/cose-che-si-imparano/)

Qualcosa da dichiarare?

mini valigia

Di contrabbando.
Probabilmente tutti ci portiamo dietro almeno un pensiero di contrabbando. Ma dichiariamo sempre “niente” (la tassa, comunque, la paghiamo).

Niente

È questo che porti arrotolato
con cura, piegato
in quattro, alla rinfusa
sgualcito spiegazzato
ficcato ovunque
negli angoli più oscuri,
niente da dichiarare
niente
devi dire niente.
Il doganiere non ti capirebbe.
La memoria è sempre un contrabbando.

Bartolo Cattafi (Barcellona –Sicilia- 1922,1979),  dalla monografia di Paolo Maccari, Spalle al muro. La poesia di Bartolo Cattafi, Firenze, SEF, 2003

♥ ascoltando Leonard Cohen Traveling Light

Metamorfosi interiori

a colori o in bianco e nero

Passare dal colore al bianco e nero (e più nero che bianco o comunque molto grigio)?
A volte basta solo un brevissimo pensiero: breve ma pesantissimo.

Che cos’è che ti appesantisce l’anima (ormai troppo spesso)?

 

Che cosa ti accade
anima nera come pece
e a volte leggera
sotto forma di farfalla,
che cosa ti sorprende
ti supera ti vince
all’imbrunire?
Cogli l’attimo
anima nera
conta i secondi
cerca di capire
l’attimo in cui scatta
la tua metamorfosi
esattamente.

Salvatore Toma (Maglie, 1951 –1987), da Canzoniere della morte, 1999

ascoltando The Rolling Stones – Paint It Black https://www.youtube.com/watch?v=O4irXQhgMqg